284 mila italiani si sono opposti al trasferimento dei dati nel Fascicolo sanitario elettronico

284 mila italiani hanno fatto richiesta di opposizione al trasferimenti dei propri dati ‘pregressi’ al Fascicolo sanitario elettronico. Circa lo 0,5 percento della popolazione. Un numero esiguo ma cresciuto nelle ultime settimane, da quando cioè si è cominciato a parlare su social e media della scadenza fissata al 30 giugno per presentare l’opposizione al trasferimento dei dati pregressi al 2020.

Butti: “Poche opposizioni, c’è un’ampia accettazione di questo strumento”

“Solo pochi cittadini hanno fatto opposizione, dimostrando un’ampia accettazione di questo strumento innovativo che promuove un’assistenza sanitaria più efficiente e sicura”, ha commentato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti. “Il Fascicolo sanitario elettronico rappresenta un traguardo fondamentale nella digitalizzazione della sanità italiana, perché consente di migliorare in modo sostanziale l’accesso e la gestione dei dati clinici”, ha aggiunto.

Quali dati verranno ‘migrati’ nel Fascicolo sanitario elettronico

L’opposizione al pregresso è una misura che consentiva ai cittadini di opporsi alla migrazione massiva dei propri dati sanitari nel Fascicolo sanitario elettronico.

Istituito nel 2009, il Fse ha l’obiettivo di rendere immediatamente disponibile ai professionisti sanitari tutti i dati che riguardano un paziente, ovunque in Italia, per poter intervenire con maggiore rapidità avendo un quadro clinico più chiaro.

Ma per vedersi raccolti i propri dati i cittadini dovevano fare esplicita richiesta. Tutto cambia nel 2020, quando il governo decide di raccogliere tutti i dati anche senza richiesta esplicita per fare fronte all’emergenza pandemica da Covid-19. Quindi tutti i cittadini al momento hanno un Fascicolo sanitario elettronico, ma solo con i dati successivi al 2020.

Con il Fascicolo sanitario elettronico 2.0 si è voluto estendere la disponibilità dei dati al ‘pregresso’ – cioè tutto ciò che precede il 2020.

Il tema no vax e quello della sicurezza informatica

Di qui la possibilità di opporsi, opzione esercitata da una fetta piccola ma comunque numerosa di persone in Italia. Agguerritissime nel difendere le proprie ragioni, soprattutto sui social. Spesso assimilate alla galassia no vax. Anche se non tutti i timori espressi sono legati al vaccino e molti fanno riferimento – perlomeno sui social – ai rischi legati alla sicurezza dei dati sanitari.

Per quanto le istituzioni, le aziende sanitarie stiano cercando di rafforzare le misure di sicurezza informatica, le notizie di violazioni di dati nei portali di ospedali e aziende sono piuttosto frequenti. E l’aggiornamento dei sistemi informatici e quelli relativi alla sicurezza informatica non sempre sono sufficienti a evitare attacchi e infiltrazioni.

Fonte : Repubblica