Ozempic, aumenta davvero la fertilità?

Ma anche laddove avvenga la fecondazione assistita, alcuni studi suggeriscono che le alterazioni metaboliche osservate in presenza di obesità rendano più complesse le fasi successive, come l’impianto dell’ovocita fecondato. E anche tutti i diversi passaggi delle tecniche di fecondazione assistita diventano meno efficaci in presenza di obesità, ricordava la stessa Nappi qualche tempo fa dalle pagine The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

“Quando si rientra nel proprio peso forma, con una finestra temporale abbastanza stretta, si abbassa il segnale di estrogeni nel corpo, favorendo il ripristino dell’ovulazione riprende Nappi “e quando vediamo che le donne, magari con attività fisica e dieta, riescono a perdere peso, poi le gravidanze arrivano”. L’ideale, secondo l’esperta, sarebbe mantenere un indice di massa corporea compreso tra 21 e 23.

Il fenomeno degli Ozempic babies sotto questo punti di vista non è dunque una sorpresa. L’avvento dei nuovi farmaci, e la conoscenza dell’obesità e del sovrappeso come fattori di rischio per l’infertilità, ha già portato alcuni ricercatori a chiedersi se questi medicinali potessero trovare impiego proprio per questo anche altrovei. Da tempo per esempio ci si domanda se gli agonisti di Glp-1 possano diventare una terapia per la sindrome dell’ovaio policistico, una condizione strettamente connessa all’obesità, caratterizzata da aumento della produzione degli ormoni maschili e problemi di ovulazione.

I possibili effetti sugli anticoncezionali e la gravidanza

Eppure tutto questo potrebbe non raccontare l’intera storia degli Ozempic babies. Anche il meccanismo stesso con cui agiscono gli agonisti del recettore Glp-1 e i loro effetti collaterali potrebbero favorire le gravidanze. Ci sono indizi, anche da parte delle stesse aziende produttrici di questi medicinali riferisce Nature, che gli agonisti del recettore Glp-1 possano ridurre le concentrazioni di contraccettivi nel circolo sanguigno, con un meccanismo in parte da attribuire all’azione di ritardo dello svuotamento gastrico promossa da questi farmaci, e quindi alterare l’assorbimento degli anticoncezionali. Per un farmaco in particolare, il tirzepatide (nome commerciale Mounjaro), che avrebbe un effetto potenziato sullo svuotamento gastrico.

Secondo altri esperti però è anche possibile che siano gli effetti correlati all’assunzione dei farmaci – come la diarrea – a ostacolare l’assorbimento, e così l’efficacia, dei contraccettivi; secondo altri ancora le interazioni tra le due categorie di medicinali non sarebbero significative.

Da una parte queste gravidanze fatte risalire all’uso dei farmaci per dimagrire appaiono quindi annunciate. Ma cosa sappiamo sugli esiti della gravidanza stessa? “Parliamo di farmaci sviluppati come analoghi di sostanze presenti nel corpo”, riprende Nappi, “Ma questo non può essere certo rassicurante”.

Per ora segnali contrastanti arrivano da studi sugli animali e su donne rimaste incinte in terapia, e sarà quindi quanto mai necessario esaminare anche quelli raccolti dalle aziende per avere un quadro più chiaro, aggiunge, tra gli altri, la ginecologa Robyn Horsager-Boehrer dallo University of Texas Southwestern Medical Center Horsager-Boehrer. “Nell’attesa, e in via precauzionale, dobbiamo attenerci alle raccomandazioni riportate nelle schede tecniche, e consigliare alle pazienti in cerca di gravidanza di raggiungere prima il loro target di peso per vedere se si ripristina l’ovulazione” riprende Nappi “L’ideale è interrompere la terapia con questi farmaci almeno due mesi prima di cercare una gravidanza”. Per avere risultati più chiari in termini di sicurezza serviranno probabilmente anni, conclude l’esperta.

Fonte : Wired