Dietro le quinte di un pagamento digitale, dice Kelly, ci sono al lavoro tecnologie molto complesse. Prima di tutto l’analisi: ogni pagamento con carta è valutato sulla base di 500 attributi generati sulla base di una analisi che viene fatta in 7 millisecondi. Poi, ci sono i token, cioè i crittogrammi che sostituendo il numero della carta “avvolgono” e proteggono la transazione. Anche se vengono intercettati durante il loro percorso in rete, i token non posso essere sostanzialmente riutilizzati dai malintenzionati, perché limitati ad uno specifico dispositivo, canale di acquisto o esercente.
Le frodi sono sempre possibili ma adesso avvengono attaccando soprattutto l’anello debole della catena della cybersicurezza: l’essere umano. Phishing e altri sistemi per ingannare il compratore e convincerlo a usare la sua carta pensando di fare un acquisto legittimo, oppure per provare a rubargli le credenziali di accesso.
“Nel dark web – dice Kelly – c’è stata una evoluzione significativa delle tecniche adoperate a partire dal periodo del Covid. C’è molta più collaborazione, è nata una vera industria per commettere reati e frodi digitali. E sfruttano tutti i tipi di tecnologia, anche la GenAI con versioni non censurate dei chatbot, come WormGPT, per creare phishing più credibili, oppure i deepfake. Con truffe sofisticate, come ad esempio i messaggi e le telefonate fake per chiedere ai genitori di inviare denaro ai propri figli, quando in realtà sono frodi“.
Il fuoco si combatte con il fuoco, in questo caso con l’intelligenza artificiale. Visa investe da più di trenta anni sull’intelligenza artificiale, tre miliardi di dollari solo negli ultimi 10, e ha sviluppato sistemi che permettono di abbattere in maniera sostanziale i comportamenti fraudolenti, accorgendosi quando dei pagamenti non sono leciti. “Le banche – dice Kelly – ci stanno chiedendo di dare sicurezza anche ai pagamenti istantanei, facendo leva sull’esperienza e le soluzioni che abbiamo sviluppato in questi anni per le transazioni con carta. Abbiamo intercettato il 60% di frodi in più che non con i sistemi anti-truffa utilizzati fino ad ora dalle banche per questo tipo di transazioni“.
Fonte : Wired