Neuralink è pronta a impiantare il suo chip cerebrale in un secondo volontario

In un post pubblicato a maggio sul suo sito, Neuralink ha dichiarato che alcuni fili si erano staccati dal cervello di Arbaugh, diminuendo significativamente il numero di elettrodi funzionanti. A quel punto la società ha modificato il suo algoritmo di registrazione neurale in modo da renderlo più sensibile e ha migliorato il modo in cui il sistema traduce gli impulsi neurali in movimenti del cursore.

Arbaugh è tornato a usare il computer con il pensiero nonostante solo il 15% dei fili della Bci sia ancora funzionante, stando a quanto riportato dai dirigenti di Neuralink. In una recente intervista a Wired, l’uomo ha raccontato di essere riuscito a riacquisire un senso di indipendenza grazie al dispositivo.

Le modifiche e i prossimi passi Neuralink

Ora però Neuralink sta cercando di non incappare ne gli stessi inconvenienti con il secondo partecipante alla sperimentazione: “Vogliamo davvero assicurarci di fare il maggior numero di progressi possibile con ogni paziente Neuralink“, ha spiegato Musk nella diretta di mercoledì.

Nel corso del livestreaming, i dirigenti dell’azienda hanno spiegato che dopo l’intervento nel cranio di Arbaugh era rimasta intrappolata dell’aria, un aspetto che potrebbe aver contribuito al distaccamento dei fili. Matthew MacDougall, responsabile della neurochirurgia di Neuralink, ha dichiarato che l’azienda sta adottando misure per eliminare la sacca d’aria nel suo secondo volontario, ma anche che prevede di inserire i fili più in profondità nel tessuto cerebrale e di tracciarne il movimento.

Inoltre, i chirurghi dell’azienda intendono “modellare la superficie del cranio” del prossimo paziente in modo da “ridurre al minimo lo spazio sotto l’impianto” e “avvicinarlo al cervello eliminando parte della tensione sui fili“, ha detto MacDougall.

Musk ha aggiunto che quest’anno spera di impiantare il dispositivo di Neuralink in un numero di pazienti “vicino a dieci (secondo quanto riportato dal registro online di studi clinici ClinicalTrials.gov, l’azienda ha in programma di arruolare tre partecipanti nella sua sperimentazione attuale).

L’imprenditore ha anche rivelato che Neuralink sta lavorando a un impianto di nuova generazione dotato di 128 fili con otto elettrodi ciascuno, una modifica che a suo dire “potenzialmente raddoppierà la capacità di trasmissione se saremo precisi nel posizionamento dei fili”. Musk non ha però specificato quando il dispositivo sarà pronto per essere testato sugli esseri umani.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Fonte : Wired