Nel 2009 Lorella Zanardo pubblicava il documentario Il Corpo delle donne. Frutto di un lungo lavoro di documentazione e ricerca, il documentario metteva in fila una serie di immagini tratte da alcune trasmissioni di intrattenimento con l’obiettivo di dimostrare come le donne venivano raccontate all’epoca in televisione. Nient’altro che corpi, spesso poco vestiti, su cui indugiava maliziosa la telecamera con particolare attenzione su seni, glutei e sulle parti intime di conduttrici, ballerine e veline. Il corpo delle donne creò molto scalpore e costrinse alcune trasmissioni a rivedere il modo in cui le donne apparivano in video. Ma l’oggettivazione del corpo femminile è un tema tutt’altro che superato, come dimostrano le discussioni nate intorno all’ultima edizione di Temptation Island.
Battute sessiste e ragazze in bikini
Nella prima puntata i due concorrenti Lino e Tony sono stati invitati dagli autori ad assistere a una partita di beach volley delle single, giovani donne incaricate di indurre in tentazione i fidanzati che si sono rivolti al programma per mettere alla prova le loro relazioni. Lino e Tony sono stati accusati dalle proprie fidanzate di essere poco o per nulla fedeli e i due non hanno fatto mistero della loro attrazione verso l’universo femminile; così gli autori e le autrici del programma li hanno provocati mettendoli a bordo campo mentre le ragazze giocavano in bikini. Tra battute sessiste e scambi di battute al limite del grottesco, i due non hanno fatto una bella figura né a casa né con le rispettive fidanzate, ma per arrivare al risultato sono andate in onda per lunghi minuti inquadrature di glutei, seni e corpi che si rotolavano nella sabbia. Il tutto era funzionale al racconto ma quelle immagini hanno comunque suscitato molte perplessità riassumibili nella domanda: era proprio necessario?
Quando finisce la grassofobia?
Un’altra polemica riguarda Siria, entrata a Temptation Island insieme al fidanzato Matteo. I due stanno insieme da molto tempo e due anni fa la ragazza si è sottoposta a un intervento che le ha fatto perdere 85 kg. Siria ora si sente libera di vestirsi come vuole e di apparire seducente non solo agli occhi del suo fidanzato, ma anche a quelli di altri uomini. Su di lei sono piovute critiche anche molto feroci che l’accusavano di aver “usato” Matteo fino a quando le faceva comodo per poi mollarlo non appena si è sentita più sicura di sé. Su questa storia è intervenuta l’antropologa e divulgatrice Giulia Paganelli su Instagram: “Le persone grasse non hanno accesso facile ed educativo a tutte le sensazioni, le esperienze e le emozioni, anzi vengono da subito educate a non desiderare, a non pretendere attenzioni – questo perché, spiega Paganelli – il corpo grasso non è socialmente un corpo che può essere desiderato”. Secondo Paganelli, Siria avrebbe subito una doppia violenza: quella che ha subito quando era grassa perché il suo corpo non era socialmente considerato desiderabile e ora in qualità di persona che ha scelto di perdere peso: “Abbiamo un debito noi persone grasse – conclude l’antropologa sui social – dobbiamo beatificare il maschio che ci fa la grazia di toccarci e prenderci nella sua vita, indipendentemente dalla persona che è, dai comportamenti che ha, dalle cose che si permette o meno di fare col nostro corpo. Dove finisce il dolore di questa sottomissione legalizzata quando dimagriamo? Come ci muoviamo nel mondo stimolante della normalità coi nostri corpi nuovi? Quando finisce, infine, la grassofobia dentro e fuori da noi?”.
Nel corso delle edizioni di Temptation Island si sono toccati molti temi importanti come la cultura del possesso, il sessismo e la violenza di genere. Quest’anno il tema dei corpi sembra essere centrale anche perché sia le tentatrici che le fidanzate sono quasi tutte pesantemente ritoccate. È questo il nuovo canone di bellezza proposto dalle televisioni commerciali? Vogliamo che le donne impieghino il loro tempo e la loro energia per sembrare delle Bratz? E a che prezzo?
Il programma funziona perché racconta in maniera leggera e a tratti divertente dinamiche relazionali spesso disfunzionali e tossiche, ma forse sarebbe il caso che a temi tutt’altro che leggeri venga riservato un trattamento diverso, magari spiegando al pubblico a casa quello che sta accadendo con maggiore cura e attenzione senza mai perdere la leggerezza. Non tutto infatti può essere sacrificato sull’altare del trash.
Fonte : Today