Se un mese fa aveste chiesto a degli olandesi chi fosse Dick Schoof, solo uno su due avrebbe saputo rispondere. E questo nonostante il suo nome fosse già apparso sui media come nuovo primo ministro dei Paesi bassi in pectore. Adesso, questo ex funzionario pubblico di lungo corso, ed ex capo dell’intelligence, avrà il compito non solo di raccogliere il pesante testimone lasciato da Mark Rutte, per 14 anni indiscusso leader del Paese, ma anche di mettere d’accordo una coalizione che mette insieme liberali, democristiani e sovranisti. Un’alleanza che a Bruxelles ha già fatto storcere più d’un naso.
Del resto, prima di trovare un programma comune, i partiti di maggioranza hanno impiegato diversi mesi al tavolo delle trattative. Le elezioni legislative si sono tenute il 22 novembre 2023 e hanno visto la clamorosa vittoria del leader di estrema destra Geert Wilders, famoso per le sue posizioni anti-Islam (se non islamofobe) ed euroscettiche. Nonostante il successo, Wilders non ha i numeri per governare da solo, ed ecco che in soccorso sono giunti i liberali (Vvd) dell’ormai ex premier Rutte, i democristiani del Cda e il partito degli agricoltori Bbb. Su un punto c’è stato subito accordo tra il quartetto: Wilders, condannato nel 2016 per incitamento alla discriminazione, non poteva essere premier. Serviva un volto più presentabile (e senza condanne). Ed ecco che dal cilindro è spuntato, a sopresa per tutti (ma anche per lui stesso), il nome di Schoof.
Sessantasettenne, divorziato, padre adottivo di due bambine e appassionato di maratona, Schoof era avviato alla pensione dopo una lunga carriera nell’amministrazione pubblica, in cui ha svolto incarichi legati alla sicurezza nazionale e ha diretto il servizio immigrazione tra il 1999 e il 2003. Da capo dell’agenzia antiterrorismo, ha svolto un ruolo chiave in varie situazioni di crisi, in particolare nelle indagini sul volo MH17 della Malaysian Airlines del 2014, abbattuto mentre sorvolava l’Ucraina e in cui morirono 298 persone, tra cui 196 olandesi.
In politica non si era mai affacciato più di tanto: fino al 2021 è stato membro del partito laburista, formazione di centrosinistra guidata dall’ex vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, oggi il principale oppositore del governo. Schoof è “un funzionario pubblico molto leale e dedito al lavoro”, ha detto di lui lo stesso Timmermans, aggiungendo che resta comunque “il candidato di Wilders”. Per altri, sarebbe perfino al “guinzaglio” del leader dell’estrema destra.
Schoof assicura che sarà al servizio di tutta la coalizione. Un compito che dovrebbe risultargli semplice in materia di immigrazione, viste le posizioni sempre più anti-migranti di liberali e moderati olandesi. “Porteremo avanti la più rigorosa politica di ammissione in materia di asilo mai vista” e un pacchetto di misure “per controllare l’immigrazione”, ha garantito il nuovo premier.
Fonte : Today