È stato bello, anzi bellissimo. Ma adesso, sulla carriera di Cristiano Ronaldo, è giusto che cali il sipario. Sì, perché quello visto ad Euro 2024, del CR7 che abbiamo ammirato per anni ed anni, non è rimasto praticamente niente. A testimoniarlo, in maniera freddissima, anche i numeri: cinque partite e nessun gol per il portoghese, che, in passato, non aveva invece mai fallito nei grandi appuntamenti. Numeri, se vogliamo, resi ancor più mesti se consideriamo che CR7, almeno una clamorosa occasione per segnare, l’avrebbe avuta: il calcio di rigore nei tempi supplementari contro la Slovenia, miseramente sbagliato. La fotografia perfetta di un fuoriclasse che ormai, purtroppo, non c’è più.
Lo scorrere del tempo, inevitabilmente e fisiologicamente (39 le candeline spente lo scorso febbraio, ndr), ha infatti lasciato segni evidenti su Cristiano: meno forza nei duelli aerei, meno spunto nel breve, riflessi più lenti. E non a caso, anche nei quarti di finale contro la Francia, vinti dai transalpini ai rigori, CR7 è stato più volte “mangiato” da Upamecano, che ha avuto vita fin troppo facile nei duelli corpo a corpo con l’ex fuoriclasse del Real Madrid. Una partita, quella contro gli uomini di Deschamps, in cui Ronaldo è stato, ancora una volta, avulso dal gioco e totalmente estraneo alla manovra. Un giocatore isolato, statico là davanti, in attesa soltanto del pallone giusto per trovare la gioia personale. Ed il pallone giusto, nei tempi supplementari, sarebbe anche arrivato: peccato, però, che il portoghese lo abbia sprecato malamente calciando altissimo da due passi. Un’occasione enorme, che, siamo sicuri, il Cristiano Ronaldo di qualche anno fa non avrebbe mai sbagliato.
Vana, e a tratti anche patetica, la ricerca del gol a tutti i costi: basti pensare alle innumerevoli punizioni calciate dalle più disparate (e improbabili) posizioni. Punizioni, poi, finite nel 90% dei casi addosso alla barriera. Forse, viste anche le alternative a disposizione dei lusitani, sarebbe stato il caso di pensare meno alla vana gloria personale e concedere la chance di tirare anche a qualche compagno, ma questo, nel mondo egocentrico di Ronaldo, sarebbe stata forse un’eresia. Ed un po’ più di polso (e di personalità) sarebbe servita al commissario tecnico del Portogallo Roberto Martinez, che, forse succube dello strapotere mediatico di CR7, lo ha lasciato praticamente sempre in campo, anche nei lunghi tempi supplementari contro Slovenia e Francia. Una scelta autolesionista, dato che i lusitani, con l’ex attaccante della Juventus in campo, hanno dato spesso la sensazione di giocare in dieci. E, anche in questo caso, i freddi numeri non mentono: nelle ultime tre gare, il Portogallo non ha segnato neanche un gol. E Ronaldo, in campo, c’era sempre.
Di lui, in questi Europei, rimarranno soltanto le lacrime dopo il rigore fallito contro la Slovenia, che sì, saranno sicuramente state di dolore per aver deluso, almeno in quel momento, le aspettative del suo Paese, ma che, chissà, sono anche il segnale di una presa di coscienza: il CR7 di un tempo, ormai, non c’è più. E lo stesso Cristiano, forse, sta iniziando a capirlo.
Fonte : Today