I videogiochi in Italia ora fanno sul serio

Un’edizione ancor più internazionale quella 2024 del First Playable, ossia del principale evento business italiano dedicato agli sviluppatori di videogiochi, che ogni anno si tiene a Firenze. L’evento, organizzato da IIDEA e Toscana Film Commission in collaborazione con l’Agenzia ICE, è giunto quest’anno alla sesta edizione, la terza in presenza a causa della pandemia. La principale finalità della manifestazione è quella di mettere sotto i riflettori gli sviluppatori del nostro paese, che possono presentare i propri progetti a vari publisher internazionali o partecipare a panel e incontri con professionisti del settore provenienti da tutto il mondo.

Dopo l’ottima edizione del 2023, anche il 2024 ha visto continuare la tendenza positiva del First Playable, che di anno in anno registra sempre più partecipanti e non solo. Dati alla mano, a quest’edizione hanno partecipato 500 professionisti di settore provenienti da 12 paesi, 50 aziende, tra publisher, investitori e agenzie internazionali, e infine oltre 180 team italiani di sviluppatori di videogiochi. In totale si sono tenuti più di 1000 business meeting e numerosi workshop e conferenze con ben 11 relatori internazionali, tra cui anche importanti ospiti come Raphael Colantonio, ex fondatore di Arkane (prima che la divisione di Austin fosse chiusa da Microsoft) e ora a capo di Wolfeye Studio, o CD Projekt RED con il suo CMO Jeremiah Cohn.

Per la prima partnership dell’evento con un’altra nazione, era presente anche la Francia, sia con l’SNJV (Syndicat National du Jeu Vidéo), l’associazione che rappresenta i professionisti e le imprese di produzione di videogiochi in Francia, che con il CNC (Centre National du Cinéma et de l’Image Animée), ente pubblico responsabile dell’attuazione di politiche multilaterali nel settore di cinema, audiovisivo e videogiochi. Un’edizione dunque, quella del First Playable di quest’anno, che guarda molto di più verso il resto mondo e non solo all’ecosistema locale.

I recenti traguardi dell’industria videoludica italiana

Sappiamo già che il settore videoludico italiano, rispetto al resto dei principali paesi europei, è partito con un certo ritardo nello stabilire nel nostro paese una vera e propria industria di settore. Quasi a voler recuperare il tempo perduto, negli ultimi anni sono stati fatti significativi passi in avanti, che hanno reso più semplice creare videogiochi in Italia. Un esempio è l’introduzione del Tax Credit, ossia, come recita il sito ufficiale di IIDEA “un credito di imposta che può essere riconosciuto alle imprese italiane di produzione di videogiochi nella misura del 25% dei costi eleggibili di produzione”. Un primo riconoscimento da parte dello stato, che sembra interessarsi sempre di più al settore, anche se i margini di miglioramento sono ancora enormi.

Il Tax Credit non è però l’unico grande risultato. A illustrarci meglio le conquiste recenti del settore dei videogiochi italiani ci pensa Thalita Malagò, Direttrice generale di IIDEA. Quest’anno, per dare una mano agli studi di sviluppo italiani alle prime armi in questo settore, sono state organizzate due interessanti iniziative, importantissime soprattutto dal punto di vista burocratico.

Fonte : Wired