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Secondo una fonte del partito islamista palestinese e un’altra dell’Egitto, che hanno parlato a condizione di anonimato, Hamas vorrebbe ”garanzie scritte nero su bianco” sull’avvio – durante la tregua – dei negoziati per la fine del conflitto con Israele.
Manca ancora la “fumata bianca”, ma ora dopo ora sembra avvicinarsi il tanto atteso accordo per una tregua nella Striscia di Gaza, la seconda dallo scoppio della guerra, il 7 ottobre 2023. Stando a quanto rivela il Times Of Israel, infatti, Hamas ha dato un primo ok al piano elaborato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden per il cessate il fuoco di sei settimane nell’enclave palestinese in cambio della liberazione di molti ostaggi, tra cui donne, anziani e feriti in cambio di centinaia di detenuti palestinesi detenuti, il più delle volte senza neppure conoscere l’accusa, nelle prigioni dello stato ebraico.
Secondo una fonte del partito islamista palestinese e un’altra dell’Egitto, che hanno parlato a condizione di anonimato, Hamas vorrebbe “garanzie scritte nero su bianco” sull’avvio – durante la tregua – dei negoziati per la fine del conflitto. Si tratta comunque di un cambio di prospettiva rispetto a quando Hamas chiedeva, come condizione per il rilascio degli ostaggi, la fine della guerra e il ritiro di tutte le truppe israeliane dalla Striscia di Gaza.
Se l’accordo sarà raggiunto si arriverebbe a una prima pausa dei combattimenti dal novembre scorso e si aprirebbe la strada ai negoziati per una fine definitiva dell’invasione israeliana. L’intesa, tuttavia, al momento non c’è ancora. Le fonti hanno spiegato che durante il cessate il fuoco “pieno e completo” di sei settimane, le forze israeliane si ritirerebbero dalle aree densamente popolate di Gaza e consentirebbero il ritorno degli sfollati alle loro case nel nord dell’enclave. In questi 42 giorni Hamas, Israele e i mediatori potrebbero negoziare i termini di un accordo che porti al rilascio degli ostaggi maschi rimasti, sia civili sia soldati, affermano i funzionari citati dal Times Of Israel. In cambio, Israele libererebbe altri prigionieri e detenuti palestinesi. Nella terza fase è infine previsto il ritorno di tutti gli ostaggi rimasti, compresi i corpi dei prigionieri morti, e l’inizio di un progetto di ricostruzione della Striscia di Gaza che durerà anni.
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A questo punto sul via libera definitivo a un accordo per un cessate il fuoco peserebbe soprattutto la volontà di Netanyahu: il primo ministro israeliano infatti ha espresso pubblicamente dubbi sull’effettiva realizzazione della tregua e ha detto di essere fermamente intenzionato a completare la distruzione di Hamas.
Fonte : Fanpage