Trump è in parte immune dalle accuse contro il suo operato da presidente

L’ex presidente Donald Trump si potrà avvalere dell’immunità presidenziale riguardo alle accuse di aver tentato di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020, ma solo per quanto riguarda le azioni prese nei suoi poteri costituzionali. Nel redigere l’opinione della corte, il presidente della Corte Suprema John Roberts afferma: “La natura del potere presidenziale conferisce all’ex presidente l’immunità assoluta da procedimenti penaliper gli atti ufficiali compiuti in qualità di presidente. Tuttavia il documento stabilisce anche che i tribunali dovrebbero distinguere tra azioni ufficiali e non ufficiali: per le azioni intraprese a titolo privato, infatti, l’immunità decade. La Corte Suprema ha perciò passato la patata bollente ai tribunali di grado inferiore che dovranno decidere quali tra i diversi atti contestati all’ex presidente durante il suo mandato alla Casa Bianca è da considerarsi ufficiale e quale no.

La sentenza

Sotto la nostra struttura costituzionale di poteri separati, la natura del potere presidenziale conferisce a un ex presidente l’assoluta immunità dai procedimenti penali per azioni svolte nell’ambito della sua autorità costituzionale conclusiva e preclusiva. E ha diritto almeno all’immunità presuntiva dai procedimenti penali per tutti i suoi atti ufficiali. Non esiste immunità per gli atti non ufficiali“, si legge nella sentenza.

Le accuse contro Trump sono molto gravi. I procuratori federali sostengono che abbia fatto pressioni su funzionari governativi per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020 e incoraggiato i suoi sostenitori all’assalto del Campidoglio il 6 gennaio 2021. In Georgia Trump e i suoi alleati sono accusati di aver orchestrato un piano per utilizzare falsi elettori in stati chiave per ostacolare la certificazione della vittoria dell’attuale inquilino della Casa Bianca, Joe Biden. Inoltre, in Florida, deve rispondere di accuse federali riguardanti la gestione impropria di documenti classificati dopo aver lasciato l’incarico. La possibilità che Trump possa riconquistare la presidenza aggiunge un’ulteriore complessità alla situazione. In tal caso, infatti, potrebbe cercare di porre fine alle accuse federali contro di lui o addirittura concedersi l’auto-perdono, sollevando nuove questioni costituzionali e politiche.

La Corte, con una maggioranza di giudici repubblicani di 6 contro 3, sembra propensa a riconoscere un certo grado di immunità penale per gli ex presidenti, anche se probabilmente non l'”immunità assoluta” richiesta da Trump, il primo ex presidente degli Stati Uniti ad affrontare accuse penali. Il team legale di Trump invece sostiene che l’immunità sia una prerogativa necessaria per proteggere i presidenti da future azioni legali motivate politicamente.

L’iter processuale

La gestione del caso Trump da parte della Corte Suprema ha suscitato dibattiti su tempistiche e implicazioni politiche. Nonostante la richiesta di revisione rapida da parte del procuratore Jack Smith, la Corte ha seguito l’iter normale, impiegando 20 settimane per decidere sull’immunità di Trump. Questo tempo è notevolmente più lungo rispetto ad altri casi che riguardavano l’ex presidente, come la sua reintegrazione nelle primarie in Colorado, risolta in meno di 9 settimane. La lunga durata del processo potrebbe influenzare significativamente le elezioni di novembre, rendendo improbabile che il procuratore Smith riesca a processare Trump per le accuse di sovversione elettorale e ottenere un verdetto prima del voto.

L’opinione pubblica sembra divisa sulla questione dell’immunità presidenziale. Un sondaggio Reuters/Ipsos di maggio ha rivelato che solo il 27% degli intervistati ritiene che i presidenti debbano essere immuni da procedimenti giudiziari a meno che non siano stati prima sottoposti a impeachment e condannati dal Congresso.

Fonte : Wired