Sconfitta Le Pen, in Francia vince la sinistra e risorge Macron. Ma il governo è un rebus

Le Pen è stata sconfitta, ma la governabilità in Francia resta un rebus. Le proiezioni sul secondo turno delle elezioni legislative dicono che il Nuovo Fronte Popolare (l’alleanza dei partiti di sinistra trainata da La France Insoumise di Melenchon) potrebbe ottenere la maggioranza relativa dei seggi, tallonata da Ensemble, la coalizione che raggruppa i partiti della maggioranza presidenziale di Emmanuel Macron, che insegue a una ventina di collegi di distanza. In tutto sono i 501 i seggi ancora da assegnare al ballottaggio dopo i 76 già decisi al primo turno. Solo terzo il Rassemblement National che vede dunque sfumare il sogno dei 289 seggi che avrebbero permesso al partito di Le Pen di prendere in mano le redini dell’esecutivo.

Le proiezioni di Ipsos-2

Le Pen, la grande sconfitta, accusa il colpo ma guarda al futuro. “La marea continua a salire, la nostra vittoria è solo rimandata” ha detto a Tf1, dopo il deludente risultato avuto dall’Rn al secondo turno delle legislative. “Ho troppa esperienza per essere delusa da un risultato che raddoppia il numero dei nostri deputati”. E poi, ha aggiunto, “se non fosse per questo accordo innaturale tra Macron e l’estrema sinistra, il Rassemblement National avrebbe la maggioranza assoluta”.  

Cosa succede ora in Francia

Il “fronte repubblicano” dunque ha tenuto l’estrema destra lontano dal governo. E ora? Il primo ministro Gabriel Attal ha già annunciato le sue dimissioni. Si tratta di un gesto atteso visto che l’alleanza “macroniana”, come prevedibile, non ha ottenuto la maggioranza assoluta. Ma in realtà difficilmente emergerà una coalizione in grado di governare da sola. “Questa sera nessuna maggioranza assoluta può essere data in mano agli estremi” ha spiegato Attal parlando alla nazione, mentre il ministro degli Esteri Stephane Sejourné, altro esponente di Renaissance (il partito del presidente Macron), ha detto senza mezzi termini che Jean-Luc Mélenchon “non può governare la Francia”.

Dal canto suo lo stesso Mélenchon, mattatore del Fronte Popolare, ha commentato l’esito del voto spiegando che il presidente Macron “deve accettare la sconfitta” e “deve chiedere al Nuovo Fronte Popolare di governare”. Così la pensa anche il segretario del Partito socialista francese, Olivier Faure: “Questa sera la Francia ha detto no all’arrivo del Rassemblement National al potere”. Ora i partiti della coalizione “devono governare e applicare il loro programma comune”.

 

Macron per ora resta in silenzio. Il suo entourage però invita alla “prudenza” perché le cifre uscite dalle urne non rispondono alla domanda su “chi governerà”. Nella serata di domenica 7 luglio non ci sarà una dichiarazione del presidente, come ha indicato l’Eliseo. Secondo quanto comunicato dal palazzo presidenziale, Macron aspetterà la “composizione” della nuova Assemblea nazionale “per prendere le decisioni necessarie”. Il rischio di uno stallo in ogni caso è alto. E per l’Eliseo una maggioranza non c’è. 

“Vediamo che ci sono tre blocchi, sarà difficile avere un governo con questi tre blocchi che non si fidano l’un l’altro”, dice all’Adnkronos Thibault Muzergues, senior advisor dell’International Republican Institute. Non solo, “una coalizione tra centro-sinistra, centro destra e centro è molto difficile”, sottolinea, “penso che il risultato sarebbe un governo tecnico”, una sorta di “opzione ‘Amato’, come dite in Italia” evocando il caso italiano.”Il problema è che per noi non ci sarebbe una persona ovvia come Mario Draghi alcuni anni fa, certo c’è Christine Lagarde”, attuale presidente della Bce, ma il mandato finisce tra oltre un anno. “La Francia non è abituata a questi tipo di governi, sarà un cambio difficile”, osserva, aggiungendo che “Macron esce indebolito”.

Fonte : Today