Elezioni in Francia, i primi risultati e le previsioni del secondo turno

Il trionfo di Marine Le Pen alle urne è netto. Nel primo turno delle elezioni in Francia, un voto anticipato per il rinnovo dell’Assemblea nazionale dopo la sconfitta del partito del presidente Emmanuel Macron alle elezioni europee di giugno, un elettore su tre ha scelto il Rassemblement National (34%) di Le Pen e del suo candidato premier Jordan Bardella. Con un’affluenza del 66%, la più alta in ventisette anni, il risultato di Le Pen si dimostra ancora più solido, rappresentando quasi il doppio della percentuale ottenuta due anni fa e superando di poco il risultato delle recenti elezioni europee. Tuttavia, il sistema elettorale francese implica che la composizione definitiva del parlamento, l’Assemblea nazionale, si deciderà per lo più al secondo turno, dove le alleanze tra i partiti possono ribaltare le tendenze viste finora. Su questa possibilità puntano il presidente Emmanuel Macron, la cui coalizione, Ensemble, si è fermata al 21%, e il centrosinistra (Nouveau front populaire), attestato intorno al 28,1%.

Il secondo turno

Stando ai primi risultati, solo una settantina di candidati su 577 posti disponibili hanno ottenuto il pass diretto all’Assemblea nazionale. Il resto, circa 500 seggi, sarà assegnato domenica 7 luglio, giorno in cui si terrà il secondo turno di elezioni. Il sistema elettorale francese, infatti, prevede un processo a due turni per le elezioni legislative. Un sistema che mira a garantire che gli eletti abbiano un forte sostegno, riducendo la frammentazione politica e promuovendo la stabilità governativa. Al primo turno, i candidati devono ottenere almeno il 50% dei voti espressi e il 25% degli elettori iscritti per vincere direttamente. Se nessuno raggiunge questi criteri, si passa al secondo turno.

Nel secondo turno partecipano i due candidati con il maggior numero di voti al primo turno, a condizione che abbiano ottenuto almeno il 12,5% dei voti degli elettori iscritti. Ma se più di due candidati superano questa soglia, anche i successivi con i migliori risultati entrano in gioco. Il candidato con il maggior numero di voti al secondo turno ottiene il seggio, senza bisogno di raggiungere una percentuale minima.

Il patto di desistenza

In moltissimi casi, i candidati di Le Pen alle elezioni in Francia sono in testa. Ma la coalizione di Macron e quella dei partiti di centrosinistra ed ecologisti hanno lanciato un patto di desistenza, ossia un tentativo di “blocco democratico e repubblicano“, per non disperdere il voto e contrastare la destra nella seconda tornata. Infatti, se in un collegio un candidato di destra si scontra con più candidati di sinistra o di centro, i partiti possono accordarsi affinché il candidato meno competitivo tra loro si ritiri e appoggi il candidato con maggiori chance di vittoria. I suoi sostenitori verranno quindi indirizzati a votare per il candidato più forte, migliorando le probabilità di sconfiggere il candidato di destra.

Quali sono le previsioni?

Per ora i sondaggisti e gli esperti restano cauti e invitano a prendere con prudenza le loro previsioni. Secondo l’istituto Ipsos Talan, citato da Le Monde, il Rn potrebbe conquistare tra i 230 e i 280 seggi, a fronte di una maggioranza richiesta di 289 deputati. Il centrosinistra potrebbe ottenere tra i 125 e i 165 seggi, mentre Ifop-Fiducial, citato da Le Figaro, suggerisce che potrebbe arrivare anche a 200. Ensemble si stima possa ottenere tra i 70 e i 100 seggi.

Les Républicains, il partito moderato di centrodestra, ha ottenuto circa il 10% dei voti, che potrebbero tradursi in un numero di seggi variabile da 40 a 61, anche se Ifop-Fiducial prevede cifre inferiori. Il partito, erede di Charles de Gaulle e Jacques Chirac, è diviso tra la posizione del leader Éric Ciotti, che ha apertamente sostenuto il Rn e Bardella, e la fazione che si oppone alla deriva sovranista. Attualmente, la linea ufficiale dei repubblicani per il secondo turno è quella di non dare indicazioni di voto ai propri elettori, che però potrebbero essere decisivi in molti collegi.

Fonte : Wired