Donatella Di Pietrantonio ha vinto il Premio Strega 2024 con il suo romanzo L’età fragile, pubblicato da Einaudi. La scrittrice abruzzese si è classificata prima, infatti, con 189 voti, seguita da Dario Voltolini con Invernale (La nave di Teseo) che ha totalizzato 143 voti e da Chiara Valerio con Chi dice e chi tace (Sellerio), che ne ha 138 voti. In classifica poi Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori), 83 voti; Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli), 66 voti; e infine Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (minimum fax), 25 voti. Per Di Pietrantonio questa vittoria viene dopo anni in cui si è consolidata come una delle scrittrici più solide e apprezzate del nostro panorama letterario. Le sue parole dopo la vittoria sono state dedicate ai diritti delle donne: “Prometto che userò la mia voce scritta e orale in difesa di diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi mi ritrovo a verificare non più scontati”.
Nata il 5 gennaio 1962 ad Arsita, in provincia di Teramo, si laurea in odontoiatria a L’Aquila e per anni esercita come dentista pediatrica. L’esordio nella letteratura arriva in età relativamente avanzata, quando nel 2011 pubblica il primo romanzo Mia madre è un fiume, dedicato alla sua terra natale, seguito poi nel 2013 da** Bella mia**, incentrato sull’Aquila, anche in conseguenza del terremoto che aveva colpito la città nel 2009 (per quest’opera sarà candidata per la prima volta allo Strega e vincerà il premio Brancati). La vera svolta avviene però nel 2017 quando Einaudi pubblica L’Arminuta, romanzo aspro e avvolgente, in cui la protagonista tredicenne viene rispedita da quelli che credeva i suoi genitori a ritrovare invece la vera famiglia d’origine (il titolo significa, in dialetto, “la ritornata”), andando incontro a un ambiente ostile, estraneo e straniante. Il libro ha vinto il Premio Campiello e nel 2021 ne è stato tratto un film, diretto da Giuseppe Bonito, per il quale Di Pietrantonio si è aggiudicata un David di Donatello per la sceneggiatura scritta con Monica Zapelli.
Nel 2020 pubblica poi Borgo Sud (già finalista allo Strega 2021), che riprende le storie delle sorelle protagoniste de L’Arminuta, ormai divenute donne volitive e travagliate, e nel 2013 è venuto il turno de L’età fragile, appunto, trionfatore del Premio Strega 2024. Anche qui la scrittrice torna a interrogarsi sui temi che le stanno più cari, il rapporto tra madri e figlie, il sentimento della perdità, l’incomunicabilità dei sentimenti più puri: Lucia è una donna che cela ricordi dolorosi, legati a un fatto tragico avvenuto trent’anni prima nel campeggio di famiglia, e ora si trova a confrontarsi col silenzio testardo della figlia Amanda, tornata da Milano con gli occhi spenti; dopo aver rimosso per tanto tempo i traumi che furono, Lucia dovrà finalmente tendere tutti quei fili così nervosi eppure necessari. Anche in questa sua ultima opera, Donatella Di Pietrantonio conferma la sua voce unica, scabra, essenziale eppure così capace di immergersi in profondità insondabili, farsi vibrante di un’emozione universale, quasi indicibile, fissando sulla carta la potenza sismica dei ricordi, delle ferite, delle svolte ineluttabili, ma anche di quei legami (con la terra, la madre, il passato) che sono atavici e insostituibili.
Fonte : Wired