I casi di molestie nella realtà virtuale, tanto per toccare uno dei numerosi aspetti critici, non sembrano aver scoraggiato Meta. Che, anche nei suoi spazi di VR, negli ultimi mesi passati a dire il vero in secondo piano, punta ai bambini.
L’ultimo caso di quel genere risale a qualche mese fa: vittima una ragazza inglese di 16 anni che, come avevamo spiegato, ha riferito di aver subito un’aggressione online da parte di un gruppo di individui sconosciuti mentre si trovava all’interno di una piattaforma digitale, che prevede l’utilizzo di un visore VR, per la realtà aumentata. Per non parlare delle molestie di cui fu vittima due anni fa la ricercatrice Nina Jane Patel su Horizon Worlds, una delle piattaforme proprio di Meta. Eppure mercoledì scorso il colosso ha annunciato che gli utenti dai 10 ai 12 anni potranno presto interagire con gli altri nei suoi ambienti di realtà virtuale accessibili con i visori della gamma Quest. Servirà, ovviamente, l’approvazione dei genitori sugli account dei minori associati al dispositivo.
Finora ai bambini non era infatti consentito chattare o interagire con altri avatar sulle piattaforme del gruppo di Menlo Park. Così, mentre per esempio in Italia si torna a discutere a livello legislativo per comporre il Far West dello sharenting, dei baby influencer e in generale delle attività dei minori online, le piattaforme come sempre corrono. Rischiando di far nascere già vecchi certi provvedimenti legislativi. In un prossimo aggiornamento, Meta introdurrà quindi la possibilità per i genitori di aggiungere individualmente contatti approvati con cui i loro figli possono chattare o effettuare videochiamate, e inviare o accettare inviti per unirsi a loro in esperienze VR pure quelle approvate dai genitori. Mentre in certi contesti si discute ancora dell’età adeguata per regalare un telefono ai bambini, Meta sdogana la loro presenza nella realtà virtuale.
“Aprendo le sue esperienze VR ai bambini, Meta spera che gli utenti più giovani familiarizzino con la tecnologia, il che potrebbe renderli più propensi a usarla man mano che crescono – ha osservato TechCrunch, riallacciandosi d’altronde a una storica fissazione di Mark Zuckerberg per l’utenza più giovane, a cui è per esempio dedicata Messenger Kids lanciata nel 2017 – potrebbe anche aiutare Meta a competere con altre aziende come Roblox e Minecraft di Microsoft, entrambe popolari tra i giovani utenti”.
La mossa segue in realtà l’introduzione, avvenuta lo scorso anno, degli account Meta gestiti dai genitori per le loro famiglie, così da rendere disponibili ai preadolescenti una serie di contenuti adatti alla loro età in realtà virtuale e mista. Così come segue l’abbassamento dell’età minima raccomandata per l’acquisto e l’utilizzo dei visori Quest 2 e 3 da 13 a 10 anni. Sono account che richiedono l’approvazione dei genitori al momento della configurazione – qui il centro di controllo – e offrono protezioni per i 10-12enni, e per esempio consentono di accedere alla libreria di Meta che include app ed esperienze adatte alla loro età monitorare il tempo di utilizzo e gli acquisti. Adesso – questa la novità fondamentale – questi account diventano interattivi: “Presto i genitori saranno in grado di aggiungere individualmente contatti approvati con cui un bambino di età compresa tra 10 e 12 anni può chattare, chiamare e inviare o accettare inviti per unirsi a loro in esperienze MR o VR” spiega una nota dell’azienda.
Nello specifico, sono chi segue o è seguito dal proprio figlio può diventare un contatto autorizzato; i genitori possono gestirli cercando questi contatti, aggiungendoli o rimuovendoli direttamente dalle liste dei seguiti e dei follower dell’account del preadolescente; se due bambini vogliono interagire fra loro servirà naturalmente l’approvazione dei genitori di entrambi.
Fonte : Wired