La censura di Microsoft Bing in Cina è la più estrema tra tutte

Le regole di Bing, il motore di ricerca e traduzione di Microsoft, in Cina sono talmente ferree che anche solo nominare il presidente Xi Jinping porta a un blocco dei risultati. A rivelarlo è una ricerca del Citizen Lab dell’Università di Toronto, che ha scoperto che Microsoft censura i risultati di traduzione di Bing più di qualunque altro servizio tradizionale cinese, tra cui Baidu Translate e Tencent MUnachine Translation. “Se si cerca di tradurre cinque paragrafi di testo e due frasi contengono una menzione di Xi, i concorrenti di Bing in Cina cancellano queste due frasi e traducono il resto. Nei nostri test, Bing censura sempre l’intero output. Non restituisce nulla. È più estremo”, ha commentato Jeffrey Knockel, ricercatore senior di Citizen Lab.

Ma non è tutto. Un rapporto pubblicato dall’organizzazione lo scorso anno ha rilevato che non è solo il servizio di traduzione di Microsoft ad avere un livello di censura tanto alto, ma anche il suo motore di ricerca. Una scoperta importante, che mette seriamente in discussione la convinzione secondo cui le Big Tech sarebbero in grado di resistere alle richieste di censura da parte del governo cinese ben più di quanto non facciano le aziende del paese. Anzi, è molto probabile che i risultati della ricerca del Citizen Lab alimentino le indagini dei politici statunitensi sulle operazioni di Microsoft in Cina. Lo scorso marzo, infatti, Bloomberg ha pubblicato un rapporto in cui si menzionava l’inclinazione di alcuni addetti ai lavori della compagnia a “filtrare eccessivamente” i risultati di ricerca nel mercato asiatico: una pratica che ha convinto il senatore americano Mark Warner a chiedere il ritiro di Bing dalla Cina.

In ogni caso, al di là delle scaramucce tra politici statunitensi e mercato cinese, quello che stupisce è che il rapporto del Citizen Lab è il primo a mettere a confronto il livello di censura dei vari strumenti online di traduzione automatica a disposizione degli utenti cinesi. D’altronde, al pari delle altre fonti di informazione, anche le traduzioni sono soggette a leggi rigide che ne regolano la pubblicazione. Proprio per questo, da moltissimo tempo in Cina i traduttori sono impegnati a combattere la censura attraverso la diffusione di informazioni sugli eventi locali fornite da testate e giornalisti non cinesi. Una battaglia che sembrerebbe essere stata fortemente limitata dall’alto livello di censura offerto dal sistema di traduzione di Bing nel paese.

Ma la scelta di Microsoft potrebbe essere legata alla volontà della compagnia di evitare una reazione negativa da parte del governo cinese, come afferma Benjamin Fung, professore della McGill University ed esperto di AI e cybersecurity: “A livello tecnico, censurare di più è più facile. Non devono individuare esattamente quale frase è sensibile. Il software deve solo prendere una decisione binaria: tradurre o non tradurre”. Non deve essere un caso, quindi, che il livello di censura di Microsoft sia cresciuto negli ultimi mesi, quando la compagnia ha cominciato a limitare – o eliminare, dovremmo dire – i risultati di ricerca relativi all’arresto del dissidente cinese Zheng Baocheng, avvenuto a settembre 2023, e alle più recenti proteste del Bluebird Movement a Taiwan. Una decisione dovuta probabilmente alla necessità di adeguarsi alla volontà del governo per rimanere presente sul territorio cinese.

Fonte : Wired