Antonello Lovato, l’imprenditore agricolo pontino finito in carcere per la morte di Satnam Singh, si è distinto per una “condotta disumana”. Ma il contesto nel quale questo è avvenuto è quasi norma nell’Agro Pontino. Ed è la logica stessa del decreto flussi a determinare una situazione di costante precarizzazione, esclusione sociale e infine “clandestinizzazione” della forza lavoro immigrata necessaria per mandare avanti il lavoro delle campagne.
In questo video siamo in grado di raccontarvi, dall’inizio alla fine, come le aziende riescono a intercettare facilmente manodopera a bassissimo costo sfruttando la fragilità strutturale dell’unico canale di ingresso regolare per lavorare in Italia.
Così arrivano in Italia i nuovi schiavi dei caporali
Il momento fondamentale è il click day, giorno dal quale è possibile presentare le domande. Nel 2023 sono state sei volte maggiori rispetto alle quote stabilite. Il datore di lavoro la cui domanda è rientrata nelle quote riceve il nulla osta, lo invia alla rappresentanza diplomatica italiana competente del paese di origine. Una volta ottenuto il visto, i lavoratori possono entrare in Italia e, entro otto giorni, devono recarsi alla prefettura competente insieme ai datori di lavoro per stipulare il contratto, chiedere il rilascio del permesso di soggiorno e cominciare a lavorare. Ed è in questi passaggi che si insinuano irregolarità di ogni tipo.
“Fate richiesta di lavoro agricolo specificando che vi servono cinque braccianti e loro possono arrivare in Italia. Loro dopo non si presentano, e per ogni nulla osta all’imprenditore posso dare cinquemila euro, soldi che sborsa il migrante che nel frattempo potrà comodamente raggiungere la sua destinazione in aereo”
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Fonte : Today