Quando la Russia ha invaso l’Ucraina, alla fine di febbraio del 2022, una delle prime infrastrutture a cadere è stata Internet.
Se non fosse intervenuto Elon Musk mettendo a disposizione della resistenza i satelliti di Starlink, l’Ucraina sarebbe stata isolata dal mondo e sarebbe stato molto più complicato anche difendersi visto che gran parte delle comunicazioni militari, per esempio quelle fra i droni, usano la rete di Internet.
Quando alla fine dell’ottobre scorso Israele ha invaso la striscia di Gaza è accaduto lo stesso: Internet è andata ko. Con le primissime operazioni militari c’è stato un blackout generalizzato, poi le comunicazioni sono riprese ma man mano che le infrastrutture di rete venivano abbattute, le possibilità di comunicare si riducevano.
Qui l’utilizzo di Starlink è stato più complicato per ragioni politiche: per non irritare Israele ad un certo punto Elon Musk è dovuto volare a Tel Aviv per incontrare Netanyahu e dimostrare la sua vicinanza al popolo ebraico. A febbraio però SpaceX, la società che gestisce Starlink, ha vinto una gara per operare in Israele e anche nella striscia di Gaza, ma soltanto a vantaggio di organizzazioni umanitarie riconosciute.
Insomma, una autorizzazione circoscritta che esclude la popolazione civile che ha altri problemi certo (su tutti trovare cibo, acqua e cure sanitarie); ma che ha usato i social media in modo straordinariamente efficace per far sapere al mondo cosa sta accadendo davvero a Gaza.
Come ci riescono? Come riescono ad usare Internet in un paese devastato da otto mesi di bombardamenti?
Grazie ad una organizzazione non governativa italiana, la ACS di Padova, che ha realizzato un progetto artigianale, rudimentale ma ingegnosissimo per portare Internet alla popolazione civile.
Si chiama GazaWeb e consiste in una serie di “alberi della rete”: si tratta di pali sui quali con una carrucola è stato issato un secchio; dentro il secchio c’è uno smartphone collegato ad una powerbank che fa da hotspot per una cinquantina di persone per tre o quattro ore. Purtroppo capita che le persone che si radunano attorno ad un albero della rete per collegarsi ai social, vengano a loro volta bombardate ed uccise.
E’ successo, ha detto il leader di ACS Manolo Luppichini a EuroNews.
Ma questa rete di pali e secchielli realizzata con coraggio e ingegno da un drappello di volontari italiani è quello che tiene le vite e le storie di Gaza collegate al resto del mondo.
Fonte : Repubblica