Politecnico di Milano, i corsi online e gratuiti fanno 10 anni

I corsi online gratuiti e aperti a tutti del Politecnico di Milano compiono dieci anni. Una decade in cui sono diversi i traguardi raggiunti e lo testimoniano le centinaia di migliaia di persone che nel tempo hanno fatto accesso al primo portale pok – Polimi open knowledge del Politecnico di Milano. Fino a oggi sono 121 i Moocs (massive online open courses) i corsi che vengono messi a disposizione, che vanno dalla divulgazione scientifica fino alla sostenibilità, e rivolgono particolare attenzione alle materie stem. I corsi si rivolgono a un pubblico vasto e coprono diverse esigenze: a cominciare dal supporto per gli studenti nelle varie fasi della loro carriera, passando a un’implementazione delle competenze professionali per i lavoratori e che arrivano fino alla creazione di una cittadinanza che sia sempre più istruita e consapevole.

Ne abbiamo parlato insieme a chi si è fatta promotrice dei Moocs fin dalla loro origine la rettrice del Politecnico di Milano Donatella Sciuto.

L’idea nasce più di dieci anni fa, dall’esempio di diverse piattaforme americane per dare maggiori competenze alle persone e per far sì che chi volesse fare la propria autoformazione avesse un punto di riferimento dal punto di vista scientifico. Siamo partiti da due Moocs, matematica e fisica, perché dai risultati del test di ammissione a ingegneria, ci siamo accorti che i risultati cambiavano in base alle scuole di provenienza e volevamo dare più materiale ai ragazzi per prepararsi”. E una volta che l’idea è stata lanciata, a poco a poco, i Moocs si sono espansi anche verso altre direzioni. “Sì, perché da lì abbiamo aggiunto corsi che guardassero all’internazionalizzazione delle lauree magistrali, ma anche a tematiche vicine ai cittadini comuni, come per esempio quello sulla finanza, perché come sappiamo l’educazione finanziaria in Italia è abbastanza scarsa e molti altri si sono aggiunti”.

I risultati

Insomma, corsi gratuiti e aperti a tutti, che per il Politecnico rappresentano una mission, ma al tempo stesso anche un costo. “I corsi sono qualcosa che i docenti fanno molto spesso volontariamente, mentre altre volte c’è una nostra indicazione. È chiaro, che per noi questo ha un costo, perché diventa necessario: mantenere la piattaforma, sviluppare gli strumenti, poi c’è tutta la parte relativa alla registrazione, quella di post-produzione e di gestione dei corsi. Ma la vediamo un po’ come una missione, che ci vede impegnati nella divulgazione scientifica per diverse categorie di persone”. Il numero di cittadini che ha interagito con la piattaforma messa a disposizione del Politecnico, nel corso di questi dieci anni, è aumentato notevolmente. Infatti, il portale ha visto oltre 177mila iscrizioni, di cui 108mila da persone esterne. Le registrazioni ai corsi, invece, in totale sono state 323mila iscrizioni, mentre quelli che hanno completato l’intero percorso e che hanno ricevuto l’attestato sono stati 89mila. Ma che riscontro lasciano le persone? “Noi riceviamo sia critiche, ma anche tanti ringraziamenti per tutto il materiale che viene prodotto e messo a disposizione. Infatti, i video si possono trovare anche su YouTube, dove abbiamo totalizzato 18 milioni di visualizzazioni, un risultato che certamente ci gratifica. Noi lo facciamo perché riteniamo che sia fondamentale avere dell’informazione scientifica che sia valida”.

I corsi

Ma quali sono i corsi più gettonati? “Certamente quello sulla diversity è uno tra i più scelti, insieme a quelli relativi all’intelligenza artificiale, perché sono temi molto attuali. Insieme a loro restano anche i corsi per gli studenti che vogliono iscriversi a ingegneria e per questi si preparano al test”. Ed anche se naturalmente il Politecnico non si occupa solamente di realizzare questo tipo di contenuti, ha in ballo un’interessante programmazione a riguardo “Stiamo continuando a lavorare su questo solco e proseguiremo a sviluppare corsi che rientrano nell’area della sostenibilità e dell’AI, perché sono due temi che riteniamo essere molto importanti e su cui un po’ di informazione scientifica è necessaria”.

Se il lavoro da fare all’interno della piattaforma rimane questo, per il futuro l’obiettivo sarà anche quello di diffonderlo maggiormente “Delle volte le persone arrivano sul nostro sito quasi per sbaglio, ecco perché lo scopo che ci diamo per il futuro sarà quello di far conoscere maggiormente questa realtà, che appunto si chiama Polimi Open Knowledge ed è gratuita e aperta a tutti. Oltre a questo, proseguiremo nell’ottica di utilizzare questa tipologia di strumenti anche all’interno dei nostri corsi”.

Obiettivi che si uniscono al fine ultimo del progetto che ha per slogan Moocs to bridge the gaps, “Bisogna cercare di combattere la cattiva informazione scientifica che spesso c’è, quindi diventa necessario dare dei fatti scientifici in maniera che siano comprensibili al pubblico e che non ha necessariamente studiato ingegneria o design. Questo era il nostro punto di partenza e oggi lo diventa sempre di più verso la società, perché le tecnologie stanno diventando qualcosa di fondamentale e di necessario per combattere le grandi sfide sociali, ambientali e avere un’informazione corretta. Questo è il nostro modo per cercare di raggiungere un pubblico più ampio rispetto a quello che possiamo raggiungere normalmente.

Fonte : Wired