Il dl Coesione è legge, quali sono i nuovi bonus per le assunzioni e perché l’opposizione protesta

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Il decreto Coesione è stato convertito in legge con il via libera definito della Camera: 160 voti a favore, 90 contrari e tre astenuti. Nel testo ci sono diversi esoneri contributivi per le assunzioni, soprattutto nel Sud. Ma per le opposizioni si tratta di misure insufficienti, più deboli rispetto al passato, e che tendono a “centralizzare” le decisioni sul Mezzogiorno.

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È arrivato il via libera definitivo del Parlamento al decreto Coesione: la Camera ha votato per la conversione del provvedimento in legge, con 160 voti favorevoli e 90 contrari, oltre a tre astenuti. L’iter è stato accelerato con due votazioni di fiducia imposte dal governo, per non andare oltre il limite massimo di sessanta giorni per la conversione in legge. Come già negli scorsi giorni, le opposizioni hanno duramente attaccato il provvedimento. D’altra parte la norma contiene diversi provvedimenti mirati al Sud, ma anche numerosi tagli.

Cosa c’è nel decreto Coesione, diventato legge

Il decreto, come suggerisce il nome, si occupa della coesione territoriale e delle politiche di coesione europee. In cinquanta articoli – di cui molti aggiunti durante l’iter in Parlamento – si segnalano alcune misure mirate ad accelerare l’uso dei fondi di Coesione dell’Ue, e si crea una cabina di regia con lo Stato, da cui le Regioni dovranno passare per decidere come spendere i fondi di Coesione a cui hanno diritto. Una delle ragioni per cui la norma è stata criticata dalle opposizioni è proprio la presunta volontà di accentrare le decisioni che riguardano l’utilizzo dei soldi, togliendo autonomia soprattutto alle Regioni del Sud, che sono le principali beneficiarie dei fondi di Coesione.

Il decreto contiene varie misure che riguardano il mondo del lavoro. Si stanziano 2,8 miliardi di euro, soprattutto come finanziamento di esoneri contributivi. Ci sono misure per l’autoimpiego degli under 35 disoccupati che aprono un’azienda o che si dedicano al lavoro autonomo, come anche per l’assunzione di donne in condizioni svantaggiate e di giovani. Un bonus riguarda in generale le assunzioni nella Zes unica al Sud, con un esonero dal 100% dei contributi per due anni per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal 1 settembre 2024 al 31 dicembre 2025. Lo stesso esonero si applica a tutte le assunzioni di giovani under 35 che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato, fino a un massimo di 500 euro al mese di contributi (650 euro al Sud).

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Circa 1,3 miliardi di euro vengono utilizzati per assumere 245 segretari comunali e provinciali. Vengono stanziati anche dei fondi per la costruzione di infrastrutture scolastiche nel Mezzogiorno: 200 milioni di euro per lo sport nelle scuole, 150 milioni per laboratori innovativi, 100 milioni per arredi didattici nella fascia 0-6 anni.

Le proteste delle opposizioni

Andrea Mascaretti, deputato di Fratelli d’Italia e relatore del ddl di conversione del decreto Coesione, ha detto che la norma è “un provvedimento di enorme importanza per rilanciare la competitività del Paese e in particolare del Mezzogiorno”. Andrea Barabotti (Lega) ha attaccato: “Queste sinistre litigiose strumentalizzano ogni dibattito con la solita solfa. Ma noi saremmo stata una classe politica vigliacca se non avessimo assunto le necessarie iniziative per fare del nostro Paese un sistema più moderno, efficiente e dinamico implementando le politiche di sviluppo e coesione”.

Critiche, invece, sono arrivate dalle opposizioni. Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio, durante la votazione alla Camera ha detto che il dl “rappresenta l’ultimo sciagurato tassello della vostra riforma delle politiche di coesione per strappare dalle mani degli enti territoriali il potere di decidere per sé il proprio destino”. Se il ministro agli Affari europei, il Pnrr, il Sud e le Politiche di coesione Raffaele Fitto: “la smettesse di ricattare le Regioni ‘nemiche’, rifiutandosi di sbloccare le risorse di Puglia, Campania e Sardegna, forse oggi vedremmo dati migliori” sulla loro capacità di spendere i fondi europei, ha concluso Pagano.

Il Movimento 5 stelle invece si è espresso con la deputata Daniela Torto: “Mi chiedo come abbiate potuto scrivere un decreto che chiamate ‘Coesione’, quando soltanto 10 giorni fa, in questa stessa aula, avete votato con il favore delle tenebre una legge che spezzerà l’Italia in una ventina di piccoli staterelli senza ratio e senza un centesimo in più, la Spacca-Italia”. Valentina Grippo (Azione) ha dichiarato: “Due settimane fa eravamo alla Camera a parlare di autonomia differenziata, oggi parliamo di un provvedimento che ha un impianto completamente centralistico. Si smontano misure, si tagliano fondi, poi reinseriti parzialmente e in modo confuso. La decontribuzione per l’assunzione di donne e giovani non è stata confermata nella legge di bilancio per essere poi reintrodotta parzialmente a partire da settembre. I cittadini non possono più di governi che azzerano il lavoro fatto in precedenza”.

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Fonte : Fanpage