Due da Lumi, in Finlandia, due da Leonardo, in Italia. Nei prossimi 12 mesi quattro startup europee trascorreranno 2 milioni di ore ciascuna con questi supercomputer europei per potenziare i propri modelli di intelligenza artificiale. Riceveranno anche 250mila euro, ma il tempo di calcolo ottenuto ne vale al netto 960mila e sul mercato anche 4-5 volte di più. Era il bottino messo in palio nella Large AI Grand Challenge, competizione lanciata dalla Commissione europea e dalla missione comune sul supercalcolo (Euro-Hpc) nell’ambito del programma AI-boost.
Si chiama “challenge”, ma più che tra partecipanti è da intendere come sfida lanciata dall’Unione europea e dalle sue startup alle big dell’AI statunitensi, oggi padrone anche del nostro mercato. ”Non è solo una questione economica, anzi. In gioco c’è la nostra autonomia nell’addestrare modelli AI. Tuttora si usano dati per il 95 % inglesi che non rappresentano il punto di vista e i valori europei”, spiega Laura Morselli, specialista tecnologica per il supercalcolo di Cineca, consorzio universitario che ospita e gestisce Leonardo, uno dei due “donatori di ore”.
Il rischio, secondo Morselli, è anche quello di un “appiattimento culturale”. Non è un caso, infatti, che le vincitrici siano startup molto focalizzate sull’analisi delle lingue e le traduzioni, ambiti entrambi fortemente strategici per l’economia e vitali per la società, “per garantire l’inclusione, la partecipazione e l’efficacia delle iniziative europee sull’intero territorio, anche se si parlano tante lingue diverse”.
Chi viene in Italia
Le due startup assegnate a Leonardo arrivano da Francia e Portogallo. Non sono le prime a cui si accompagna, con il programma europeo Fortissimo ad alcune loro colleghe aveva concesso una cinquantina di migliaia di ore. Lingua Custodia vuole formare grandi modelli linguistici (Llm) per diverse lingue europee 5 volte più veloci degli esistenti ed eseguibili localmente, anche su smartphone o laptop, e “senza che i dati siano trasferiti su cloud distanti”, spiega a Wired l’ad Olivier Debeugny. Il suo piano prevede di conquistare numerosi settori con Mamba, “una nuova architettura che minimizza il costo di calcolo della parola successiva, promettendo efficienza su attività con contesti lunghi, mantenendo ottime prestazioni”.
Lingua Custodia vuole essere la prima ad addestrarlo su larga scala e diffonderlo in tutta Europa, nel pieno rispetto dell’AI Act, il regolamento europeo sull’intelligenza artificiale. “Sarà questa la più grande sfida – spiega Debeugny – ma le ricerche e i modelli prodotti in questi mesi saranno open source. Questa trasparenza dovrebbe aiutare a garantire la compliance”.
Fonte : Wired