Decine di migliaia di giovani in piazza da 5 giorni nella capitale e in tutto il Paese. Chiedono la riforma del sistema che favorisce i parenti dei combattenti per l’indipendenza. Preoccupazione di Amnesty per le violenze della polizia. Nil coordinatore Nahid Islam: “Chiediamo sessione d’emergenza del Parlamento”.
Dhaka (AsiaNews) – In Bangladesh si chiamano “Bangla Blockade” le proteste che da cinque giorni hanno coinvolto decine di migliaia di studenti, che hanno bloccato le strade principali della capitale del Paese, soprattutto a Dhaka, chiedendo che le quote per i posti di lavoro governativi – centinaia di migliaia, ben pagati – siano abolite e che sia istituito un sistema basato sul merito. L’attuale sistema favorisce per un terzo dei posti i figli dei combattenti per l’indipendenza del 1971. Le tensioni sono aumentate, i manifestanti hanno urtato barricate della polizia, dando luogo a scontri. Ieri la corte suprema del Bangladesh ha temporaneamente sospeso il sistema, ma le proteste non dovrebbe fermarsi fino a quando non sarà rimosso definitivamente.
All’Università di Comilla, la polizia ha inseguito gli studenti e aperto il fuoco, mentre a Chittagong ha usato i manganelli contro i manifestanti. Amnesty International ha espresso preoccupazione per le notizie secondo cui almeno 20 persone, tra cui studenti, sono rimaste ferite nella repressione della polizia. La richiesta corrente è che il Parlamento approvi una legge che riformi il sistema delle quote. Senza questa risposta le proteste continueranno. L’annuncio è stato diffuso dopo aver bloccato per quattro ore l’incrocio di Shahbag nella capitale; accompagnato dall’avvio di proteste in tutte le istituzioni scolastiche del Paese nel pomeriggio di oggi.
Nahid Islam, tra i coordinatori del movimento, ha annunciato il programma per domani, denunciando gli attacchi della polizia contro studenti in protesta in varie parti del Paese. Domani alle 16 si terranno marce e raduni di protesta in tutti i campus per protestare contro questi attacchi. Islam ha affermato: “La nostra richiesta è quella di una sessione d’emergenza del Parlamento per approvare una riforma”. Rivolgendosi ai manifestanti, Nahid Islam ha avvertito che qualsiasi ostacolo al movimento sarà affrontato con un’azione collettiva, incolpando il governo per le sofferenze della popolazione, sostenendo che riforme logiche del sistema delle quote avrebbero evitato la necessità delle proteste. Ha aggiunto che il movimento ha il sostegno dell’opinione pubblica.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione Farhad Hossain ha dichiarato: “Dovrebbe esserci una riforma del sistema delle quote. Abbiamo bisogno di una soluzione logica basata sulla discussione per determinare la percentuale di quota appropriata. Questa discussione dovrebbe essere condotta in modo razionale”. Dall’indipendenza del Paese, il sistema di quote per i posti di lavoro governativi si è evoluto. Fino al 2018, il 56% dei posti di lavoro era coperto da quote, la maggior parte, il 30 per cento, destinate a figli i nipoti dei combattenti per la libertà. Quell’anno, proteste diffuse chiesero riforme per ridurre le quote dal 56% al 10%. Alla fine la prima ministra Sheikh Hasina ha ordinato la cancellazione di tutte le quote e il 4 ottobre 2018 il Ministero della Pubblica Amministrazione ha emesso una circolare che abolisce il sistema di quote per le assunzioni dirette alle posizioni di nona classe (in precedenza di prima classe) e di decima-tredicesima classe (in precedenza di seconda classe). Tuttavia, rimane una quota del 56% per i posti di terza e quarta classe.
Il 5 giugno, la Corte Suprema, composta dai giudici KM Kamrul Quader e Khizir Hayat, ha dichiarato illegale la decisione di cancellare il sistema delle quote. Un combattente cristiano per la libertà, che ha preferito rimanere anonimo, ha commentato: “Se il sistema delle quote verrà nuovamente annullato, disonorerà i combattenti per la libertà”. Martha Das, segretario generale della National Christian Fellowship of Bangladesh (NCFB), ha dichiarato ad AsiaNews di appoggiare gli studenti, ma di ritenere necessarie quote di candidati per distretto, donne, minoranze etniche e disabili. “La quota per i figli e i nipoti dei combattenti per la libertà dovrebbe essere ridotta dal 30% al 10%. Tutte le altre quote dovrebbero rimanere per garantire uno sviluppo integrato”, ha dichiarato Das. L’NCFB è un movimento che ha lo scopo di incoraggiare i cristiani e le Chiese in Bangladesh a pregare, pianificare e lavorare insieme per l’evangelizzazione del Bangladesh.
Fonte : Asia