L’accusa è pesante. Chico Forti avrebbe chiesto a un detenuto del carcere di Verona, dove lo stesso Forti si trova recluso, di “mettere a tacere” Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona. A rivelarlo sarebbe stato lo stesso detenuto che si è confidato con una persona che lavora nell’istituto penitenziario. L’ex campione di surf gli avrebbe promesso “futuri favori” non appena uscito dal carcere. Il dipendente del carcere che ha raccolto la confidenza avrebbe poi avvertito lo stesso Travaglio che a sua volta ha informato i pm.
La Procura di Verona ha aperto un’indagine che al momento è contro ignoti e senza ipotesi di reato. La notizia dell’apertura del fascicolo, anticipata dal Fatto Quotidiano, è stata confermata al Corriere della Sera dal capo della Procura Raffaele Tito. “Confermo l’indagine, abbiamo già avvertito le istituzioni e sentito tutti i possibili protagonisti. Per noi naturalmente non è una fesseria ma non aggiungo altro”. Quelle contro Forti sono beninteso accuse tutte da provare. A rivelare le presunte confidenze dell’ex surfista, tornato in Italia dopo aver scontato 24 anni di carcere a Miami per l’omicidio di Dale Pike, sarebbe stato come detto un detenuto del carcere di Verona a cui Forti avrebbe chiesto di metterlo in contatto con qualche ‘ndranghetista per mettere a tacere i giornalisti del Fatto. Alla conversazione avrebbe assistito anche un altro recluso. I due sono stati già sentiti dalla Procura.
Ma perché Forti avrebbe voluto mettere la mordacchia a Travaglio e Lucarelli? Il motivo potrebbe essere la posizione non proprio “innocentista” del Fatto sulla vicenda processuale che ha coinvolto l’imprenditore italiano, nonché un titolo piuttosto eloquente del giornale diretto da Travaglio all’indomani del rientro di Forti in Italia: “Benvenuto assassino”. Nello specifico Il Fatto criticava la decisione della premier Giorgia Meloni di andare ad accogliere personalmente il detenuto al suo rientro in Italia all’aeroporto di Pratica di Mare.
Fonte : Today