Se c’è un aeroporto per Kennedy, Malpensa può essere “il Berlusconi”

Ormai il dado è tratto. Il vicepremier e titolare del ministero dei trasporti, Matteo Salvini, ne ha combinato un’altra delle sue, ma almeno stavolta ha fatto centro. Vedere la sinistra andare su tutte le furie per l’intitolazione dell’aeroporto di Milano-Malpensa a Silvio Berlusconi non ha prezzo. L’antiberlusconismo è stato il collante che ha tenuto insieme il centrosinistra per tutta la Seconda Repubblica e riscoprire la sensazione di avere nuovamente un comune nemico ancor più evanescente del fantomatico pericolo fascista è un qualcosa che ringalluzzisce anche gli elettori più delusi.

La verità ineluttabile è una e una sola: Silvio Berlusconi, volente o nolente, è stato il personaggio più influente del Dopoguerra. È stato colui che, una volta entrato nel mondo dell’editoria, ha portato le televisioni private in Italia. Nel mondo dell’intrattenimento c’è un prima e un dopo Berlusconi. È stato l’imprenditore che, una volta entrato nel mondo del calcio, ha portato il Milan a essere una delle squadre più titolate d’Europa e non solo. Anche nel mondo del calcio c’è un prima e un dopo Berlusconi. Infine, è colui che, una volta entrato in politica, si è inventato il centrodestra nel giro di sei mesi e ha vinto le elezioni. È stato il presidente del Consiglio che è rimasto più tempo a Palazzo Chigi e che ha presieduto per ben tre volte il G7. Anche in politica c’è un prima e un dopo Berlusconi. Salvini avrebbe voluto intestargli il ponte sullo Stretto, ma chissà se mai vedrà la luce e, dunque, meglio prendere la palla al balzo e approvare la proposta arrivata dall’Enac. In un “Paese normale”, molto amata a sinistra, probabilmente avrebbero deciso di intestargli un “palazzo del potere” quale riconoscimento del suo innegabile spessore politico.

La verità è che, in segreto, i politici di centrosinistra rimpiangono Berlusconi descrivendolo come “moderato” e “fortemente europeista”, in perfetta contrapposizione con i due sovranisti Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ma l’opportunismo politico gli impone di continuare a descriverlo in pubblico come il “male assoluto”. Un presidente del Consiglio capace di dare del “tu” sia al presidente degli Stati Uniti (George Bush) sia allo zar della Russia (Vladimir Putin) e di far sedere entrambi nello stesso tavolo per porre fine a decenni di guerra fredda subisce un’operazione di damnatio memoriae da parte degli avversari politici.

Sì, è vero, “lo psiconano”, come amano dipingerlo i grillini, è stato un uomo che ha diviso l’opinione pubblica. La sinistra non gli ha mai perdonato certe frasi tipo “Siete ancora oggi, e come sempre, dei poveri comunisti” grazie alla quale ha vinto più volte le elezioni. Le femministe non gli hanno perdonato il suo presunto maschilismo, nonostante abbia riservato molti posti di potere proprio alle donne (Irene Pivetti presidente della Rai, Letizia Moratti presidente della Rai e svariate ministre). I manettari lo hanno accusato delle peggiori nefandezze: ladro, mafioso, puttaniere ecc… In realtà, le inchieste sulle stragi non hanno portato a nulla, quelle sulle “olgettine” hanno generato una grande cagnara giudiziaria, ma non hanno portato ad alcuna condanna.

Era un santo? Probabilmente no, ma non lo era neppure Kennedy che diede avvio alla guerra in Vietnam. Non era un santo nemmeno Enrico Berlinguer che accettava finanziamenti dall’Unione Sovietica. Non era un santo neppure Helmut Kohl visto e considerato che la Cdu, sotto la sua guida, prendeva fondi illeciti. Se si va a scandagliare la vita pubblica e privata di qualsiasi politico si trovano uno o più scheletri nell’armadio, ma non è questo il punto. Abbiamo un’infinità di strade dedicate a Lenin o Stalin che non sono manco italiani e si vanno a fare le pulci a Berlusconi? Il punto è Berlusconi è un uomo che ha segnato la storia dell’Italia? Sì, e allora, anche se siamo in piena estate e c’è bisogno di azzannarsi sempre e comunque contro qualcosa o qualcuno, sarebbe il caso di smetterla con le polemiche inutili.

Fonte : Today