Spotify sta diventando un social network?

In questi ultimi giorni Spotify ha aggiunto il supporto per i commenti sulle pagine degli episodi dei podcast, così da permettere ai creator di interagire con i loro ascoltatori direttamente all’interno dell’app. Una novità interessante, seppur insolita per una piattaforma dedita allo streaming musicale. Ma se all’integrazione dei commenti aggiungiamo anche le funzionalità interattive dei sondaggi e delle Q&A, è abbastanza evidente che Spotify stia assumendo più i tratti di un social network che quelli di un servizio incentrato sulla musica. Anzi, se le ipotesi di TechCrunch circa la possibilità di ampliare il supporto ai commenti anche ai cantanti fossero vere, allora la piattaforma di streaming potrebbe essere presto destinata a cambiare “forma”.

In ogni caso, non sarebbe certo la prima volta che un’applicazione musicale accoglie un social network. Apple ci ha provato nel 2010, quando Steve Jobs presentò per la prima volta Ping, definendolo un “social network tutto dedicato alla musica” in cui Facebook e Twitter si mescolavano a iTunes. Una presentazione impeccabile, che però non hai conquistato il pubblico. A differenza di Apple, però, Spotify non ha mai dichiarato pubblicamente di voler trasformare la piattaforma in un social, ma si è limitata ad aggiungere una serie di funzioni utili sia per i creator sia per gli utenti. Già lo scorso anno, per esempio, la piattaforma ha rilasciato un redesign ispirato a uno dei social più in voga del momento, TikTok, lasciando intendere l’intenzione di lanciarsi a competere nel settore.

Non siamo diversi da nessun altro in quanto cerchiamo di imparare dal mercato – ha dichiarato l’amministratore delegato Daniel Ek -. Impariamo cosa piace ai consumatori. Cerchiamo di migliorarlo e di creare la migliore esperienza utente possibile”. In questo senso, è chiaro che il supporto dei commenti ai podcast dimostri l’interesse di Spotify nell’ottimizzare l’esperienza offerta al suo pubblico, coinvolgendolo in uno scambio di commenti e opinioni relativi ai contenuti proposti dalla piattaforma, anzichè limitarsi al solo ascolto dei contenuti proposti. E questo può significare solo una cosa: Spotify sta cambiando, anche se non è ancora chiaro in che modo.

Fonte : Wired