Ricordatevi di santificare Calcutta

La lotta al patriarcato si arricchisce oggi di un nuovo volto eroico: quello del cantante Calcutta, che ultimamente ha guadagnato un sacco di punti femminismo. Prima ha pubblicamente sostenuto la sua compagna e condannato Morgan, che è indagato per stalking nei confronti della donna; poi ha addirittura salvato due ragazze da uno stupro. Ma andiamo con ordine. Il cantante Morgan viene denunciato per stalking e maltrattamenti; il processo, come sempre, è lungo, e nel frattempo l’imputato continua a comparire in televisione e a pubblicare dischi. Una persona decide di raccontare a tutta Italia non solo ciò che è finora emerso durante il processo, ma anche materiale che non si sa come abbia avuto, come screenshot di conversazioni private. Naturalmente tutto è sempre per il bene comune: possibile mai che i processi siano così lunghi e che un uomo colpevole (la condanna non ci serve, ricordiamocelo) continui a girare a piede libero? Mica questo succede con tutti i processi; o mica non ce ne frega niente del 99% dei processi che si arenano. Questo coinvolge un uomo famoso e il mondo dello spettacolo, quindi per questo bisogna intervenire per chiedere che si velocizzino le cose. In questi giorni l’Italia è davvero piena di piccoli Superman.

Dal me too non abbiamo, ovviamente, imparato nulla

Di conseguenza io sono sicuramente Lex Luthor se dico che la persona in questione non è noto perché si sia occupata della faccenda, non sta a lei divulgare materiale privato su cui sono in corso delle indagini, e mi domando per quale motivo se lo fa una persona qualunque è diffamazione e se lo fa lei è premio Pulitzer. Come se poi la storia del licenziare gente che è sotto processo non l’avessimo già sentita: ne abbiamo visto di uomini con la carriera distrutta, per poi scoprire che erano innocenti o che i fatti erano indimostrabili. Morgan può darsi che non sia innocente – in fin dei conti, per quanto mi riguarda, chi se ne frega – ma il punto rimane lo stesso: Calcutta non è un eroe per aver invitato la casa discografica a licenziarlo. Cosa che poi è avvenuta, senz’altro anche grazie alla notevole risonanza data al caso dal gesto di Calcutta, che ha abbandonato la casa discografica, pronunciando pesanti giudizi nei confronti di chi la amministra. L’etichetta ha infatti comunicato che, visto ciò che è emerso negli ultimi giorni sui giornali, la loro collaborazione con Morgan termina qui. Interessante: ciò che emerge durante il processo non è determinante, ma quello che scrive un quotidiano sì. È così che funziona la giustizia mediatica. Lo riscrivo, giusto perché solo per aver scritto un commento su Instagram mi hanno detto che io difendo gli uomini maltrattanti: magari Morgan non è innocente, e risulterà la persona peggiore su questo pianeta; ma non è internet a doverlo dimostrare, non sono i giornali, non sono le storie su Instagram né le velleità di qualcuno con troppi follower. Se la casa discografica aveva mantenuto il contratto nonostante lui fosse sotto processo, erano affari suoi, e non ho capito chi avrebbe investito queste persone dell’autorità di stabilire come avrebbe dovuto comportarsi.

Inventare tragedie per poter festeggiare che siano state sventate

Ma questo è niente. Due giorni fa Calcutta canta a Ferrara. A concerto finito, passa per la stazione e incontra alcune ragazze che stanno aspettando il primo treno del mattino. Senza neanche aspettare di mettersi il mantello, il nostro eroe le porta nella hall del suo albergo in modo tale che non debbano attendere tutta la notte in stazione, dove, a quanto pare, sarebbero state stuprate: si legge davvero così nell’articolo in cui Fanpage riporta questa sensazionale e commovente notizia! Addirittura le ragazze hanno affermato “se non ci fosse stato lui, chissà dove saremmo ora”. Perché è provato oltre ogni ragionevole dubbio che una ragazza di notte in stazione venga necessariamente violentata: infatti ogni notte in tutte le maggiori stazioni italiane avvengono stupri, non li avete letti i numeri? Ah, no, in effetti non li avete proprio letti, altrimenti sapreste che la probabilità di venire stuprata in stazione è minima (è più alta quella di venire scippati ed eventualmente pestati, ma tanto se non è sessuale la violenza non è poi così insostenibile). Allora a che scopo fare questo gesto da cavaliere del nuovo millennio (a parte di quello di salvare le donzelle in difficoltà in questo mondo patriarcale in cui ci sono violentatori a ogni angolo)? Effettivamente, una delle ragazze ha poi scritto che il cantante le ha “letteralmente salvate da un tipo appostato” che le ha “mezzo seguite con un’auto”. Magari il tipo si stava semplicemente scaccolando con una mano mentre cambiava marcia con l’altra, non lo sapremo mai. In ogni caso, per fortuna che non tutti gli uomini sono stupratori, ed ecco che le ragazze sono sane e salve e internet grida a squarciagola “non essere un Morgan, sii un Calcutta”. È tutto un tripudio melenso di elogi e slogan altisonanti. Per il gioco di questa settimana, sappiamo come sono organizzate le squadre: i buoni con Calcutta, perché davvero, basta stupri immaginari nelle stazioni; per rientrare tra i cattivi invece basta averne le palle piene di questa retorica perfettamente inutile che porta le ragazze a pensare, davvero, che corrono il rischio di essere violentate a ogni angolo, e che gli uomini perbene sono una incredibile rarità. E non parliamo di chi pensa che le condanne si facciano in tribunale.

Fonte : Today