Obbligo vaccinale per i bambini in Italia, facciamo chiarezza

La proposta di Claudio Borghi, senatore della Lega, di abolire l’obbligo vaccinale in Italia sta facendo discutere. Per chiarire la sua posizione sul tema, Borghi ha pubblicato un video su X nel quale ha parlato di 12 vaccinazioni obbligatorie nel nostro Paese e del fatto che, in Europa, solo Italia e Francia prevedono questo tipo di obbligo. Non è chiaro se Borghi si riferisse al numero di vaccinazioni previste dalla legge o, in generale, all’esistenza di un qualche tipo di obbligo vaccinale. Quello che è certo è che Italia e Francia non sono gli unici due Paesi in Europa a prevederlo. Inoltre, in Italia le vaccinazioni obbligatorie al momento sono 10 e non 12.

Quali sono le vaccinazioni previste per legge in Italia

In Italia la legge sull’obbligo vaccinale per bambini e adolescenti risale a giugno del 2017. Le vaccinazioni previste sono: l’anti-poliomielitica, l’anti-difterica, l’anti-tetanica, l’anti-epatite B, l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite, l’anti-varicella.

Dall’introduzione di questa legge, la percentuale di bambini vaccinati per esempio contro il morbillo, patologia che preoccupa per l’elevata contagiosità e per le complicazioni anche gravi che in alcuni casi può comportare, è salita dall’87% (nel 2016) al 94% (nel 2022). E, secondo l’Oms, “una copertura del 95% o più di 2 dosi di vaccino contro il morbillo è necessaria per creare l’immunità di gregge al fine di proteggere le comunità e raggiungere e mantenere l’eliminazione del morbillo”.

Cos’è l’immunità di gregge

Non solo per il morbillo ma per qualsiasi malattia infettiva, l’immunità di gregge è la protezione indiretta di cui ciascuno di noi gode (anche chi per motivi specifici non può ricevere la vaccinazione) grazie al fatto che una larga fetta di popolazione risulta immunizzata contro la patologia presa in considerazione. L’immunizzazione si può verificare in due casi: a seguito del contagio oppure dopo aver ricevuto il vaccino. Naturalmente è preferibile raggiungere l’immunità di gregge attraverso la vaccinazione piuttosto che attraverso la diffusione della malattia, “poiché ciò comporterebbe casi e decessi non necessari”, proseguono gli esperti dell’Oms.

Gli obblighi vaccinali in Europa

Come anticipato, gli obblighi vaccinali non esistono solo In Italia e in Francia ma anche in diversi altri Paesi europei, come riporta Pagella Politica e come è possibile verificare dal sito dello European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc). Solo a titolo di esempio, la Germania prevede l’obbligo di sottoporre i bambini alla vaccinazione contro il morbillo, senza la quale non possono accedere all’asilo e a scuola, il Belgio a quella contro la poliomielite. Inoltre, a parte Italia e Francia, nove nazioni europee prevedono l’obbligo per almeno dieci vaccini: fra queste ci sono la Bulgaria, la Croazia, la Lettonia, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Slovenia.

I pareri della Società Italiana d’Igiene e della Società Italiana di Pediatria

Secondo gli esperti della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti), l’abolizione dell’obbligo vaccinale in Italia sarebbe un passo indietro rispetto ai risultati ottenuti negli anni passati. “I recenti dati epidemiologici relativi al morbillo – spiega Giovanni Gabutti, coordinatore del gruppo di lavoro ‘Vaccini e Politiche vaccinali’ della Siti – dimostrano chiaramente che non si può abbassare la guardia e che, anzi, occorre un ulteriore sforzo per incrementare le coperture vaccinali”. I dati dell’Oms mostrano infatti che, globalmente, dal 2019 al 2022 il numero di bambini di un anno che hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo è diminuito di tre punti percentuali, passando dall’86 al 83%.

L’ipotesi di abolire l’obbligo vaccinale – prosegue Gabutti – non ha pertanto alcun razionale scientifico e comporterebbe il rischio sia di vanificare gli sforzi fatti negli ultimi anni che di favorire la comparsa di nuovi episodi epidemici di malattie che non possono assolutamente essere considerate né sconfitte né banali”.

Anche la Sip (Società Italiana di Pediatria) ha espresso la sua ferma opposizione all’abolizione della legge sull’obbligo vaccinale, sottolineando ancora una volta l’efficacia che ha avuto nell’aumentare i livelli di copertura vaccinale in un momento storico in cui erano in calo.

Piuttosto che togliere l’obbligo – conclude Roberta Squilini, presidente Siti – è necessario rafforzare i Dipartimenti di Prevenzione, ad oggi sottofinanziati, affinché abbiano le risorse necessarie per meglio comunicare con le famiglie garantendo una capillare e corretta informazione”.

Fonte : Wired