Truffa sulle donazioni ottenute per le cure della figlia malata. Accade nella Valsesia, in provincia di Vercelli, dove due genitori sono indagati per aver truffato una onlus locale che aveva raccolto più di 200mila euro per la bambina, affetta da una patologia rara. Ma la coppia, secondo quanto emerso dalle indagini della guardia di finanza, utilizzava il denaro per acquistare videogiochi, viaggi e abbonamenti per pay-tv. I due avrebbero inoltre inviato somme cospicue in Sud America, il tutto con la complicità di un terzo soggetto.
Le fatture false del medico spagnolo: così i genitori truffavano la onlus
Le indagini sono scattate a partire dalla denuncia dell’associazione no-profit che si occupa di persone e fasce deboli della popolazione e che aveva appunto preso in carico la raccolta fondi per le cure della bimba. I cui genitori, secondo quanto emerso, riuscivano ad accedere ai fondi tramite fatture false di un medico luminare spagnolo con studio in Italia e ricevute ad hoc create per documentare viaggi all’estero in strutture sanitarie mai avvenuti.
La fiamme gialle hanno ricostruito il modus operandi della coppia tramite controlli incrociati in vari ospedali pediatrici che, secondo i documenti mostrati alla onlus dai due, avrebbero eseguito prestazioni sanitarie a pagamento. nei confronti della coppia è scattato un sequestro preventivo di oltre 128mila euro, ritenuti proventi di ingiusto profitto.
Il ruolo del complice
I due dovranno ora rispondere di truffa aggravata insieme ad una terza persona che aveva il ruolo di “fiduciario e referente” tra l’associazione e i genitori. Il complice era infatti autorizzato a muovere il denaro derivante dalla raccolta fondi che in circa due anni aveva raggiunto la somma di 200mila euro, utilizzati solo marginalmente per cure e trattamenti medici per la piccola.
Fonte : Today