Così il Labour di Starmer si avvia a un trionfo elettorale con ‘supermaggioranza’

Il Regno Unito si avvia ad avere un governo laburista dopo 14 anni di dominio incontrastato dei conservatori. Le elezioni di giovedì 4 luglio segneranno il trionfo di Keir Starmer, che venerdì entrerà al numero 10 di Downing Street, residenza del premier britannico dal lontano 1735. E lo farà forte di quella che potrebbe essere una “supermaggioranza”, con alcune previsioni che parlano addirittura di oltre 400 deputati eletti, quasi i due terzi del 620 seggi del Parlamento di Westminster, con i conservatori che potrebbero fermarsi addirittura a 53, il che sarebbe a dir poco una catastrofe. L’ultima volta che c’è stata una vittoria così sproporzionata è stata la sconfitta dei Tory sui laburisti nel 1931.

Ecco chi è Keir Starmer, il leader del Labour

Eppure gli ultimi sondaggi danno il Labour al 40,7%, che è praticamente la stessa percentuale con cui Jeremy Corbyn fu battuto da Theresa May nel 2017. Ma la differenza è che adesso i Tory guidati dal premier Rishi Sunak sono in caduta libera, dopo anni di disastri che hanno fatto precipitare i loro consensi in maniera mai vista prima. E i sondaggi li attestano a un misero 20%, la metà dei loro avversari il che, unito al complicato sistema elettorale fatto di collegi uninominali, dovrebbe portare all’annunciato disastro. Disastro che sarà aiutato dalla buona prestazione che dovrebbe avere Reform Uk, il partito che è tornato (seppur tra mille polemiche) ad essere guidato dal campione della Brexit, Nigel Farage, e che punta a fare incetta dei voti degli scontenti dei Tory che non vogliono votare a sinistra.

Gli attacchi (disperati) dei Tory

I conservatori di Sunak, dopo aver fallito nel tentativo di colmare un divario di 20 punti che i sondaggi danno stabile ormai da mesi, sono ora così disperati che stanno concentrando la loro propaganda elettorale sul messaggio che bisogna evitare che il partito di Sir Keir Starmer ottenga una vittoria che lasci l’opposizione ai margini. In un discorso elettorale tenuto ieri (lunedì primo luglio) nelle West Midlands, Sunak ha detto ai suoi sostenitori che avevano “quattro giorni per salvare la Gran Bretagna da un governo laburista”, aggiungendo: “Vi dico questo: una volta che avrete dato un assegno in bianco a Keir Starmer e ai laburisti, non potrete più riaverlo indietro”.

Un comizio di Rishi Sunak

Ma come fa notare Keiran Pedley, direttore della ricerca di Ipsos, una campagna elettorale che punta a evitare una “supermaggioranza” degli avversari. Riflette lo stato di salute della campagna elettorale dei Tory. “Nessuno si lancia in una campagna elettorale, per quanto difficile, con un messaggio di fondo: non lasciare che l’altra parte vinca di troppo. È essenzialmente un segno che tutto il resto ha fallito”, ha detto Pedley al Financial Times.

Il premier Sunak ha anche pubblicato diversi video sui social media in cui si dipinge un futuro Regno Unito a guida laburista in cui gli immigrati irregolari vengono accolti con il tappeto rosso sulle spiagge di Dover, e dove i britannici si trovano con la luce staccata a causa dei prezzi troppo alti delle bollette, e degli stipendi troppo bassi in seguito all’aumento delle tasse. Una mossa che pure sembra disperata e che molti hanno bollato come ridicola in quanto sembra dipingere la Gran Bretagna attuale, piuttosto che quella del futuro, con record di sbarchi di migranti provenienti dalla Francia e il costo della vita alle stelle.

Il moderato Starmer

Da parte sua Starmer ha avuto gioco facile e il suo compito principale è stato quello di evitare polemiche e prese di posizioni troppo radicali, lasciando che i suoi avversari si distruggessero da soli. Da quando ha preso in mano il partito il suo obiettivo è stato innanzitutto eliminare la sinistra e tutti i residui del corbynismo, portando addirittura alla cacciata dell’ex leader di cui era stato il braccio destro per anni. Lo slogan della campagna elettorale è stato “Change”, cambiamento, un cambiamento per il Paese ma anche nel suo stesso partito ha promesso più volte. L’obiettivo è attirare la parte moderata del Paese. E ci sta riuscendo, a partire dalla stampa. Il quotidiano conservatore The Times potrebbe invitare a votare per lui e anche The Telegraph, lo storico giornale dei Tory e di Boris Johnson, gli sta concedendo spazio mai accordato al suo troppo radicale predecessore.

Starmer caccia la delfina di Corbyn e rompe con la sinistra

“Abbiamo fatto una campagna elettorale come un partito laburista cambiato e governeremo come un partito laburista cambiato se ci verrà data l’opportunità di farlo”, ha assicurato Starmer al Telegraph che lo ha intervistato proprio a pochi giorni dal voto. Un’intervista in cui il leader laburista ha assicurato che non aumenterà le tasse e non toccherà le pensioni. Il tutto mentre faceva campagna elettorale nelle roccaforti conservatrici di Hitchin e Harpenden, seggi in cui i Tory hanno ottenuto il triplo dei voti dei laburisti nelle elezioni del 2019. Una cosa che non sarebbe stata immaginabile con Corbyn, che invece veniva attaccato in tutti i modi dal giornale, soprattutto con accuse, mai provate e sempre molto vaghe, di antisemitismo.

Lotta all’antisemitismo

E di sconfiggere per sempre l’antisemitismo (reale o supposto) nel suo partito Starmer, che ha una moglie ebrea, ha fatto una delle sue battaglie principali. Al punto tale da sostenere quasi acriticamente Israele in tutta la guerra a Gaza, nonostante il numero dei morti tra i civili palestinesi abbia raggiunto cifre altissime. E nonostante le accuse di violazioni del diritto internazionale da parte dell’esercito di Israele, accuse alle quali lui, avvocato specializzato in diritti umani, dovrebbe essere sensibile. E nonostante la rabbia per questo creata tra i musulmani britannici, da sempre sostenitori del Labour, ma che ora si stanno allontanando dal partito. Ma il Labour a quanto pare trionferà anche senza il loro voto.

Fonte : Today