E la chiamano estate

Per avere la controprova della difficoltà che noi tutti facciamo a capire la differenza fra meteo e clima dovreste andare a Londra in questi giorni. Fedeli al calendario, molti girano in bermuda e sandali eppure le temperature sono attorno ai 20 gradi con le minime che scendono fino a 10; la città è tappezzata di pubblicità di prodotti che dovrebbero servire a combattere l’afa estiva: “Evita di squagliarti al caldo, bevi questo te ghiacciato!” dice un annuncio ma quel che ci vorrebbe in certi momenti è un vin brulèe. L’angolo di Hyde Park dove Andrea Bocelli si è esibito venerdì si chiama Summer Garden, giardino estivo, anche se l’altra sera non ha mai smesso di piovere; una pioggia fitta, sfinente, al punto che ad un certo punto Bocelli si è rivolto al pubblico, che restava lì imperterrito e zuppo, dicendo loro: “Voi siete i miei eroi”. 
Anche a Parigi le temperature sono molto al di sotto di quelle dell’estate scorsa tanto che la polemica sull’assenza di aria condizionata dal villaggio degli atleti olimpici potrebbe risolversi per mancanza di afa. L’estate sta svanendo? Non è così. Giugno, che in molte parti d’Italia è stato più fresco dello scorso anno, a livello globale, ovvero di temperatura media della Terra, ha registrato il record di mese più caldo a livello globale di qualsiasi altro giugno precedente. È il tredicesimo record di mese più caldo di fila. Segno evidente che il pianeta si sta scaldando in fretta anche se in questi giorni qui ci sembra che faccia un po’ meno caldo del solito. Una conferma indiretta la si ha dall’aumento di fenomeni meteorologici estremi, come l’alluvione che qualche giorno fa ha devastato Cogne e la Val d’Aosta con il suo carico di morti e danni. Nel 2023 solo in Italia c’è stato più di un fenomeno estremo al giorno, con un aumento vertiginoso rispetto al recente passato (oltre il 20 per cento). Ma facciamo fatica a collegare un alluvione al caldo o alla siccità ed è normale che accada, è normale che, sentendo un po’ più di fresco, ci venga da pensare che abbiamo ancora tempo per questa benedetta transizione ecologica. Non è normale che questo ragionamento lo facciano i leader politici: la strategia di un paese, l’urgenza di lasciare i combustibili fossili per le rinnovabili, non dovrebbe cambiare in base a che tempo fa oggi.

Fonte : Repubblica