Corrado Barazzutti: “Italia severa con Musetti, si parla solo di Sinner ma Lorenzo è come Alcaraz”

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Corrado Barazzutti che collabora con il team di Musetti ai microfoni di Fanpage, ha parlato del momento magico di Lorenzo a Wimbledon togliendosi qualche sassolino.

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Corrado Barazzutti gonfia il petto per i risultati eccezionali di Lorenzo Musetti a Wimbledon. La gloria del tennis italiano, coach ed ex capitano delle squadre italiane di tennis maschile e femminile, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.

Barazzutti, che da diversi mesi collabora con il team del tennista italiano semifinalista ai Championship, ai microfoni di fanpage ha replicato a tutti coloro i quali negli scorsi mesi hanno criticato ferocemente Musetti, in modo spesso eccessivo. Per lui giusto riconoscere i meriti del numero uno al mondo Sinner, ma spesso ci si dimentica anche di Lorenzo e del suo gioco, a detta del coach, tecnicamente al livello di Alcaraz.

Barazzutti, Musetti è sempre stato accompagnato da un misto di scetticismo e critiche per le sue qualità evidenti e l’incapacità di convertirle sul campo. Non è stato forse un accanimento eccessivo in alcuni momenti?
“Altro che accanimento. Una parte di stampa ad un certo punto ha criticato tutto e tutti. Addirittura qualcuno ha detto che Lorenzo non è adatto e non è pronto per giocare degli Slam. Ho anche ho la sensazione che Musetti venga un po’ sottovalutato. Poi naturalmente tutte le attenzioni sono sempre state nei confronti di Sinner che è il numero uno al mondo”.

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Eppure il valore tecnico di Musetti è eccezionale, ha un bagaglio di colpi notevole. Come spieghi tutto questo?
“Tutti fanno il confronto con Jannik, ma secondo me con un occhio molto superficiale e poco obiettivo. Perché Musetti, secondo me, è uno dei giocatori che sul piano tecnico ha più capacità di generare tennis, insieme probabilmente ad Alcaraz”.

C’è stato un periodo in cui Lorenzo non riusciva ad esprimere il suo potenziale, magari bellissimo da vedere ma poco incisivo. Cosa ci ha messo in più per renderlo un tennis da semifinale a Wimbledon?
“Fino a poco tempo fa non riusciva ad esprimersi al meglio, ma soprattutto aveva delle pause nel suo gioco. Adesso invece ha un atteggiamento corretto ed equilibrato per tutta la partita, nei momenti importanti è lucido. Finalmente dunque si esprime in tutto il suo potenziale”.

Quanto orgoglio c’è ora nel vederlo ai suoi livelli a Wimbledon, nel tempio del tennis?
“Che lui abbia un potenziale gigantesco e sia tra i migliori giocatori del mondo, non si discute. Quello che io ho visto, però, è che con molta superficialità certe volte si tiravano giù critiche nei suoi confronti e anche verso il suo staff. Tutto condito da molta ignoranza, l’ignoranza del non sapere o conoscere le cose”.

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Si percepisce che il clima creatosi nei mesi scorsi intorno a Musetti non lo abbia aiutato affatto.
“È molto facile dare dei giudizi, ma non si sa tutto quello che c’è dietro ad un giocatore, il lavoro che viene fatto da un ragazzo così giovane, che magari a 22 anni matura un pochino più tardi rispetto ad altri che a 18 anni sono già al vertice. Ecco perché si è rapidi nel giudicare. Un certo tipo di stampa finisce poi per cascare in strafalcioni che fanno sorridere: ho sentito in televisione, in alcuni match di Musetti all’inizio dell’anno, commenti negativi sul suo rovescio”.

Ti hanno sorpreso?
“Da rabbrividire. Una telecronista continuava a criticare il rovescio di Musetti, quando la BBC ha dichiarato che Musetti dovrebbe essere patrimonio dell’UNESCO. Ora va tutto bene, ma quando le cose vanno male… Adesso è facile dire ‘l’avevamo detto’, ma non è vero”.

Come ti spieghi questo atteggiamento di cui parli nei confronti di Musetti, uno dei principali tennisti azzurri?
“La sensazione è che sia stato sempre poco valorizzato, poco considerato. Il suo valore era lì, c’era solo da aspettare un attimo no? Doveva esprimersi meglio, maturare, come un diamante che andava lavorato. Poi è chiaro e lo capisco: quando si ha un Sinner che vince tutte le partite, che è il numero uno del mondo e che ha un anno in più, si fanno i confronti. Ma non è semplice e ci sono tanti fattori. Mi ricordo che quando ha fatto la finale del Queen’s quasi non se n’è parlato in tv. È strano, dovrebbe essere il contrario. Abbiamo la fortuna di avere un campione che gioca un tennis divino, bellissimo, eppure…”.

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C’è una disparità di trattamento?
“Si parla dei grandi risultati di Sinner, dei risultati di Berrettini, poi non so c’è una stampa distratta e poco attenta nei confronti di Lorenzo. Anche molto severa, se vogliamo, sul suo team. Ribadisco sempre che bisogna conoscere in maniera approfondita la materia per dare dei giudizi, prima di parlare con leggerezza come se tutti fossero dei grandi conoscitori di quello che succede dentro e fuori dal campo da tennis. Bisognerebbe stare un pochino più attenti e avere un po’ più di rispetto”.

Ora che il carro è pieno e tutti esaltano Lorenzo, vuoi toglierti qualche sassolino?
“Ci sono state tante situazioni, poi è anche vero che Lorenzo non stava passando un periodo tecnicamente fortunato. Giocava male effettivamente, per cui bisognava aiutarlo a riscoprirsi, a ritrovare fiducia. C’è stato dietro un grandissimo lavoro. Voglio dire anche questo: ho notato indifferenza, e non voglio dire di più, nei confronti di un coach importante come Tartarini”.

Anche lui è stato bersagliato da critiche e forse è il momento giusto per rispondere.
“Simone è uno dei migliori coach che ci sono in Italia e non perché lo dico io. Ho avuto il piacere, l’onore e anche la fortuna di poter collaborare con Tartarini e con Lorenzo, quindi li conosco. È un dato di fatto che lui sia uno dei migliori, piaccia o non piaccia, simpatico o meno. La gente deve rispettarlo e riconoscere che è uno dei migliori coach che ci sono in giro. Ha preso un bambino e l’ha portato in semifinale a Wimbledon”.

Sono recenti le critiche al Roland Garros per le frasi urlate durante il match tra Musetti e Djokovic. Vi siete sentiti perseguitati?
“Messi alla berlina per niente, per non aver detto nulla. Siamo stati trattati in maniera molto severa per non aver detto niente. Ora col carro pieno, mi viene da sorridere. Simone Tartarini è un allenatore che ha fatto qualcosa di unico, di importante. Ci sono altri grandi allenatori come Gipo Arpino, che ha portato Sonego nei primi 20, come Massimo Santori. Però non mi ricordo un altro coach che abbia portato nei primi 15 del mondo e in semifinale a Wimbledon un giocatore che ha 22 anni e non sappiamo dove potrà arrivare. Penso che questo gli debba essere riconosciuto”.

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Ma anche in questo caso: perché c’è questo atteggiamento nei confronti di Tartarini e del team?
“Questo mi irrita perché non è carino e non so perché sia così. Non è piacevole per chi lavora tutti i giorni sul campo da tennis, facendo sacrifici. Poi naturalmente quando Musetti arriva in semifinale a Wimbledon ne godono tutti, quindi tutti contenti. Con Simone oggi abbiamo fatto una chiacchierata e ci fa ridere tutto”.

Musetti è cresciuto e non poco, tennisticamente e mentalmente. Cosa è successo?
“Come ha detto anche lui nell’intervista: adesso l’atteggiamento è diverso, non è più preoccupato tanto di giocare bene, ma soprattutto di riuscire a stare lì nei momenti difficili e quindi di poter far girare le partite quando il momento lo richiede. Anche quando non gioca bene ora è bravo a restare lì e trovare il suo tennis migliore”.

Wimbledon può essere un punto di partenza per Lorenzo?
“In questo momento c’è la mentalità giusta ed è questo che gli fa fare i grandi risultati. Lo dimostrano tutte queste partite che ha vinto in rimonta. È partito sotto e poi è riuscito pian piano a vincere dei tiebreak e i punti nei momenti importanti. È stato sotto, ha recuperato. Ecco, questo tipo di atteggiamento positivo, sempre propositivo, sempre pensando punto su punto, è quello che lo sta rendendo un giocatore forte, un campione”.

Possiamo anche celebrare il prezioso contributo di Corrado Barazzutti, anche se tu non vuoi sentirlo?
“Naturalmente io, dal momento che mi hanno chiamato a collaborare con loro, mi sono impegnato per dare il mio contributo. L’atteggiamento e la mentalità sono stato i leitmotiv, noi abbiamo lavorato molto su questo e cercato di rafforzare questo tipo di approccio. Io spero di aver dato il mio contributo e se è servito sono ben felice”.

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Ora la “solita” sfida con Djokovic, Nole si è messo contro il pubblico di Wimbledon facendo una polemica plateale dopo il match con Rune. A livello ambientale che partita ti aspetti?
“Ci si immagina che tutto il pubblico sarà contro Djokovic, perché gli hanno fatto anche i buu durante l’intervista di Musetti. Può essere che tutto questo a Lorenzo faccia piacere, e potrebbe innervosire un pochino Djokovic, però al di là di tutto questo, quello che servirà sarà un grande Musetti”.

Anche alla luce di come sono andati i precedenti, qual è – se ce n’è uno in particolare – l’errore che Lorenzo non dovrà commettere?
“Lorenzo dovrà tenere in campo Djokovic più che può, provare a portarlo sull’orlo del burrone. Per questo dovrà cercare di tirare fuori il suo miglior tennis. A Parigi sembrava quasi che ci fosse riuscito, poi Djokovic ha avuto una reazione che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato”.

Che Djokovic troverà di fronte Musetti?
“Intanto viene da un’operazione e non si capisce bene come stia giocando, perché è arrivato in semifinale ma senza giocare i quarti. Dall’altra parte c’è un Musetti che sicuramente sta meglio di Parigi, è molto più carico, determinato, consapevole del fatto che sta giocando bene e delle possibilità di riuscire a battere Diokovic. Ripeto: deve cercare di portarlo al limite e di aprire una crepa nel suo tennis. A quel punto la partita si può portare a casa”.

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Fonte : Fanpage