Ancora una volta il premier ungherese, Viktor Orban, riesce a stupire. Cinque giorni dopo l’avvio del suo semestre di presidenza dell’Unione europea è volato a Mosca per incontrare al Cremlino il presidente russo, Vladimir Putin. Arcinemico di Kiev e Bruxelles; ricercato dalla Corte dell’Aja. Eppure Orban si è presentato per un colloquio bilaterale con tanto di strette di mano e sorrisi a favore di telecamere (e di propaganda russa). Non si era confrontato con nessuno prima e non ha ascoltato nessuno dopo quando, già ieri
sera, i leader Ue da Bruxelles prendevano le distanze e urlavano al mondo che “non aveva alcun mandato europeo” per poterlo fare. Il presidente russo non si è fatto sfuggire l’occasione per toccare proprio il tasto più dolente: “A quanto capisco, lei è arrivato a Mosca anche come presidente di turno del Consiglio Ue e non solo come partner della Federazione Russa”, ha detto accogliendo Orban. La visita viene percepita “come un tentativo di ripristinare il dialogo con l’Unione europea”. Parole che fanno da benzina sul fuoco in Occidente. Nei fatti, dopo due ore e mezzo di colloquio, Putin ribadisce la sua richiesta all’Ucraina di “ritirare tutte le sue forze dai territori annessi” e l’accusa di “non consentire neppure l’idea di un cessate il fuoco, perché in quel caso cadrebbe il pretesto per il prolungamento del regime di legge marziale”. Il capo del Cremlino approfitta del palcoscenico offerto per ribadire le sue condizioni per ‘la pace’ – che sostanzialmente prevedono la resa di Kiev – con il leader europeo al suo fianco a incassare senza proferire parola o esprimere riserve. Entrambi ammettono che “le posizioni restano molto divergenti”. Il Cremlino conferma che Orban “non ha consegnato a Putin alcun messaggio da parte di Zelensky”. D’altronde gli ucraini avevano già messo in chiaro che la visita non era stata concordata con loro. E avevano richiamato il principio inviolabile ‘nessun accordo sull’Ucraina senza l’Ucraina’.
Fonte : Sky Tg24