Esperti bocciano nuovo dl Ponte sullo Stretto, l’ad Ciucci: “Non rischia di essere opera incompiuta”

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Il nuovo decreto Infrastrutture del governo Meloni permetterà di approvare il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto “per fasi”, invece che tutto insieme. Una mossa per allungare i tempi, che però è stata criticata duramente oggi in commissione Ambiente alla Camera, dall’Anac e non solo. L’ad della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha provato a cancellare i dubbi.

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“Non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive” del Ponte sullo Stretto di Messino, non c’è “indeterminatezza sui costi” e non c’è sicuramente “un rischio di incompiuta“, perché “il progetto è assolutamente fattibile”. L’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha commentato così i dubbi sull’opera emersi oggi, durante le audizioni della commissione Ambiente della Camera sul nuovo decreto Infrastrutture: a sollevarli è stato soprattutto Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, ma non solo. In particolare, il dl consentirà al ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini di approvare il progetto esecutivo del Ponte “anche per fasi costruttive”, cioè una parte alla volta, invece di obbligare all’approvazione complessiva entro il 31 luglio come era previsto.

Le critiche dell’Anac al nuovo decreto

Busia ha chiesto di garantire la “trasparenza sui costi” della costruzione, e poi ha parlato delle tempistiche. Il limite del 31 luglio 2024, “inizialmente fissato come termine per l’approvazione del progetto esecutivo”, è risultato essere “irrealistico”. Tuttavia, con il nuovo decreto “viene totalmente cancellato”. Questo è un problema: serve “fissare un termine”, che è “essenziale per valutare lo svolgimento dell’opera”. Per di più, considerando l’entità della costruzione, Busia si è detto scettico sull’idea di approvare la costruzione “per fasi”: serve “un progetto esecutivo unitariamente considerato, altrimenti si rischierebbe di approvare singole fasi del progetto senza essere certi che queste fasi vadano a collegarsi l’una con l’altra”. Così, lo Stato “finirebbe per prendere su di sé rischi che non gli competono ed i costi potrebbero aumentare oltre il limite fissato”.

Busia, peraltro, non è stato l’unico esperto a criticare la nuova direzione del governo, che con questo decreto è sembrato avere l’intenzione di portare avanti a tutti i costi i lavori del Ponte nonostante i ritardi e le mancanze del progetto. Il presidente dell’Ordine dei geologi ha detto di essere “perplesso” dall’idea di approvare un progetto simile per fasi costruttive. Giusy Caminiti, sindaca di Villa San Giovanni (dove partiranno gli espropri per costruire l’opera), ha detto che c’è “assoluta incertezza temporale sulla fase costruttiva“, e che il timore di chi vive nel territorio è che i cantieri finiscano “per rimanere lì come ecomostri e incompiute”. Guido Signorino, presidente del comitato Invece del Ponte, si è invece concentrato sul fatto che il nuovo decreto conferma “la mancanza di copertura finanziaria integrale dell’opera”.

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La risposta dell’ad Pietro Ciucci

Su questo ultimo aspetto, Ciucci ha affermato che quando arriverà l’approvazione del Cipess “sarà approvato anche il piano economico finanziario che accerterà l’esistenza della copertura per l’intero fabbisogno dell’opera, proprio per evitare rischi di incompiuta”. Per quanto riguarda l’approvazione per fasi, secondo l’amministratore delegato non è un problema perché ha “l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi”. Mentre sul piano tecnico “la fattibilità del progetto non è mai stata messa in discussione”, e anche le risposte alle obiezioni sollevate dal ministero dell’Ambiente “saranno completate” a breve.

Ciucci ha poi insistito che l’approvazione per fasi non vuol dire che il Ponte sarà approvato un tratto alla volta: “È un insieme di opere: le opere anticipate, le opere di accompagnamento ambientale, i raccordi a terra, oltre 40 km di strade e ferrovie, funzionali, percorribili e utili fin da subito alla popolazione. Ponte, torri e blocchi di ancoraggio saranno ovviamente un unico progetto“.

M5s: “Gestione di Salvini tragica”

I deputati del Movimento 5 stelle delle commissioni Ambiente e Infrastrutture hanno commentato con una nota, dicendo che “al termine di una lunga giornata di audizioni”, resta “più di un sospetto che con il Ponte sullo Stretto il governo stia apparecchiando un’operazione a dir poco rovinosa per il Paese”. Secondo i pentastellati, “almeno sin qui l’operato del ministro Salvini è a dir poco tragico. L’intero dossier è avvolto da un alone di incertezza, aggravato da una cronica mancanza di trasparenza: sui costi, sui tempi, sul progetto esecutivo, sulle lacune degli incartamenti sin qui presentati e sulla road map che l’esecutivo Meloni intende seguire. Le perplessità evidenziate oggi dai geologi, dall’Anac, dai sindacati e dal comitato Invece del ponte sono le nostre”. Il Ponte “rischia di costarci il doppio dei 15 miliardi preventivati e di rivelarsi inutile e non del tutto sicura”.

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Fonte : Fanpage