Scontro tra Cina e Nato: “Favorisce la guerra russa”. Pechino attacca: “Richiami da guerra fredda”

Dal vertice della Nato arriva un “sonoro” rimprovero alla Cina. Accusata senza mezzi termini di essere il principale “facilitatore” del riarmo russo nella guerra in Ucraina, il documento finale del summit a Washington non fa altro che alimentare lo scontro con Xi Jinping e Vladimir Putin, i due “partener senza limiti”, che rispondono con reazioni incendiarie.

“La Cina è una minaccia alla sicurezza”

Nella dichiarazione finale del vertice, la Nato chiede a Pechino una revisione sulla sua politica, in modo da cessare ogni supporto militare e politico allo sforzo bellico della Russia. Per i 32 membri dell’Alleanza Atlantica, la Cina è responsabile di fornire un sostegno su larga scala alla base industriale della difesa russa a causa del continuo trasferimento di materiali a duplice uso, come componenti di armi, equipaggiamento e materie prime. Il colpo di scena arriva però quando la Repubblica popolare viene etichettata nel documento finale come “una minaccia” alla sicurezza, rafforzando il linguaggio utilizzato nel comunicato dello scorso anno quando il paese asiatico veniva percepito ancora solo come “sfida sistemica”. 

Il documento dell’anno scorso era permeato di speranze su come il gigante asiatico avrebbe potuto “svolgere un ruolo costruttivo” nel porre fine al conflitto in Ucraina e avrebbe “condannato l’invasione della Russia”. Speranze che, come dimostrato dagli incontri tra Xi e Putin, sono state disattese. “La Cina non può permettere la più grande guerra in Europa della storia recente senza che ciò abbia un impatto negativo sui suoi interessi e sulla sua reputazione”, si legge nella dichiarazione finale del vertice.

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Parole che non sono piaciute a Pechino, che alza il livello dello scontro (verbale) e reagisce a sua volta accusando i leader riuniti a Washington per il 75esimo anniversario dell’organizzazione atlantica di ricreare un clima di Guerra Fredda. “La Nato dovrebbe smetterla di enfatizzare la cosiddetta minaccia cinese e di provocare scontri e rivalità, e fare di più per contribuire alla pace e alla stabilità del mondo”, ha dichiarato il portavoce della missione di Pechino presso l’Unione Europea in una dichiarazione sul suo sito web, pubblicata poco dopo che i lavori al Convention Center chiudevano i battenti della seconda giornata. La Cina “non è responsabile della crisi in Ucraina e ha ribadito il suo impegno a promuovere il dialogo e a cercare una soluzione politica” ha chiosato il portavoce cinese, precisando che la Repubblica popolare ha una politica di “non fornire armi letali a nessuna delle parti in conflitto e di esercitare uno stretto controllo sull’esportazione di beni a duplice uso, compresi i droni civili”.

Come a fare da megafono alla retorica russa, Pechino punta il dito contro l’Alleanza accusata di voler provocare un confronto anche in Asia-Pacifico, dopo aver favorito la guerra in Ucraina. Almeno questo è la retorica che filtra dalle frasi Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri cinese, dopo aver definito “irragionevoli e sinistre” le accuse della Nato. Parole che confermano, ancora una volta, come la Cina si senta accerchiata dall’Alleanza.

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Per la Russia “la Nato e l’Ucraina devono scomparire”

Anche la Russia, convitato di pietra del summit Nato, non ha perso occasione per attaccare l’Alleanza Atlantica. Per Mosca le parole contenute nel comunicato Nato non lasciano dubbi. “L’Alleanza è una minaccia ed è pienamente coinvolta nel conflitto intorno all’Ucraina”, ha detto il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov. Che poi ha presentato un’alternativa per porre fine alla “minaccia” della Nato e dell’Ucraina. “Dobbiamo fare di tutto affinché il ‘percorso irreversibile dell’Ucraina’ verso la Nato finisca con la scomparsa dell’Ucraina, o con la scomparsa della Nato. O, meglio ancora, con entrambe le cose”.

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Nonostante i tentativi di allontanare la Cina dalla Russia, i due paesi sembrano più vicini che mai. Proprio oggi lo stato maggiore russo si è riunito a San Pietroburgo nel decimo Forum parlamentare dei Brics per serrare le fila con i paesi ‘amici’ dei Brics (di cui la stessa Russia e la Cina fanno parte) e rafforzare sempre più il nuovo ordine multipolare, non più a trazione statunitense e orientato verso il Sud globale. 

Il timore dell’effetto domino in Asia

I paesi dell’Alleanza Atlantica temono un effetto domino in Asia, con le incursioni sempre più assertive della marina cinese nel mar Cinese meridionale e nel mar Cinese orientale e con i test missilistici della Corea del Nord.

A evitare l’accensione della miccia potrebbe essere il Giappone, che anche quest’anno partecipa al vertice Nato come paese osservatore. In questo senso deve essere letta la richiesta del ministro degli Esteri svedese Tobias Billstrom, che ha esortato l’Alleanza ad “andare avanti con un ufficio di collegamento a Tokyo”. L’idea è stata sollevata per la prima volta l’anno scorso, ma è morta dopo che la Francia si è opposta all’espansione delle operazioni della Nato nell’Indo-Pacifico in quanto al di fuori dello statuto dell’Alleanza che la limita all’Europa. 

Fonte : Today