George Clooney sarebbe il candidato ideale alla presidenza degli Stati Uniti?

Le elezioni negli Stati Uniti sono una cosa seria, tanto da coinvolgere chiunque, George Clooney compreso. Da sempre le star di Hollywood hanno una grande influenza sull’andamento delle campagne elettorali, con le loro ingenti donazioni e con la cassa di risonanza che, grazie alla loro popolarità, fanno ai vari candidati (a volte, però, in modo controproducente: vedi alla voce Hillary Clinton). Di tanto in tanto si fanno anche insistenti le voci su alcune celebrities che, tra indiscrezioni e ipotesi fantascientifiche, potrebbero scendere in campo: negli anni si è andati da Oprah Winfrey a The Rock (ma allora perché non anche Cher?). Se ci pensiamo, anche Donald Trump era uno che veniva più dal mondo dello showbiz che non dalla politica. Tra i tanti candidati virtuali e celeberrimi alla Casa Bianca nel corso degli anni c’è stato anche George Clooney: l’ex medico di ER, attore e regista tra i più amati, è da sempre nelle totonomine (più astratte che reali) per il Partito Democratico, di cui è longevo sostenitore. Nelle ultime ore il suo nome è tornato nel mezzo dell’agone politico per via delle sue dichiarazioni su Joe Biden.

L’attore, infatti, si è unito al coro di voci che vorrebbero che il presidente uscente e candidato per i Democratici anche per il prossimo quadriennio facesse un passo indietro, soprattutto dopo la sua disastrosa performance nell’ultimo dibattito televisivo contro Trump: “Amo Joe Biden. Come senatore. Come vicepresidente e come presidente. Lo considero un amico e credo in lui. Credo nella sua tempra, nei suoi valori. Negli ultimi quattro anni ha vinto molte delle battaglie che ha affrontato”, ha scritto Clooney in un editoriale pubblicato dal New York Times. Ora arrivano i ma: “Ma l’unica battaglia che non può vincere è quella contro il tempo. Nessuno di noi può”. Nonostante Biden e il suo staff rimangano saldamente convinti di continuare la corsa verso le elezioni (l’ultimo scoglio sarà la convention di Chicago il prossimo agosto). Tuttavia, come spesso succede, c’è ora che chiede a George Clooney non solo di “criticare” ma anche di scendere in campo direttamente.

George Clooney candidato, una buona idea?

Al di là di chi è contrario a prescindere alle candidature celebrity, preferendo lasciare la politica ai politici, Clooney è una personalità molto nota negli Stati Uniti e nel mondo, si è da sempre occupato di temi importanti come quello dei rifugiati, della guerra in Africa, dei diritti civili e dell’abuso delle armi. A parte questo, è anche un uomo bianco privilegiato, categoria ancora amatissima negli Stati Uniti, e – anche se non ha gli 81 anni di Biden o i 78 di Trump – i suoi 63 anni e la brizzolatura ormai pluridecennale lo fanno percepire come un uomo maturo e affidabile. Certo, ha accanto a sé una moglie “ingombrante”, la preparatissima e stimatissima Amal Almuddin, che però potrebbe anche essere uno svantaggio: un certo elettorato americano non ama le “donne forti” e alcune posizioni pro-Palestina potrebbero inimicarle i grandi elettori. Anzi, aspettate: già che ci siamo, abbandoniamo subito la mozione Clooney e convergiamo tutti su Amal. Già che vogliamo fare la storia, facciamola per bene.

Fonte : Wired