Stromboli ed Etna, facciamo il punto sulla situazione attuale dei vulcani

Con l’arrivo dell’estate si sono risvegliati anche i vulcani. In Sicilia, infatti, negli ultimi giorni lo Stromboli e l’Etna sono tornati a dare spettacolo, insieme. Per il vulcano Stromboli, noto per essere tra i più attivi al mondo, il dipartimento della Protezione civile ha di recente diramato lo stato di allerta rosso. Precisiamo fin da subito, però, che non c’è alcuna correlazione tra le eruzioni di questi due vulcani, che hanno infatti apparati magmatici completamente scollegati. Ecco cosa sta succedendo nel dettaglio.

Lo Stromboli

Il vulcano Stromboli, ritenuto uno dei vulcani più attivi al mondo data la sua attività eruttiva persistente, è tornato a eruttare il 4 luglio scorso, provocando una frana di lava che ha spinto la Protezione Civile Regionale a far alzare il livello di allerta da arancione a rosso (che indica un vulcano in stato di forte disequilibrio). “La Commissione Grandi Rischi – si legge nella nota – ha confermato l’eccezionalità dei fenomeni osservati a Stromboli nei giorni scorsi, che hanno portato all’emanazione dell’allerta rossa e all’attivazione di una fase operativa di preallarme, e ha raccomandato che, nonostante l’apparente attenuazione dei fenomeni nelle ultime ore, si mantenga elevato il monitoraggio, sia per quanto riguarda una possibile evoluzione dell’attività vulcanica, sia per quanto riguarda la possibilità che il materiale vulcanico cadendo in mare provochi un maremoto, come già accaduto a dicembre 2002”. Stando alle ultimo informazioni dell’Ingv, c’è stata un’intensificazione dell’attività effusiva sulla Sciara del fuoco, “prodotta da due bocche alla quota di 485 m sul livello del mare e che la colata, ben alimentata, raggiungendo la linea di costa ha formato un piccolo delta lavico, attualmente in espansione”, si legge nel comunicato. “Il flusso lavico, venendo contatto con l’acqua del mare provoca la formazione di una nube di vapore. Si osserva altresì il rotolamento di blocchi lavici incandescenti che, cadendo in mare provocano piccole esplosioni freatiche e modeste oscillazioni della superficie dell’acqua”.

L’Etna

Il 5 luglio, ossia il giorno dopo l’eruzione di Stromboli, anche il vulcano Etna, il più grande d’Europa, ha cominciato a dare spettacolo con un’eruzione che, con fontane di lava e nubi di cenere, ha creato alcuni disagi. “Dall’analisi delle telecamere di sorveglianza si è osservato che l’attività di fontana di lava del Cratere Voragine si è gradualmente affievolita per poi cessare”, si legge nella recente nota dell’Ingv. Dopo, è continuata per circa un’ora attività stromboliana, che si è attenuata gradualmente. “L’attività parossistica ha prodotto una colonna eruttiva alta circa 9000 metri sul livello del mare che si è propagata in direzione Est provocando una cospicua ricaduta di cenere su diversi abitati dell’area orientale etnea lungo l’asse Zafferana Etnea – Giarre. L’attività ha inoltre prodotto una colata lavica che appare al momento alimentata e che è tracimata dall’orlo nord occidentale del cratere Bocca Nuova”.

I due vulcani

Sia lo Stromboli che l’Etna sono “vulcani basaltici”, ossia i loro magmi producono generalmente eruzioni effusive. Questo perché la loro bassa viscosità favorisce un rilascio di gas continuo, evitando così le esplosioni. I fattori alla base delle eruzioni esplosive di questi due vulcani, come vi abbiamo raccontato, sono stati analizzati in un recente studio coordinato dall’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igag) e dall’Università degli Studi Roma Tre, pubblicato su Nature Communications Earth & Environment. Dalle analisi è emerso che la formazione di nanocristalli provoca l’aumento della viscosità del magma e la formazione di bolle gassose, favorendo quindi le eruzioni di tipo esplosivo. La tendenza a formare o meno i nanocristalli, secondo la ricerca, dipenderebbe dalla composizione chimica del magma, o meglio dalla percentuale di ossido di ferro e ossido di titanio. In particolare, il magma dell’Etna ne sarebbe più ricco rispetto a quello dello Stromboli, e questa diversa composizione si rispecchierebbe, quindi, nei loro diversi “stili eruttivi”.

Stromboli ed Etna sono collegati?

Le eruzioni di questi giorni dello Stromboli e dell’Etna non sono collegate. “Tra Etna e Stromboli non ci sono collegamenti”, chiarisce all’Adnkronos Mario Mattia, vulcanologo dell’Ingv di Catania. “Non esiste un ‘serbatoio unico’ tra i due vulcani che hanno origini differenti. La zona geologica in cui si trovano è ovviamente simile ma non c’è alcuna connessione. Quello della coincidenza è un problema, se vogliamo, solo per chi ci deve lavorare e deve ‘gestire’ tutta la fase dell’emergenza sia a Stromboli che sull’Etna se penso ad esempio a Catania con ciò che comporta la caduta di cenere sulla normale operatività dell’aeroporto”.

Fonte : Wired