Giacomo Bozzoli è scomparso: irreperibile dopo l’ergastolo per aver ucciso lo zio Mario

Ricerche senza esito, almeno per ora. Giacomo Bozzoli, 39 anni, non si trova: è irreperibile dopo la condanna in via definitiva all’ergastolo, arrivata nel tardo pomeriggio di lunedì 1° luglio, per l’omicidio dello zio Mario Bozzoli. Lunedì sera l’uomo non era nella sua casa sulla sponda bresciana del lago di Garda, dove risulta residente. Lo hanno constatato i carabinieri che si sono presentati nell’abitazione per eseguire l’ordine di carcerazione, ma non hanno trovato nessuno poche ore dopo la pronuncia della Cassazione. A quell’indirizzo, secondo il padre Adelio, il figlio avrebbe trascorso la giornata in attesa della decisione della suprema corte. Ma di lui, al momento, si sono perse le tracce.

Il verdetto è arrivato ieri, poco prima delle 18. La condanna è ora definitiva: carcere a vita per Giacomo Bozzoli, 39 anni, l’imprenditore accusato dell’omicidio dello zio Mario, 52enne titolare di una fonderia a Marcheno, nel Bresciano, svanito nel nulla la sera dell’8 ottobre 2015. Secondo la pubblica accusa, Mario Bozzoli sarebbe stato ucciso e gettato in un forno dell’azienda. La corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali del 39enne e ha confermato la sentenza della corte d’assise d’appello, che a sua volta aveva confermato la sentenza di primo grado. La Cassazione, ricordiamo, non entra nel merito delle sentenze ma valuta solo la legittimità processuale: nessuna anomalia o irregolarità riscontrata. È dunque definitivo l’ergastolo per Giacomo Bozzoli, che in questi 9 anni è sempre rimasto in libertà e ieri non ha seguito l’udienza a Roma.

Omicidio Bozzoli: la Cassazione conferma l’ergastolo per il nipote Giacomo, ma lui non si trova

Non appena sarà ufficiale il provvedimento di carcerazione, per il 39enne si apriranno le porte della reclusione a vita. Anche se in queste ore è sorto un problema non di poco conto: il giovane imprenditore attualmente è irreperibile. I carabinieri della compagnia di Salò da diverse ore stanno stazionando fuori dall’abitazione di Bozzoli sul lago di Garda, una villa in centro a Soiano: dell’imprenditore nessuna traccia. In giornata si attendono ulteriori sviluppi. Non si esclude che a stretto giro possa decidere di costituirsi.

Giacomo Bozzoli in una foto di repertorio LaPresse

L’omicidio di Mario Bozzoli e il movente

La vicenda è nota. Secondo la pubblica accusa, Mario Bozzoli – lo zio di Giacomo, titolare delle Fonderie Bozzoli di Marcheno, in Valtrompia – sarebbe stato ucciso e gettato in un forno. Nella ricostruzione della procura e delle forze dell’ordine, pare che anche un operaio della fonderia, Giuseppe Ghirardini, avrebbe preso parte alla distruzione del corpo di Bozzoli, ricevendo cinquemila euro in contanti come compenso dal nipote dell’imprenditore. Non si è mai saputo com’è andata davvero, perché Ghirardini venne trovato morto nei boschi della Valcamonica, probabilmente deceduto per avvelenamento (ma in circostanze non del tutto chiarite), sei giorni dopo la scomparsa del suo titolare.

Mario Bozzoli e, a destra, il nipote Giacomo-2

Quanto al movente, nelle motivazioni della sentenza di secondo grado i giudici spiegavano che dietro l’omicidio ci sarebbero dissidi di tipo economico legati alla fonderia. Nelle carte si legge che “Giacomo è l’unico in cui è risultato coesistere, unitamente all’odio ostinato e incontenibile (…) nei confronti della vittima, anche l’interesse economico per ucciderla riconducibile agli interessi societari e familiari”. Mario Bozzoli era “colpevole a suo avviso sia di lucrare dalla società, sia di intralciare i suoi progetti imprenditoriali”. E il nipote era l’unico “che ripetutamente e senza freni aveva manifestato il desiderio di ucciderlo”.

Mario Bozzoli, continuavano i giudici, sarebbe stato ucciso con “atroci modalità”, senza che questo provocasse nel nipote Giacomo “alcuna titubanza”. Dopo aver commesso “l’orrendo crimine”, il nipote si sarebbe in primis preoccupato di “eliminare dal proprio smartphone tutti quei messaggi che avrebbero potuto coinvolgerlo”. Per tutto il processo avrebbe infine mantenuto un atteggiamento “freddo e imperturbabile”. In tutto questo, Giacomo Bozzoli si è sempre dichiarato innocente.

Fonte : Today