Stretto di Messina attraversato su un filo, la cronaca

Villa San Giovanni (Rc) – Un filo invisibile ai più è rimasto steso per giorni, tra i tralicci a croce marchiati Red Bull che incombevano sulle teste di noi cronisti inchiodati in un’attesa che si è fatta via via più densa come la cappa di afa che nel pomeriggio cala sullo Stretto di Messina e sembra imprigionare ogni progetto di sfida, di riscatto, di redenzione che non sia quello di abbandonarsi al proprio destino.

Oggi infine a unire la costa calabra con quella sicula è bastata una fettuccia tesa sul mare, grazie alla tecnica e al coraggio di uno slackliner estone. Lui, il protagonista dell’impresa, il trentaduenne Jaan Roose, smilzo ragazzo con lo sguardo acuto da colibrì, colore del cielo, le spalle strette, le caviglie resistenti come acciaio liquido, in grado di restare in equilibrio a lungo su una superficie ridottissima, modificando i pesi del corpo come se fossero elementi indipendenti l’uno dall’altro, non è nuovo a imprese del genere – con Red Bull sempre al suo fianco a cui si è aggiunta in questa occasione Fastweb per lo streaming 5G – se è vero che oltre a diverse sfide di slacklining nelle più improbabili location e con le più ostili condizioni atmosferiche, si è laureato tre volte campione del mondo della specialità e non contento si è anche cimentato nel tricklining realizzando – primo e unico al mondo – un doppio backflip (salto all’indietro con alto coefficiente di difficoltà) sempre su una slackline.

Dopo minuziosi sopralluoghi sull’area interessata, tra il borbottio lontano dell’Etna e dello Stromboli, Jaan ha optato per porre la sua fettuccia di tessuto larga appena 1,9 cm (6 mm meno della larghezza originaria) tra i due maestosi tralicci dell’ex elettrodotto. Partenza da Santa Trada (Villa San Giovanni), da un punto del pilone alto 265 metri – misura superiore al più alto grattacielo italiano – e arrivo a Torre Faro (Messina) ad un’altezza di 230 metri sul braccio di mare tra Calabria e Sicilia. Una traversata da Guinness dei Primati: la più lunga camminata su slackline della storia (3646 metri), che – senza la caduta a soli 80 metri dal traguardo – avrebbe polverizzato il record di 2710 m del percorso di Mont Dorè, in Francia, con un distacco di oltre 900 metri.

Unica incognita sembravano essere le condizioni meteo, per questo novello Zarathustra che ha voluto dare una dimostrazione plausibile al celebre detto di Nietzsche che individua la grandezza dell’uomo proprio nel suo essere ponte e non scopo. “Paura ed eccitazione mi accompagnano in ogni impresa” aveva detto qualche giorno fa alla conferenza stampa alla quale si era presentato scalzo, tanto perché fosse chiaro quanto i piedi fossero importante strumento nella continua ricerca di superare i suoi limiti. “Amo quella sensazione che mi porta a superare me stesso”. La sua traversata tra le nuvole, con passo sincopato e sicuro, si è caricata così di altri significati oltre a quello sportivo, soprattutto quando dopo una prolungata attesa dovuta alle condizioni meteo instabili (un forte vento di Scirocco che ha soffiato anche per tutta la durata della prova) si è capito che il momento della sfida era vicino. Sfida che un giorno potrà essere soggetto di un film.

Cronaca di un record mancato per un soffio (di Scirocco)

Mercoledì 10 luglio 2024. Ore 8,56. “Good to go!”. Jaan lascia il pilone di Torre Strada in Calabria, lo sguardo fisso al traliccio di arrivo in Sicilia. Inizia finalmente la traversata. ore 10.01. Jaan completa il primo terzo di percorso in 1 h e 5 m. I primi 500 metri sono il tratto più impegnativo perché l’atleta deve prendere confidenza con l’ambiente circostante e il ritmo si deve assestare.

Fonte : Wired