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Esattamente due anni fa sul ghiacciaio della Marmolada è accaduta la peggior tragedia nella storia recente dell’alpinismo italialiano. Alle 13:45 del 3 luglio 2022 un seracco del ghiacciaio della Marmolada si è staccato causando una valanga che ha ucciso 11 persone.
Era una domenica pomeriggio. Sole e temperature alte. Alle 13:45 del 3 luglio del 2022 Carlo Budel stava pranzando insieme agli ospiti. Budel è il gestore della Capanna Punta Peina, il rifugio più alto delle Dolimiti, a 3.340 metri sopra il livello del mare. È l’ultimo avamposto in cima al ghiacciaio della Marmolada. In quel momento un rumore, come un terremoto.
“A un certo punto abbiamo sentito un caos impressionante. Ho pensato al terremoto, infatti siamo usciti tutti di corsa. Poi ho capito che si era staccato un pezzo di ghiacciaio”. Racconta oggi Budel al Quotidiano Nazionale. Un seracco vicino a Punta Rocca si è staccato causando una valanga che ha causato 11 morti e 8 feriti.
Come ha raccontato nella sua intervista a Fanpage.it, Budel è ancora nella Capanna Punta Peina, sul ghiacciaio. Il tribunale di Trento ha definito quella tragedia come “imprevedibile”. Non era possibile prevedere il crollo: non c’è stata responsabilità umana. Tra le cause naturali invece ci sono le alte temperature che hanno creato uno strato di acqua tra il ghiacciaio e la montagna, uno scivolo naturale che ha favorito il distacco.
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Qual è lo stato di salute del ghiacciaio della Marmolada oggi
Nelle ultime settimane il ghiacciaio della Marmolada è tornato diverse volte nelle cronache. Una volta perché si è tinto di giallo dopo l’arrivo della sabbia portata dal Sahara, l’altra invece per una foto che paragona lo stato del manto nevoso tra giugno 2022 e giugno 2024. Il paragone in effetti è impietoso. A causa di una serie di incastri tra basse temperature e precipitazioni ora il manto nevoso è molto più spesso di due anni fa.
Appena dopo il crollo della Marmolada la parte di ghiacciaio interessata dal crollo è stata tracciata come zona rossa. A novembre 2022 la zona rossa è stata revocata ed è rimasta solo una zona di attenzione. A luglio del 2023 la provincia di Trento ha annunciato la sperimentazione di uno nuovo strumento per il monitoraggio del ghiacciaio: un’apparecchiatura radar che può penetrare il ghiaccio e capire se sotto scorre acqua.
Al netto del monitoraggio, tragedie come quelle del 2022 restano difficili da prevedere, l’aumento delle temperature fuori controllo ha causato una situazione di instabilità che porta anche a distacchi improvvisi come quello del 2022. Spiega ancora Budel: “Nessuno poteva immaginarlo. Per questo sono morte anche persone espertissime di montagna. Quel 2022 aveva fatto così caldo, chi poteva aspettarsi una cosa così grave. Di domenica. Il momento peggiore”.
Cosa sta succedendo al ghiacciaio a causa del cambiamento climatico
Anche se il manto nevoso di questo inizio di estate è più spesso, il ghiacciaio della Marmolada continua a ritirarsi. Nel 2023 Mauro Varotto, responsabile delle misurazioni del ghiacciaio, aveva spiegato in un’intervista al Corriere della Sera che il ritiro è costante: “Il ritiro nel punto di maggior regressione sfiora i 90 metri su base annua, con una media di arretramento di circa 20 metri in un anno”.
Quali sono le possibili conseguenze per il futuro
Al momento per salire alla Capanna Punta Peina ci sono tre vie. Si può passare dal ghiacciaio, si può salire con la via ferrata o ancora si può scalare la parete Sud. Se l’andamento delle temperature resta lo stesso, come confermano le previsioni, è difficile che nei prossimi anni la via del ghiacciaio resti aperta. Non tanto per la sicurezza, quanto per il fatto che non ci sarà più un ghiacciaio su cui passare. Al momento l’intera superficie del ghiacciaio corrisponde solo a un quarto dell’estensione registrata nel 1900.
Fonte : Fanpage