Nonostante l’estate sia ormai cominciata, e passiamo più tempo all’aria aperta, si sta registrando nelle ultime settimane un aumento dei casi di Covid-19. Le stime dell’ultimo bollettino settimanale del Ministero della salute raccontano, infatti, che dal 27 giugno al 3 luglio le nuove infezioni sono state 3.855. In aumento, quindi, rispetto alla settimana precedente, ossia dal 20 al 26 giugno, in cui i casi sono stati 2.505. Ma a cosa è dovuto questo picco, a quali sintomi bisogna far attenzione e come fare per proteggersi dal contagio?
Lieve aumento
La variante di Covid-19 predominante nella nostra penisola rimane la JN.1, con la sottovariante più contagiosa delle precedenti, chiamata KP.3, principale responsabile dell’aumento dei casi di infezione. “Nel periodo di monitoraggio l’incidenza di nuovi casi identificati e segnalati con infezione da Sars-CoV-2 in Italia è in lieve aumento, ma si attesta sempre a livelli molto bassi. L’impatto sugli ospedali è stabile e limitato”, ha commentato Francesco Vaia, direttore della Prevenzione del ministero della Salute. “La variante JN.1 con tutti i suoi sotto-lignaggi si conferma predominante, in accordo con quanto osservato in altri Paesi”.
I sintomi della variante
La sintomatologia della KP.3 è simile a quella delle precedenti ondate, con sintomi che interessano le vie respiratorie, quali raffreddore, febbre, tosse, mal di gola, mal di testa ma anche dolori muscolari e articolari. Tuttavia, le varianti del nuovo coronavirus possono provocare complicanze nelle persone fragile, come anziani, donne in gravidanza e pazienti immunodepressi. “Anche se si tratta di forme poco aggressive, quando colpiscono una persona fragile possono causare gravi conseguenze ed essere anche letali”, ha precisato al Corriere della Sera Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). “Non dimentichiamo che ogni settimana ci sono in media 20 decessi; dal primo gennaio 2024 al 3 luglio sono morte 1.688 persone”. Ricordiamo brevemente che se si ha il dubbio di aver contratto l’infezione, la prima cosa da fare è sottoporsi al tampone. Nel caso in cui fosse positivo, è opportuno adottare le misure di precauzione per limitare i contagi, rimanere in casa, assumere farmaci come antinfiammatori e antipiretici in caso di febbre e, qualora si presentassero complicanze, chiamare il proprio medico curante.
Come proteggersi
Il vaccino, ovviamente, gioca un ruolo fondamentale nella lotta alla Covid-19, soprattutto per le persone fragili. Per la prossima stagione autunnale, infatti, sono già attesi i nuovi vaccini aggiornati alle varianti in circolazione. “Chi ha avuto il Covid o si è vaccinato di recente negli ultimi 7-8 mesi, potrebbe aspettare il nuovo vaccino aggiornato, però sappiamo che solo 12 persone fragili su 100 si sono vaccinate negli ultimi mesi, quindi sarebbe auspicabile che si vaccinassero subito e poi facessero il richiamo a dicembre/gennaio col nuovo vaccino”, ha spiegato Andreoni al Corriere della Sera. Gli altri accorgimenti consigliati per ridurre il rischio di infezione e proteggersi sono gli stessi: indossare la mascherina quando ci si trova in luoghi chiusi e affollati, come sui mezzi di trasporto quali aerei o treni, e lavarsi di frequente le mani con acqua e sapone. Per quanto riguarda gli ospedali e le Rsa, invece, anche se è stato abolito l’obbligo della mascherina (o meglio la decisione di mantenerlo spetta alle direzioni sanitarie), rimane opportuno indossarla soprattutto nei reparti a maggior rischio.
Fonte : Wired