Quando iniziano i lavori del Ponte sullo Stretto: “Manca una data, così non si può valutare”

Secondo il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, i lavori per costruire il ponte sullo Stretto di Messina sarebbero dovuti iniziare nell’estate del 2024. In realtà, sappiamo che tutto è stato spostato in avanti nel tempo, anche l’approvazione del progetto prevista entro il 31 luglio 2024. Se manca una data mancano anche le certezze sui costi e per le autorità è impossibile monitorare e fare valutazioni. Nell’ultimo decreto sul ponte il progetto è stato “spezzettato” per essere portato avanti in più fasi e “ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi”, ha detto Pietro Ciucci, ad della società Stretto di Messina. Ma il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, ha espresso i propri dubbi: ci sono rischi concreti di aumento dei costi per lo Stato, come aveva già detto nella sua intervista a Today.it.

Le date del ponte sullo Stretto: i “quando” mancanti

Anche se Salvini ha spesso parlato di “prima pietra” del ponte entro l’estate 2024, il crono programma previsto parlava di “recinzione dei cantieri” a dicembre 2024 inoltrato. Nei mesi ci sono stati dei ritardi sulla tabella di marcia: Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina S.p.a, ha già chiesto una proroga di 120 giorni per risolvere le criticità segnalate dalla commissione del ministero dell’Ambiente per la “Via”, la valutazione di impatto ambientale, passaggio decisivo per la realizzazione dell’opera. Tra queste, anche dei documenti illeggibilicon simboli strani. Di sicuro, i cantieri non partiranno in estate, come ampiamente previsto.

Il cronoprogramma sull'inizio lavori per la costruzione del ponte sullo Stretto

Riguardo il progetto esecutivo, nell’ultimo decreto approvato sul tema il governo Meloni ha stabilito che verrà spezzettato e presentato in più fasi: “Si è capito che il termine del 31 luglio 2024, inizialmente fissato come termine per l’approvazione del progetto esecutivo, è naturalmente irrealistico e va procrastinato”, ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, durante l’audizione in commissione Ambiente alla Camera, aggiungendo: “Però nel decreto viene totalmente cancellato e sarebbe opportuno fissare un termine: averlo è essenziale per valutare lo svolgimento dell’opera”.

Avere più fasi di approvazione esporrebbe il progetto a potenziali varianti: “Proprio un’opera come il ponte sullo Stretto deve avere un progetto esecutivo unitariamente considerato, altrimenti si rischierebbe di approvare singole fasi del progetto senza essere certi che queste fasi vadano a collegarsi l’una con l’altra. Bisogna avere una visione unitaria”, sottolinea il presidente Anac. E le incognite sui tempi ne portano altre sui costi. 

Quanto costa fare il ponte: i costi e i rischi per lo Stato

I “quando” mancanti portano ai “quanto”. Sui costi del ponte si sa solo che nel tempo sono cambiati parecchio: “Ci sono alcune disposizioni che fanno riferimento alla verifica dei costi: è importante unitamente al progetto avere una trasparenza ampia sui costi, questo è essenziale per valutare i vincoli di bilancio e la compatibilità con l’articolo 72 (che impone di non superare il limite del 50% rispetto alla spesa iniziale – ndr) opportunamente previsto dal decreto fin dall’inizio”, il parere di Busia, ascoltato i commissione Ambiente.

Busia ha anche spiegato le conseguenze di una mancata nuova gara d’appalto: “Avevamo suggerito al governo di acquisire il vecchio progetto e usarlo come base di gara per completarlo e migliorarlo. Non è stato deciso così, quindi a maggior ragione oggi serve approvare il progetto esecutivo in modo unitario, senza spezzettarlo in fasi esecutive e naturalmente senza avviare i lavori prima di avere un quadro complessivo dell’opera”. Secondo l’ultimo aggiornamento sul portaleSilos della Camera dei Deputati, la costruzione del ponte costa 13,5 miliardi di euro mentre l’appalto è di 6,5. Ma quest’ultimo dato è del 2011.

Il costo previsto per costruire il ponte sullo Stretto nella piattaforma Silos della Camera

L’altra conseguenza riguarda i rischi che si addossa lo Stato, come le penali dovute alla mancata costruzione: “La parte pubblica finirebbe per prendere su di sé rischi che non le competono e i costi potrebbero aumentare oltre il limite fissato dalla normativa europea. Per un’opera di tale complessità tecnica e di così ingente valore economico, approvare un progetto esecutivo per fasi costruttive sarebbe estremamente rischioso, in quanto ogni porzione è necessariamente legata all’altra. L’approvazione deve avvenire in un’unica soluzione – ribadisce Busia.

Anche perché di dubbi sulla fattibilità del progetto ce ne sono già stati: “Altrimenti risulterebbe difficile avere un quadro chiaro e complessivo dell’effettiva realizzabilità dell’opera e dei relativi costi. Questo è il punto più delicato dell’intero decreto. Non essendo chiaro il quadro complessivo, si accentua il rischio di varianti progettuali, con il duplice rischio di dover rivedere quanto si è appena approvato e di veder lievitare i costi un’eventuale approvazione del progetto esecutivo per fasi costruttive finirebbe anche per trasferire in capo alla parte pubblica, rischi che invece competono contrattualmente al privato”.

La risposta di Ciucci ai dubbi sul Ponte: “Il progetto è assolutamente fattibile”

Per l’amministratore della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, sulla costruzione del Ponte “non ci sono dubbi” su fattibilità e costi e non c’è alcun “rischio incompiuta”. L’ad della società concessionaria dello Stato per costruire l’opera non ha risposto solo ai rilievi del presidente dell’Anac Busia. Avevano detto la stessa cosa anche il presidente dell’Ordine degli geologi, anche lui “perplesso” dalla modalità di approvazione del progetto esecutivo per fasi costruttive, e il presidente del Comitato “Invece del Ponte”, Guido Signorino, secondo cui l’ultimo decreto sancisce inoltre “definitivamente la mancanza di copertura finanziaria integrale dell’opera”. 

E se il ponte sullo Stretto non si fa? Segreto di Stato sulle “penali miliardarie”

Per la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti. “C’è l’assoluta incertezza temporale sulla fase costruttiva” ha detto, e la “paura” dei territori è che i cantieri finiscano “per rimanere lì come ecomostri e incompiute”. Ma per Ciucci, “con l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo sarà approvato anche il piano economico finanziario che accerterà l’esistenza della copertura per l’intero fabbisogno dell’opera, proprio per evitare rischi di incompiuta”. E la progettazione esecutiva, “al contrario dei timori espressi, ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi”.

Secondo Ciucci, le ultime norme introdotte dal governo Meloni “non comportano aumento dei costi rispetto a quanto fissato da normative già da tempo in vigore”. Per conoscere i numeri veri del ponte bisognerà aspettare ancora. 

Fonte : Today