Come è nata la bici da crono più tech del Tour de France 2024

Non solo: grazie a una cinghia collegata alla ruota era anche possibile muovere le gambe del manichino, per simulare una pedalata con benefici netti rispetto alla posa immobile. Nel frattempo, il corridore vero poteva continuare a allenarsi su strada, tornando in galleria del vento quando necessario e concentrandosi sulla preparazione. “Stefan è stato coinvolto in tutte le fasi del progetto – ha affermato Julien Pinot, Ass. Sports Director alla Groupama FDJ – è molto appassionato di tecnologia e di tecnica e si prestato volentieri allo scopo, collaborando con tutti i dipartimenti e offrendo molti spunti. Ha superato bene dall’incidente dell’anno scorso”. Il riferimento è al pauroso scontro con le transenne ai campionati europei, che per fortuna non ha lasciato strascichi.

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In totale, sono stati realizzati due prototipi, sono stati consumati kg di materiali con stampanti 3D di tipo di tipo Sinterizzazione Laser Selettiva, sono state effettuate oltre 50 ore di simulazione al computer e speso 30 ore nelle gallerie del vento di Silverstone (Regno Unito) e il velodromo in Svizzera. “Qui al Tour ci sono prodotti di alta tecnologia, all’avanguardia – ci ha commentato Andrea Gastaldello presidente di Wilier Triestina – e con questi prodotti contiamo di aiutare gli atleti coi quali collaboriamo da tempo a ottenere i migliori risultati“.

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Tutte queste migliorie a livello di tecnologia richiedono però più consapevolezza nella scelta delle strategie in corsa, perché i margini di errore sono molto più bassi. In questa stagione si sono già registrate tante cadute e i corridori meno abili alla guida possono patire le innovazioni, al contrario dei più scafati che invece ne trarranno enorme benefici. Küng è d’accordo: “Vero, soprattuto per le bici da crono dove la postura e il modo di impugnare il manubrio e le appendici è del tutto differente rispetto a una bici tradizionale. Per noi professionisti che ci pedaliamo per migliaia di km è possibile affrontare a tutta le curve come con le bici da strada, ma per una persona normale, anche se sa andare in bici, potrebbe essere non così semplice maneggiare un mezzo del genere”.

Fonte : Wired