Non ci sarà nessuna revisione del processo sulla strage di Erba. La corte d’Appello di Brescia presieduta da Antonio Minervini ha ritenuto inammissibili le istanze della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati per i fatti dell’11 dicembre del 2006. Una carneficina che causò quattro morti tra cui un bambino di due anni, mentre una quinta persona riuscì a sopravvivere miracolosamente, grazie a una malformazione della carotide. I giudici non hanno di fatto ammesso nessuna delle nuove prove che gli avvocati hanno esposto per provare a riaprire il caso sulla strage di Erba. Di fatto è stato quindi confermato l’ergastolo per i due conougi. La sentenza di oggi – arrivata quasi 5 ore di camera di consiglio – ribadisce quanto già stabilito in primo grado, in appello e in Cassazione sul quadruplice omicidio dell’11 dicembre del 2006 e sgretola le speranze della coppia che assiste, nella stessa gabbia, al verdetto.
I legali dei due coniugi avevano presentato una serie di richieste relative principalmente alle discrepanze tra le confessioni dei due imputati e gli elementi poi emersi con gli accertamenti scientifici e sull’attendibilità della testimonianza di Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto alla mattanza. La Corte d’Appello di Brescia aveva dichiarato ammissibile il ricorso e stabilito di dover decidere nel merito dell’istanza. Oggi però è arrivata la decisione definitiva: gli elementi presentati dalla difesa non possono essere considerati nuove prove. Il processo su Erba non verrà riaperto.
Rosa e Olindo sono assassini feroci
Il 10 gennaio 2007, davanti ai magistrati, i Romano ammisero, addossandosi separatamente l’intera responsabilità, di essere gli esecutori della strage, descrivendone con minuzia i singoli atti, il tipo di ferite, la posizione dei corpi delle vittime e il tipo di armi usate. Come se non bastasse, la confessione venne ribadita in sede di convalida di fermo e decisivi furono ritenuti i particolari descritti: li poteva conoscere solo chi aveva vissuto la scena del delitto in prima persona.
Il più o meno sgangherato fronte innocentista, spinto soprattutto da alcune trasmissioni tv e pagine social, ha riproposto a cadenza regolare la strage di Erba sulla ribalta mediatica negli scorsi diciotto anni. Tra le presunte incongruenze, a dire il vero estremamente fragili e confuse, che cambierebbero le carte in tavola, la testimonianza di Mario Frigerio, che secondo i legali di Romano e Bazzi non fu genuina. Il suo andrebbe considerato “un falso ricordo” determinato anche dal monossido di carbonio sprigionato dall’incendio dopo l’eccidio. Infine la difesa vorrebbe in aula i “nuovi testimoni” tra i quali un ex carabiniere secondo il quale mancano numerose intercettazioni e un nordafricano che parla di una “vendetta di un gruppo di spacciatori” contro Azouz Marzouk per questioni legate allo spaccio di droga.
Cosa fanno oggi Rosa e Olindo
Rosa Bazzi esce ogni giorno dal carcere per lavorare in una cooperativa sociale: si occupa di pulizie. Olindo Romano ha smesso di fare il cuoco e ha seguito un corso per lavori di imbiancatura. Si era anche iscritto ad Agraria, poi ha interrotto gli studi. Scrive lettere ai giornali per rivendicare l’innocenza sua e della moglie.
Fonte : Today