Jean-Luc Mélenchon, figura influente e controversa della politica francese potrebbe diventare l’ago della bilancia nel secondo turno delle elezioni francesi 2024. La coalizione di sinistra da lui guidata, il Nuovo fronte popolare (Nfp), ha ottenuto un risultato sorprendente al primo turno delle elezioni, raccogliendo il 28% dei voti e superando la coalizione centrista del presidente uscente Emmanuel Macron. Questo successo ha posto Mélenchon e il suo movimento al centro del dibattito politico nazionale, potenzialmente in grado di influenzare l’esito del secondo turno. Tuttavia, la sua situazione politica rimane complessa. Mélenchon deve affrontare non solo l’opposizione dei centristi di Macron, che rifiutano ogni collaborazione con il suo partito, ma anche le tensioni interne alla sua stessa coalizione. Il suo rapporto con altre figure di spicco della sinistra, come il socialista Raphaël Glucksmann, potrebbe mettere alla prova la coesione del Nfp.
Origini
Jean-Luc Mélenchon è nato a Tangeri, in Marocco, nel 1951, all’interno di una famiglia di pieds-noirs. Suo padre era un impiegato delle poste e sua madre lavorava come insegnante. A 11 anni, a seguito del divorzio dei genitori, Mélenchon si trasferisce in Francia. La sua passione per la politica si accende già negli anni del liceo e lo accompagnerà per tutta la vita. Nel 1969, si trasferisce a Besançon per studiare Filosofia, in un periodo segnato dalle agitazioni studentesche. Durante questi anni, Mélenchon si distingue come attivista della sinistra rivoluzionaria universitaria, aderendo all’Unef, il sindacato studentesco protagonista del Maggio ’68, e successivamente all’Oci (Organisation communiste internationaliste), un gruppo trotzkista guidato da Pierre Lambert. Prima di entrare in politica, Mélenchon ha svolto vari lavori, tra cui correttore di bozze, benzinaio, insegnante di francese e giornalista, esperienze che hanno influenzato profondamente la sua visione politica e sociale.
In politica
Inizia il suo percorso politico nel Partito Socialista nel 1976, diventando un protetto del due volte presidente della Repubblica François Mitterrand, a cui resterà strettamente legato fino alla morte di quest’ultimo. Nel 1986, a 37 anni, diventa senatore per la prima volta, continuando poi a ricoprire incarichi di rilievo, tra cui quello di ministro delegato all’Insegnamento dal 2000 al 2002. Tuttavia, la sua permanenza nel partito è segnata da forti conflitti interni. Mélenchon mantiene le sue posizioni radicali, scontrandosi con i più moderati François Hollande e Ségolène Royal. La separazione dai socialisti avviene nel 2009, quando Mélenchon fonda il Parti de Gauche (Partito di Sinistra).
Nel 2012 si presenta come candidato alle elezioni presidenziali, ottenendo l’11% dei voti e piazzandosi al quarto posto nella corsa all’Eliseo. Cinque anni dopo, nel 2017, ci riprova con il movimento La France insoumise (La Francia indomita), fondato appositamente per sostenere la sua candidatura. Anche in questa occasione raggiunge il quarto posto, ma con un 19,5%. Grazie al grande sostegno dei giovani sotto i 35 anni, attratti dalle sue proposte su pensioni, salario minimo e tasse, Mélenchon sfiora uno storico ballottaggio nel 2022, ottenendo il 21,9%, poco più di un punto percentuale in meno rispetto a Marine Le Pen, che raggiunge il 23,4%.
Le idee
Conosciuto per la sua retorica appassionata e le posizioni antiestablishment, Jean-Luc Mélenchon sostiene un programma politico che include una forte critica all’Unione Europea, l’uscita dalla Nato e politiche economiche di stampo socialista. Le sue proposte comprendono una tassazione progressiva fino al 90% sui redditi più alti e una riforma costituzionale per istituire una “Sesta Repubblica” di tipo parlamentare. Mélenchon è anche noto per il suo interesse nelle nuove tecnologie e nella cultura popolare. Partecipa attivamente a fiere di videogiochi e fumetti, e a mostre d’arte contemporanea, guadagnandosi il sostegno dei giovani. Nel 2017, ha innovato la campagna elettorale utilizzando ologrammi per tenere comizi simultanei in diverse città. Filosofo e appassionato di letteratura, ha scritto più di una decina di libri. La maggior parte dei quali sono saggi filosofici sulla condizione umana e sulla sua idea di politica.
Nella sua carriera non sono mancati anche episodi controversi e dissidi con la legge. Nel 2018, durante una perquisizione della polizia nella sede di La France insoumise, Mélenchon reagì con veemenza contro gli agenti, urlando “La République, c’est moi!” (La Repubblica sono io). La situazione sfiorò la rissa e il suo scatto d’ira gli costò una condanna a tre mesi di detenzione, 8.000 euro di multa e la sospensione dalla Massoneria, di cui era membro dal 1983.
Fonte : Wired