Il Borgo porta avanti l’arte della legatoria a Milano: “L’Italia ha un patrimonio librario che va salvato”

video suggerito

La cooperativa sociale il borgo porta avanti da decenni la tradizione delle legatoria a Milano: “L’online esisterà e resisterà. In parallelo, viaggerà sempre un po’ il cartaceo”.

0 CONDIVISIONI

Il 19 luglio 1985, ispirati dalla lettera pastorale “Farsi prossimo” del Cardinale Martini, per iniziativa dell’allora coadiutore della Parrocchia SS.Trinità, don Giorgio Riva, e grazie ai soci fondatori, nacque la Cooperativa sociale Legatoria Il Borgo, dal settembre 1986 con sede in via Canonica 25. La sede de il Borgo è, dunque, all’interno di quello che era una volta Il Borgo degli  Ortolani (da qui il nome). Lungo la strada postale per Varese, via Canonica appunto, si sviluppò una serie di cascine, grazie alle molte risorse idriche della zona, i cui prodotti (frutta, ortaggi, verdura), venivano coltivati in abbondanza, raccolti e venduti, dando così origine al nome del borgo, che, in milanese, in realtà, è “borgh di scigulatt”, cioè il borgo dei produttori di cipolle, ma che, per estensione del concetto, divenne ufficialmente Il Borgo degli Ortolani. Guido Artosin è il Presidente e Coordinatore della Cooperativa Legatoria Il Borgo, che non ha scopo di lucro e, in particolare, si occupa della formazione e dell’inserimento nel lavoro di legatorìa, di giovani.

Mission, obiettivi, lavoro, solidarietà, formazione, attenzione alla persona. Alla base de Il Borgo, un intreccio di valori…

Il Borgo è una cooperativa orgogliosa di mettersi al servizio del quartiere, innanzitutto, e ha come mission, proprio la formazione e la preparazione al lavoro di persone che hanno avuto qualche chance in meno. Il nostro obiettivo è quello di non fare utili, ma di andare  in pareggio e di garantire un lavoro stabile. Attualmente siamo in 5  soci lavoratori. I valori che stanno dietro sono quelli veri della cooperazione: solidarietà, mutualità e democrazia. Siamo un insieme di 45 soci che collaborano intorno al nucleo dei soci lavoratori. Questo ci permette di avere uno sguardo forte sulle identità del territorio e, quindi, di creare relazioni, attraverso quello che facciamo.

Leggi anche

L’aeroporto di Milano Malpensa verrà intitolato a Silvio Berlusconi: “Ha fatto la storia dell’Italia”

Alcuni mastri legatori del quartier hanno insegnato questo antico mestiere: negli anni 18 giovani sono passati dai banchi della Legatorìa e hanno imparato, lavorando, un mestiere artigiano. Alcuni di questi lavorano ancora al Borgo. Un percorso anche di crescita lavorativa, professionale, umana…

Esattamente così. Le persone che passano di qui, al Borgo, hanno questo vantaggio: vedere un prodotto creato insieme, dalle nostre mani, dall’inizio alla fine. Questo permette di avere una consapevolezza delle potenzialità che uno può tirare fuori da qualsiasi situazione. Insieme a questi soci lavoratori, che in questi anni sono passati al Borgo, abbiamo avuto e abbiamo una serie di ragazzi, tra operatori e tirocinanti sono oltre 90, che hanno avuto da questo luogo un aiuto, per potersi sperimentare in un ambiente che non fosse quello scolastico. La collaborazione con due scuole professionali, in particolare, la Rizzoli e l’Istituto Arte Muraria, ad indirizzo grafico, ci permette di avere dei ragazzi che hanno, intanto, bisogno di avere veramente delle guide e di esprimere quello che vogliono fare e non riescono magari a farlo, in modo teorico, a scuola.

Immagine

La legatoria Il Borgo fa tutto il suo ciclo lavorativo, all’interno dei suoi locali. Il settore è la legatoria artigianale e la produzione di oggettistica. Chi sono i vostri clienti?

I clienti più importanti sono le Biblioteche professionali e, quindi, soprattutto università cittadine, poi studi legali internazionali, clienti che fanno capo al mondo della moda, che si riferiscono al mondo professionale, in genere. Abbiamo anche fondazioni che hanno bisogno di mantenere i loro archivi e la loro documentazione. Un esempio, nato negli ultimi sei mesi: l’acquisizione digitale di archivi, tesi storiche, presso un ente universitario prestigioso, che ci ha affidato il suo materiale documentale unico, dal 1906 al 1930. Lo abbiamo acquisito digitalmente, avendo la cura degli artigiani. Quindi, acquisendolo, con strumenti avanzati, come uno scanner planetario, che ci permette di fornire la versione digitale ma, nello stesso tempo, di condizionare il materiale, in modo che sia, negli anni, consultabile ancora a lungo”.

L’autosufficienza economica della cooperativa, quanto è difficile e faticosa?

Tema delicatissimo e faticosissimo. Noi siamo sul mercato e orgogliosi di servire questi nostri clienti. Tendiamo a migliorarci di continuo, ma, questo processo, che non finisce mai, è faticoso, proprio per la nostra microdimensione. Siamo una realtà di qualità, ma che sopporta tutte le altalene del mercato e di questo mercato di nicchia. La nostra fortuna, è di non avere una monocommessa, ma una clientela, possibilmente molto ampia e, fortunatamente, non in difficoltà finanziaria. Certo è che, garantire 5 stipendi tutti i mesi, non è semplice, perché la nostra attività è, sostanzialmente, al 70%, costituita da manodopera.

La Cooperativa Il Borgo si è specializzata nella rilegatura di periodici, riviste, libri monografici, nella personalizzazione delle rilegature e degli album portafoto, anche di singoli privati. Questo è un po’ il vostro fiore all’occhiello o non solo?

Ci definiamo artigiani al passo con i tempi. Il settore food, a Milano, è esploso e ha delle eccellenze che si rivolgono a noi, per avere la carta dei menu e dei vini. Si tratta di clienti molto prestigiosi. La nostra forza risiede proprio nell’ascolto del cliente e nella conseguente personalizzazione. Non abbiamo prodotti standard, ma la capacità di realizzare i desideri del cliente, attraverso tecniche artigiane. Questo è apprezzato, poi, anche dal cliente finale del ristorante, proprio perchè la presentazione della storytelling, in un ambiente prestigioso, avviene in un portamenu. Presentare il tutto in un portalistini di plastica non va bene.

Oggi Il Borgo rilega volumi per 70 biblioteche universitarie e cittadine, 115 enti e studi professionali, molti privati e produce cartotecnica professionale per alcuni clienti. Ma, ai tempi del web, come fronteggia la migrazione verso l’online di molti titoli?

L’online esisterà e resisterà. In parallelo, viaggerà sempre un po’ il cartaceo. L’Italia ha un patrimonio librario incredibile, che va valorizzato e salvato digitalmente e condizionato in una forma adatta. Siamo sempre meno che facciamo questo mestiere. Noi siamo vicini agli 800-1000 clienti privati che, spesso, ci portano il loro affetti: testi su cui hanno letto e studiato. Vogliono conservarli e portarli ai nipoti. Questo accade spesso ed è anche gratificante per noi.

Tu hai lasciato un lavoro sicuro, per affrontare una sfida che ha cambiato la tua vita. Questa scelta che cosa ti ha tolto e che cosa ti ha dato?

Sicuramente mi ha tolto un po’ di tranquillità economico-finanziaria e anche un po’ di mattine, in cui ti ritrovi a pensare cosa fare e come farlo. Di sicuro, mi ha dato una famiglia in più, perchè le persone con cui lavoro, le considero davvero parte della mia vita. Tutto quello che si esprime qui, lo dobbiamo a chi ha pensato, all’origine, tutto ciò. Credo proprio che, se tornassi indietro, non baratterei la tranquillità economica di un posto sicuro con quella che trovi anche qui, pur in una certa dinamicità. Ecco, diciamo che qui al Borgo, trovi la serenità.

Il futuro della Cooperativa Il Borgo, a che cosa è legato?

Il futuro è legato, credo, agli investimenti, non solo finanziari e materiali, ma sullo scommettere sui ragazzi che vi accedono. Un ricambio, su cui riflettiamo spesso e su cui abbiamo riscontri. Un esempio: una ragazza tirocinante che è stata qui, a fine tirocinio  ci ha scritto una lettera di ringraziamento, in cui trapelava la sua passione per un lavoro così, che l’aveva sì gratificata, ma che le aveva dato uno sguardo sulle relazioni umane, diverso da quello che lei aveva sempre incontrato. Questo ci fa sperare tanto nel futuro. Un altro piccolo esempio: due classi di quarta elementare, sono venute da noi. Le maestre hanno riferito che i bambini, tornati a casa dai genitori, hanno detto: “È l’esperienza più bella che abbiamo vissuto nell’anno”. Li abbiamo accolti a gruppetti di 10, li abbiamo fatti lavorare, a turno, in ogni postazione, finchè sono usciti da qui con il loro quaderno, fatto da loro, stampato in oro, con i loro nomi e con noi che abbiamo spiegato che la carta ha un futuro che guarda al passato, perchè abbiamo carte di 500 anni fa. Il cd-rom e la memoria ram, invece, hanno un futuro che guarda, forse, al decennio.

0 CONDIVISIONI

Fonte : Fanpage