Alessia Pifferi è stata trasferita nel carcere di Vigevano, in provincia di Pavia. La donna, condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio pluriaggravato della figlia di 18 mesi, era detenuta a San Vittore da due anni. La 38enne avrebbe lasciato la figlia Diana in casa da sola per sei giorni lasciandola morire di stenti.
A San Vittore le detenute mi urlano ‘mostro’ o ‘assassina devi morire’
Davanti alla Corte di Assise di Milano Alessia Pifferi aveva dichiarato di essere stata picchiata e insultata dalle detenute a San Vittore e che per tale ragione era costretta a trascorrere l’intera giornata nella sua cella senza poter frequentare i corsi.
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“Ogni giorno mi dicono buongiorno assassina, mi urlano ‘mostro’ o ‘assassina devi morire’, ma non ho mai pensato o premeditato che potesse accadere una cosa così terribile a mia figlia, non ho mai voluta ammazzarla, non mi è mai passato dalla testa di ammazzare mia figlia. Non sono un assassino o un mostro, ma sono solo una mamma che ha perso sua figlia. Sto già pagando il mio ergastolo avendo perso la mia bambina”.
Durante il processo a carico di Alessia Pifferi, la difesa aveva ottenuto la perizia psichiatrica che l’aveva ritenuta capace di intendere e volere al momento dell’abbandono che ha portato alla morte della piccola. I giudici hanno escluso l’ipotesi di premeditazione.
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La donna è stata, inoltre, condannata al pagamento di provvisionali da 20 e 50mila euro alla mamma Maria e alla sorella Viviana che si erano costituite parte civile e avevano chiesto risarcimenti per 550mila euro.
Fonte : Today