AGI – Un ufficiale generale dei carabinieri, Oreste Liporace, e un imprenditore laziale, Ennio De Vellis, sono stati posti ai domiciliari a Milano. Entrambi sono accusati dei reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti. Il primo è stato arrestato dal Ros, il secondo dalla Guardia di Finanza. Nel procedimento risultano indagati altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di amministrazioni centrali dello Stato, tra cui Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Al centro dell’inchiesta ci sono presunte illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità. Sono in corso perquisizioni e acquisizioni di atti in varie province a carico di persone fisiche e società.
Orologi, vespe e balconi: i presunti appalti truccati
Il restauro dell’orologio e dei balconi del Mit da cui cadevano calcinacci e la disinfestazione di un nido di vespe nel Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti fanno parte dei presunti appalti truccati al centro degli interessi di Lorenzo Quinzi, il dirigente del Mit indagato, e dell’imprenditore Ennio De Vellis, ai domiciliari. Non un orologio qualsiasi ma, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, quello “collocato al quinto piano del Ministero nel salone d’onore”. De Vellis vuole occuparsi del trasporto dalla sede del Mit all’orologiaio nell’ambito di un appalto da 40 mila euro. Da una conversazione del 20 novembre 2023, scrive il gip, emerge che “Quinzi concordava con De Vellis le modalità di assegnazione della commessa per il restauro” coinvolgendo anche l’orologiaio che si deve occupare della parte tecnica.
Parlando con una persona non identificata, Quinzi afferma che avrebbe interessato “una ditta che conosco” per il problema dei balconi pericolanti. “Per espressa volontà di Quinzi”, annota il gip, il 15 dicembre 2023 la Direzione Generale per il personale del Mit pubblicava la determina con la quale affidava l’appalto pari a 172mila euro ‘per i lavori di eliminazione del pericolo di caduta derivane dal degrado degli elementi ornamentali dei balconi del primi piano del prospetto esterno alla sede del Ministero in via Nomentana alla società di De Vellis. L’imprenditore ottiene anche l’affidamento diretto dei lavori di disinfestazione da un nido di vespe e un appalto per il facchinaggio nelle sedi centrali del Ministero.
“Preoccupante quanto emerge in una conversazione del 6 marzo 2024 – è sempre il gip che ‘parla’ – quando Quinzi e De Vellis appaiono accordarsi per veicolare a favore del secondo un appalto dal valore importante per il servizio di trasloco di 700 dipendenti dalle sedi decentrate del Ministero verso una di prossima acquisizione”. In cambio di questi presunto favori, Quinzi avrebbe ottenute delle utilità anche se il giudice precisa che servono approfondimenti su questo aspetto. Cita due soggiorni a Sestriere per Quiinzi in un immobile di proprietà di De Vellis e “la consegna di un pacco, presumibilmente un regalo” fatto avere al dirigente dall’imprenditore per il compleanno mentre “sono ancora da accertare i profili relativi alla promessa da parte di De Vellis di effettuare futuri lavori, tramite le sue società, su immobili riferiti a Quinzi”. L’ordinanza è costellata da ‘omissis’ il cui significato è che le indagini non sono finite qui.
200 mila euro per una mediazione con il Vaticano
Un risvolto dell’inchiesta del pm Paolo Storari riguarda il tentativo degli imprenditori Fabbro di aggiudicarsi lavori per il Vaticano. Angelo Guarracino, amministratore di fatto di una società, si sarebbe fatto “consegnare” da William e Massimiliano Fabbro un totale di oltre 200 mila euro come “prezzo della propria mediazione illecita verso Gennaro Esposito, segretario del Cardinale Francesco Coccopalmerio, e verso Padre Alfonso De Ruvo”. Una mediazione “necessaria”, spiega il gip, per la “promessa di far ottenere”, attraverso le “relazioni” che Guarracino aveva, alle “società del Gruppo Fabbro appalti all’interno del Vaticano e un appalto gestito dall’Ordine dei Frati Francescani dell’Atonement, promessa di fatto non concretizzatasi”.
De Vellis, inoltre, “sfruttando o vantando una relazione esistente o asserita con un pubblico ufficiale allo stato non identificato ma appartenente al Dis (Dipartimento informazioni e sicurezza), si faceva consegnare indebitamente” dai due quasi 165mila euro, attraverso un sistema di false fatture. Una “mediazione” utile a far sì che le società dei Fabbro “fossero invitate a presentare offerte per aggiudicarsi commesse indette dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Non solo “sono state effettivamente invitate” ma in un caso avrebbero “ottenuto un appalto triennale” nel 2020 da oltre 15 milioni di euro per il “servizio ristorazione” presso sedi “della Presidenza del Consiglio”.
Fonte : Agi