Guida ai chatbot basati sull’intelligenza artificiale, le migliori alternative a ChatGPT

I chatbot AI come ChatGPT, Copilot, Gemini o Claude sono sempre più utilizzati per le attività di tutti i giorni. Sono strumenti che si differenziano per funzionalità e costi ed è importante valutarli considerando le proprie necessità. Una guida per trovare il chatbot AI più adatto alle proprie esigenze

I chatbot basati sull’intelligenza artificiale si stanno imponendo come strumenti sempre più utili nel lavoro e nello studio. Sono tecnologie di A.I. generativa, cioè capaci di creare contenuti come testi, immagini o musica. La loro popolarità è aumentata notevolmente da novembre 2022, quando è stato lanciato ChatGPT, un modello di linguaggio sviluppato da OpenAI. Da allora, il mercato si è ampliato con l’ingresso di colossi tecnologici come Microsoft, che ha lanciato “Copilot”, e Google, che ha introdotto “Gemini”. Ci sono anche realtà più piccole, ma molto interessanti, come per esempio Perplexity, che ha sviluppato un motore di ricerca basato sull’A.I.

Il mercato delle chatbot AI resta però in evoluzione costante. Di recente Meta, l’azienda che controlla Instagram, Facebook e Whatsapp, ha lanciato Meta AI,  un chatbot che verrà integrato anche sui social media dell’azienda. Il sistema non è ancora accessibile in Italia. Da poco, Open AI ha presentato un nuovo modello, GPT-4o, che avrà capacità avanzate nella produzione e comprensione di testo, video, immagini e voce, anche se non è ancora stata indicata la data del suo rilascio. Intanto, è interessante considerare lo sviluppo dei principali chatbot AI disponibili nel nostro Paese attraverso un’analisi delle loro funzionalità, differenze, grado di precisione delle risposte e costi. Nonostante molte di queste aziende, a partire da Open AI, siano nate come organizzazioni no-profit, la necessità di attrarre investimenti le ha spinte verso modelli commerciali. La maggior parte delle società al momento offrono un modello gratuito dalle funzionalità limitate e un modello a pagamento più performante. 

Cosa sono i chatbot AI e come funzionano

I chatbot AI, o modelli linguistici di grandi dimensioni, sono tecnologie sviluppate per comprendere e generare il linguaggio umano. Si presentano il più delle volte come una “chat” con cui l’utente può interagire. La possibilità di “dialogare” con questi sistemi sta facilitando l’interazione uomo-macchina perché permette anche a chi non è esperto di linguaggi informatici di interagire con le macchine utilizzando la propria lingua naturale. 

Questi sistemi sono “addestrati” su enormi quantità di testi, come pagine web e libri. Questo addestramento permette ai chatbot di “apprendere” come le parole si collegano tra loro e come vengono utilizzate. Basandosi su questi database di esempi linguistici, i chatbot possono rispondere alle domande degli utenti, partecipare a conversazioni e creare testi.

Chatbot AI, quali sono i migliori e in cosa consistono le loro differenze?

Chat GPT 3.5, la versione gratuita 

La maggior parte dei chatbot AI offrono una versione gratuita e una versione a pagamento e le funzionalità offerte cambiano a seconda della tipologia utilizzata. Tra i principali sistemi, ChatGPT è quello in cui le differenze tra le due versioni sono più consistenti. 

La versione gratuita di ChatGPT (qui) offre le funzionalità di base per cui questo chatbot è stato ideato: la generazione e la rielaborazione di testi. Utilizza il modello di linguaggio GPT-3.5 e questo la rende adeguata per compiti giornalieri come la stesura di e-mail, la rielaborazione di appunti o la sintesi di un testo. Fornendo informazioni specifiche sul contenuto di un’email e sul suo destinatario ad esempio, la chat è in grado di redigere un messaggio ben strutturato e adatto al contesto richiesto. Inoltre, appunti scritti frettolosamente e pieni di errori possono essere trasformati in un testo grammaticalmente corretto e ben organizzato dal punto di vista sintattico.

Chat GPT Plus, la versione a pagamento

Chat GPT Plus, la versione a pagamento di OpenAI (24,40$/mese, circa 22,50€) offre due versioni avanzate del chatbot: GPT-4 e GPT-4o. I due modelli al momento sono simili e non risultano sostanziali differenze nell’esperienza utente, ma OpenAI promette di implementare funzionalità sempre più avanzate nella versione GPT-4o, che dovrebbe diventare più simile a un assistente virtuale programmato per aiutare l’utente nella sua quotidianità. Sarà possibile conversare con questo sistema in tempo reale tramite conversazioni vocali e il chatbot sarà capace di interagire con le nostre fotocamere, commentando e analizzando quello che la chat “vede”. Al contrario, GPT-4 dovrebbe progressivamente risultare più adatto per attività “standard”, come l’analisi di grossi documenti.

Entrambi i chatbot del pacchetto “Plus” di Open AI, rispetto alla versione gratuita, offrono una maggiore creatività nello stile della scrittura. I vantaggi del pacchetto a pagamento però, consistono soprattutto in altre caratteristiche. Con il pacchetto “Plus” si possono effettuare ricerche online e quindi i chatbot possono rispondere in maniera aggiornata alle richieste dell’utente. Ad esempio si potrebbe chiedere un’analisi di mercato sugli ultimi trend in un determinato settore. Tuttavia, nei nostri test su entrambi i sitemi non sempre le chat hanno dimostrato di saper selezionare le fonti più aggiornate presenti sul web. Per evitare di essere tratti in inganno da informazioni inaccurate, resta fondamentale verificare le risposte delle chat, considerando anche che i chatbot sono programmati per rispondere in modo molto persuasivo.

Il pacchetto “Plus” permette anche di creare dei modelli “personalizzati” della chat per delle attività specifiche. Un esperto di pubblicità potrebbe ad esempio addestrare la chat a creare slogan fornendogli vari esempi. Così facendo, la chat imparerà a produrre slogan seguendo lo stile degli esempi ricevuti. Un data analyst potrebbe automatizzare l’analisi di dati addestrando la chat a riconoscere quelli di suo interesse.

Chi non ha tempo di allenare le chat del modello Plus può usufruire di una serie di modelli già personalizzati per usi specifici, come ad esempio quello per la produzione di immagini. In questo caso OpenAI ha integrato nel pacchetto Plus DALL-E, un modello di A.I. che genera immagini a partire dalle descrizioni testuali fornite dall’utente.

Il pacchetto Plus inoltre, offre funzionalità per il caricamento e l’elaborazione di file. Si possono caricare vari tipi di file come immagini, documenti PDF, o fogli di calcolo Excel. Le chat AI possono analizzare i contenuti di questi file per generare risposte appropriate, e possono anche creare nuovi documenti a loro volta, come presentazioni PowerPoint o fogli di calcolo Excel.

Copilot di Microsoft 

Copilot nasce dalla collaborazione di Microsoft e OpenAI. Per questo motivo il chatbot (qui) utilizza il modello linguistico GPT-4 per generare testi. Copilot nella versione gratuita però, a differenza di ChatGPT,  è studiato soprattutto per funzionalità di ricerca online piuttosto che per la produzione o rielaborazione di testi lunghi. La lunghezza delle richieste fatte alla chat ad esempio, non possono superare i 2000 caratteri.

Per un utente che ha necessità di testi brevi (tre o quattro paragrafi), ma ben aggiornati sulle informazioni presenti su internet, può essere un valido strumento, sempre tenendo presente la necessità di fare una verifica sulle fonti che la chat utilizza. Meno utile se si cerca di rielaborare testi lunghi, come report di riunioni o testi scolastici.  

Nella sua versione gratuita, Copilot offre molte più funzioni rispetto al modello gratuito di OpenAI. Può ad esempio generare e analizzare immagini e file, anche se questa funzione nei nostri test ha in alcuni casi presentato problemi, generando contenuti non leggibili o non scaricabili. 

Copilot a pagamento

La versione a pagamento di Copilot (22,00€ al mese per utenti privati e 28,10€ al mese per utenti aziendali), secondo quanto riportato sul sito dell’azienda, permette di integrare tutte le funzioni di Copilot direttamente con gli strumenti Microsoft come Word, Excel o PowerPoint. Un esempio pratico? L’utente può dialogare con Copilot chiedendogli di organizzare i dati su un file Excel e Copilot scriverà una serie di formule che l’utente potrebbe aver difficoltà a elaborare. La funzione di scrittura è implementata in diverse applicazioni, da Outlook per la scrittura e la correzione di e-mail, fino a Powerpoint, per la creazione di presentazioni. 

Gemini di Google

Gemini (accessibile da qui) è un chatbot basato sull’A.I. lanciato da Google come concorrente diretto di Chat GPT. Il modello tuttavia, nella sua versione free,  ha funzionalità molto più simili a Copilot di Microsoft rispetto a ChatGPT. Offre risposte sintetiche e strutturate e può sfruttare la ricerca su internet per cercare le informazioni aggiornate per rispondere alle domande dell’utente. 

Dal modello è stata ritirata la funzionalità per la generazione di immagini, dopo una serie di errori che avevano portato a una serie di gaffe per l’azienda. Il caso si era aperto dopo che Gemini aveva generato immagini di persone raffigurandole con grosse inaccuratezza storiche.  Alla richiesta di generare “un soldato tedesco del 1943” ad esempio, Gemini aveva generato quattro immagini di soldati: una di carnagione bianca, una nera e due erano donne asiatiche. Un caso simile era accaduto con la richiesta di generare la figura del Papa. Un esempio di come questi tool possono generare misinformazione.  In ogni caso, Google ha fatto sapere che la funzione sarà riabilitata, non appena saranno stati risolti alcuni problemi tecnici.

Oltre alle immagini, la versione free di Gemini non può creare file Excel, PDF o Word, mentre la capacità di produrre file dell’universo Google come “Documenti Google” (l’equivalente di Word) o “Fogli Google” (l’equivalente di Excel) è piuttosto limitata. Dai nostri test, sembra che Gemini abbia difficoltà a generare questi documenti. “Non ho la capacità di creare direttamente file per te” è la risposta più ricorrente che la chat fornisce quando le viene richiesto di creare uno di questi file. Sempre dai nostri test risulta che l’unico documento che Gemini riesce ad esportare è il Google Fogli, ma solo nel caso in cui vengano forniti alla chat dei dati numerici, come ad esempio la crescita del Pil di un determinato paese negli anni.

Per quanto riguarda il caricamento di file, Gemini free al momento permette di caricare solo immagini, mentre non può gestire file di altra natura, come PDF o Word. La capacità di analizzare le immagini può essere molto utile nel caso si voglia generare un commento a un grafico o si voglia far trascrivere il testo contenuto in uno screenshot.

Gemini a pagamento

La versione a pagamento di Gemini (19,20 € al mese per utenti privati e 28,86 € al mese per utenti aziendali) offre, secondo quanto riporta l’azienda, un’integrazione con tutte i programmi dell’universo Google come Gmail, Google Documenti, Presentazioni, Fogli e Meet. Utilizza il modello I.A 1.0 Ultra, il sistema più avanzato di Google. Questa opzione garantisce anche un livello di sicurezza e privacy molto più alto rispetto al modello gratuito. Oltre a queste funzionalità, la versione aziendale di Gemini offre la possibilità di avere sottotitoli automatici e tradotti in oltre 15 lingue per svolgere riunioni online.

Claude di Anthropic, utile per l’italiano

Tra i vari assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale, Claude della società Anthropic sta emergendo come una presenza interessante. Disponibile in versione gratuita e a pagamento (Claude Pro), questo chatbot cerca di distinguersi per le sue capacità linguistiche elevate, anche in italiano. 

La versione gratuita offre funzionalità avanzate per l’elaborazione del linguaggio. È possibile fare richieste molto lunghe, anche allegando documenti. Nella versione gratuita non è prevista una lunghezza massima per le richieste, perché questa varia a seconda del traffico sulla piattaforma: in caso di traffico elevato, la lunghezza massima consentita viene ridotta, ma dai nostri test risulta che sia possibile fare richieste lunghe fino a circa cinque pagine. Anche le risposte fornite, se necessario, raggiungono lunghezze elevate, di 3.500-4000 caratteri, una lunghezza di circa due pagine Word.

Una caratteristica che rende Claude interessante è la sua dimestichezza con la lingua italiana. Il chatbot è disponibile nella maggior parte delle lingue del mondo, ma padroneggia particolarmente bene l’italiano, il tedesco, lo spagnolo e il francese, oltre che l’inglese. Nei nostri test ad esempio, Claude è stato molto più efficace dei suoi principali competitor nella traduzione dall’inglese all’italiano e viceversa.

La principale differenza della versione a pagamento di Claude rispetto a quella gratuita è la capacità di gestire richieste più frequenti da parte dell’utente, oltre che più lunghe (fino a 500 pagine di testo). Un utente Pro, ad esempio, può inviare circa 45 richieste ogni cinque ore, secondo quanto riportato dall’azienda. Il numero di richieste disponibili però dipende dalla loro lunghezza. Ad esempio, l’upload di un libro lungo come “Il Grande Gatsby” potrebbe ridurre il numero di messaggi disponibili a circa 15 in un periodo di cinque ore. Questo perché Claude, ad ogni richiesta dell’utente, analizza tutte le informazioni presenti nella conversazione prima di fornire una risposta. Se la conversazione è lunga e contiene allegati pesanti, il lavoro di analisi richiede più tempo e quindi il chatbot limita il numero di richieste che l’utente può fare.

I principali limiti di Claude AI rispetto ai suoi competitor sono la mancanza di accesso a internet e l’impossibilità di generare documenti, come PDF o file Word. Questo significa che Claude non può attingere a informazioni in tempo reale, ma deve limitarsi ad attingere ai dati sui cui è addestrato. Anthropic, in ogni caso, dichiara di eseguire degli aggiornamenti costanti nel tempo, in modo evitare che la chat risponda con informazioni troppo obsolete. 

I migliori chatbot AI che permettono di verificare le fonti

Quando si interagisce con un chatbot AI è fondamentale verificare l’affidabilità delle informazioni che fornisce. Per rispondere alla richiesta di un utente i chatbot lavorano “indovinando” la sequenza di parole più plausibile, in base ai database di testo su cui sono stati addestrati. In alcuni casi, questo processo può portare a quello che gli esperti definiscono “allucinazioni”, ossia momenti in cui il chatbot produce affermazioni false o fuorvianti.

La problematica principale risiede nella qualità dei dati utilizzati durante la fase di addestramento. Questi dati possono essere obsoleti, incompleti o, peggio ancora, errati. Data questa incertezza, è cruciale che i chatbot forniscano le fonti da cui hanno tratto le informazioni per permettere agli utenti di verificare l’accuratezza delle risposte.

Gemini per esempio dispone di una funzione chiamata “double check” (anche nella versione free) che consente agli utenti di identificare le fonti delle risposte di Gemini. Quando questa funzione è attiva, le parti del testo che trovano riscontro in fonti disponibili su Google sono evidenziate in verde. Al contrario, le sezioni senza fonti verificabili o quelle che presentano informazioni contrarie rispetto a quelle trovate su Google, sono evidenziate in rosso.

Anche Copilot è trasparente nel fornire i link delle fonti da cui ha generato le risposte ed è in sostanza efficace quanto Gemini. A differenza del chatbot di Google però, non ha una specifica funzione di “double check”. Per questo motivo il sistema a volte non indica la fonte per ogni singola frase generata, ma si limita a elencare le fonti relative all’intero documento.

ChatGPT, la versione gratuita del chatbot di OpenAI, invece non è predisposto per fornire le fonti utilizzate. Con il pacchetto Chat GPT Plus, la versione a pagamento di OpenAI, la situazione migliora leggermente: le fonti vengono rivelate soltanto parzialmente e spesso solo dopo una richiesta esplicita dell’utente. Il sistema ChatGPT 4o presenta qualche miglioramento in questo senso: mostra le fonti con più frequenza, anche senza la richiesta dell’utente. Entrambi i chatbot del pacchetto Plus tuttavia, spesso lasciano ampie parti di testo senza un chiaro riferimento alle fonti originarie.

Anche Claude, il chatbot sviluppato da Anthropic, non dichiara le fonti delle sue risposte. I testi generati dalla chat si basano esclusivamente sulle informazioni acquisite durante l’addestramento del sistema e il chatbot non è in grado di fornire dettagli specifici sulle fonti utilizzate. 

Tuttavia si sono verificati dei casi in cui per un errore di sistema il chatbot ha fatto riferimento a delle fonti. In questo caso, il chatbot è programmato per riferire all’utente di controllare indipendentemente queste informazioni, proprio perché il chatbot non è programmato per fornire in modo accurato queste informazioni. In altre parole, Claude parla apertamente dei suoi limiti di sistema e incoraggia gli utenti a mantenere un atteggiamento critico verso le informazioni fornite.

Perplexity, il chatbot per la ricerca online 

Perplexity AI è un chatbot AI studiato per essere un “motore di ricerca conversazionale”. Questa tipologia di motori di ricerca, a differenza di un motore di ricerca tradizionale come Google, permette agli utenti di interagire tramite il linguaggio naturale offrendo risposte come in una conversazione umana. Mentre Google fornisce una lista di link e risorse dove cercare le informazioni, Perplexity AI “risponde” con frasi complete, di cui vengono sempre fornite le fonti attraverso dei link. 

Le funzionalità di Perplexity AI sono paragonabili a quelle di Gemini e Microsoft Copilot. Tuttavia, la società californiana dietro Perplexity AI si è focalizzata quasi esclusivamente sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale per la ricerca online, diversamente da Copilot e Gemini che offrono una gamma più ampia di servizi. Concentrandosi su questo settore specifico, Perplexity AI, nonostante sia una realtà più piccola rispetto ai suoi concorrenti, è riuscita a sviluppare un prodotto in grado di competere con i giganti del settore come Microsoft e Google, almeno nel campo della ricerca online.

Una caratteristica peculiare di Perplexity è quella di mettere a disposizione dell’utente specifiche modalità di ricerca. Tra queste, esiste una modalità “Accademica” per ricercare solo su fonti accademiche e altre modalità come “Youtube” o “Reddit” per cercare informazioni solo su queste piattaforme.

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Fonte : Sky Tg24