Amazon compie 30 anni, 5 cose sulle origini

Una scritta blu realizzata con una bomboletta spray su un rettangolo di plastica bianca appeso al muro di un garage. Nasceva così Amazon. Se gli Stati Uniti d’America hanno assunto nel tempo l’appellativo di terra delle opportunità, è anche e soprattutto per storie come questa: quella scritta compariva il 5 luglio 1994 nella pertinenza della casa di Bellevue di Jeff Bezos e recitava Amazon.com.

Partì così la storia di quello che al giorno del suo trentesimo compleanno è diventato ormai da tempo un colosso, se non il colosso dell’ecommerce mondiale. Un’idea totalmente diversa dalle premesse con cui Bezos lo fondò poco dopo aver lasciato il proprio ruolo di vicepresidente della D.E. Shaw di New York. Investendo i propri risparmi e quelli dei genitori, l’allora 30enne imprenditore fondò la propria società con l’intenzione di farne una libreria online.

Il nome “macabro”

Non tutte le scelte furono semplici, a partire da quella del nome, che lo tenne sveglio per diverse notti. Come ricorda il Corriere della Sera, inizialmente Bezos aveva scelto Cadabra. Fu il suo primo consulente legale a fargli notare l’assonanza concadavere” (“cadaver” in inglese) e a farlo desistere da tale scelta. Dopo aver valutato Relentless.com, optò finalmente per Amazon, il nome americano del Rio delle Amazzoni: il suo sito sarebbe dovuto diventare il più importante al mondo, come il corso d’acqua sudamericano, ritratto anche all’interno della A nel primo logo aziendale.

Un trillo per ordine

Con il sito online, nel luglio del 1995, nella sede di Amazon fu installato un apparecchio per emettere un trillo a ogni ordine effettuato. Ci misero poco i primi dipendenti a disattivarlo, per evitare di impazzire: già nel primo mese di vita, dal portale furono acquistati libri in ciascuno dei 50 Stati americani e in 45 diversi paesi in giro per il mondo. Risultato di un programma ambizioso, che prevedeva cinque anni iniziali di perdite e attirò l’attenzione di vari investitori, tanto da portare i primi utili già nel 2001.

L’uomo più importante di Amazon

Tra i tanti che hanno partecipato alla scalata iniziale del colosso di Seattle il primo storico lavoratore alla corte di Bezos fu Shel Kaphan, che contribuì alla nascita del progetto a tal punto da portare il fondatore a definirlo “l’uomo più importante nella storia di Amazon”. L’azienda, nella quale lavorò per cinque anni occupandosi dell’architettura e della progettazione del sito, è stata definita nel 2020 in un documentario dallo sviluppatore allo stesso tempo un motivo di “orgoglio” e di “spavento per la sua potenziale influenza sulla popolazione mondiale.

La profezia sbagliata

Nel 1996, nel corso di una cena, alcuni dirigenti di Barnes&Noble, la più grande catena americana di libri, pur apprezzando il lavoro e l’impegno messi in campo da Bezos e i suoi, asserirono con convinzione che il loro sito internet (che di lì a poco sarebbe stato messo online) avrebbe spazzato via Amazon dal mercato. L’affermazione, che oggi fa sorridere, preoccupò l’imprenditore. Dopo alcune riflessioni, però, egli capì come la sua creatura potesse essere in grado di diventare un grande marchio prima che barnesandnoble.com diventasse anche un importante rivenditore online.

La quotazione

Pochi mesi dopo, il 15 maggio 1997, con alle spalle tre anni di attività e due di vendite su internet, Amazon si quotò in borsa. Il resto, è un piccolo grande pezzo di storia moderna degli Stati Uniti e del mondo intero: nel 1998, il portale smise di vendere solo libri e iniziò a vendere anche i compact disc. Poi vennero film, software, dispositivi elettronici di consumo, videogame, giocattoli e utensili per la casa. Poi ancora Alexa, Amazon Pay, Prime Video, Twitch, il cloud e tutto il giro di affari che dal quel 15 maggio di 27 anni fa ha portato Amazon a diventare un colosso e Bezos a diventare l’uomo più ricco del mondo.

Fonte : Wired