Elezioni in Francia, la destra in testa. Ma il centrosinistra insegue da vicino

Come da attese, il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen e del candidato premier Jordan Bardella va verso il trionfo in Francia, ma alle sue spalle, non a grande distanza, c’è il blocco di sinistra Nouveau front populaire (Nfp). Stando ai primi exit poll diffusi da Ipsos Talan, l’Rn avrebbe ottenuto il 34% dei voti alle elezioni legislative anticipate in Francia. L’Nfp è al 28,1%, mentre Ensemble, la coalizione del presidente francese Emmanuel Macron si attesta sul 20,3%. Al quarto posto Les Républicains (10%), partito di centrodestra i cui elettori potrebbero essere l’ago della bilancia al secondo turno. 

Già, perché in base al sistema elettorale francese, i seggi non vengono assegnati attraverso un calcolo proporzionale, ma in base ai risultati dei singoli colleggi uninominali (577 in tutto), gran parte dei quali sarà assegnato al secondo turno del 7 luglio. Sempre secondo Ipsos Talan, gli eletti al primo turno sarebbero tra i 65 e gli 85. Quasi 500 deputati saranno scelti fra una settimana. 

In passato, la destra di Le Pen ha raccolto meno parlamentarti al ballottaggio rispetto a quanto avrebbero fatto presagire le preferenze al primo turno. Una tradizione che potrebbe essere interrotta se i suoi candidati dovessero riuscire a ottenere l’appoggio dei repubblicani. Per il momento, il partito di centrodestra, che si è spaccato drammaticamente al suo interno dopo la fuga in avanti del leader Eric Ciotti (favorevole a un’alleanza con Le Pen), ha deciso di non dare indicazioni per il secondo turno. 

Di diverso avviso Macron, che in una dichiarazione inviata ai media, ha parlato di un “grande blocco democratico” per respingere la destra di Le Pen, quindi della possibilità di un’alleanza tra la sua coalizione e quella di centrosinistra: “Dinanzi al Rassemblement national, è arrivato il momento di un’ampia unione chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno”. Parole che preludono alla possibilità che i candidati di Macron sostengano quelli di Nfp, e viceversa. Come confermato da uno deu leader del centrosinistra, Jean-Luc Melenchon, che ha invitato i candidati della sua coalizione arrivati terzi, ma ammessi al secondo turno, a ritirarsi. Un modo indiretto per dire ai suoi di sostenere i candidati macroniani.  

Non a caso, Le Pen esulta ma con cautela: “Non abbiamo ancora vinto e il secondo turno sarà decisivo per evitare che il Paese cada nelle mani” della sinistra estrema “con tendenze violente”. Servirà la maggioranza assoluta “per dare a Jordan (Bardella)” la possibilità di diventare premier e governare il Paese. 

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Affluenza record

Il primo turno si è chiuso con un’affluenza in netta crescita rispetto alle ultime tornate elettorale: oltre due terzi dei francesi si è recato alle urne, un dato che non si vedeva dal 1981.

Le elezioni anticipate erano state convocate il 9 giugno dal presidente francese poco dopo i primi risultati delle elezioni europee, che avevano visto il crollo del suo partito e la netta affermazione di Rn. La decisione, che secondo i media era giunta a sorpresa anche per i suo ministri, è stata presa dopo due anni di governo complicati: la mancanza di una maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale ha costretto Macron e i suoi a continue trattative con le opposizioni, e l’attività legislativa è stata in più di un’occasione paralizzata.  

Come funzionano le elezioni francesi

I deputati del parlamento francese non vengono eletti sulla base della rappresentanza proporzionale, ma attraverso un voto a due turni in 577 collegi elettorali dove le dinamiche locali giocano un ruolo importante. In ogni circoscrizione, se nessun candidato ottiene il 50% dei voti al primo turno, i primi due candidati avanzano al secondo turno, così come qualsiasi altro candidato che abbia ottenuto il sostegno di almeno il 12,5% degli elettori registrati.

In alcuni casi, dunque, i candidati al secondo turno potrebbero essere due. In altri, anche tre. Il candidato con il maggior numero di voti al secondo turno vince il seggio come membro del parlamento. Per ottenere la maggioranza dell’Assemblea nazionale servono almeno 289 seggi. 

(articolo in aggiornamento)

Fonte : Today