Così la riforma della giustizia ha tagliato la sicurezza sul lavoro

“La riforma Cartabia rischia di mandare in prescrizione dopo i due anni la stragrande maggioranza dei processi inerenti i reati di omicidio e lesioni colpose aggravati dalle norme a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Questo già mi sembra per sé un elemento grave”. Sono le parole del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che aggiunge: “Noi abbiamo chiesto un intervento preciso sulla competenza delle magistrature e dei giudici, ma non ci viene data nessuna risposta e continuiamo a chiedere la procura speciale, che non serve per fare gli sceriffi, ma per avere il coordinamento delle notizie che oggi non ci sono. Allora lo dico con grande rispetto, se il presidente della Repubblica e se il ministro Carlo Nordio ci dicono che la procura speciale non serve, ci diano queste informazioni: quanti processi sono stati fatti negli ultimi 10 anni, quante assoluzioni, quante condanne? Noi chiediamo giustizia”.

“Solo dieci anni a chi ha provocato la morte di Luana D’Orazio”

Il duro intervento del segretario della Uil arriva in una giornata nera per i morti sul lavoro: in provincia di Agrigento un operaio 21enne, Angelo Giardina, è morto dopo essere stato schiacciato da un carrello elevatore nell’impresa edile in cui lavorava; un suo coetaneo, di nome Francesco Mazzucco, ha perso la vita a soli 22 anni travolto da un trattore in provincia di Latina. Risulta invece ancora disperso Claudio Tigni, un operaio di 58 anni, precipitato nel fiume Adda mentre su un cavalcavia dell’autostrada A4 all’altezza di Vaprio d’Adda, tra Milano e Bergamo: l’imbracatura a cui era legato non ha impedito di finire in acqua e l’attrezzatura di sicurezza che indossava non lo avrebbe fatto galleggiare. E l’Inail certifica che nei primi cinque mesi del 2024 ci sono state 369 denunce di morti sul lavoro, con un incremento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In aumento anche le denunce di infortunio, che sono state 251.132 (+2,1 per cento rispetto a maggio 2023 e in diminuzione del 22,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022). 

“La Uil – ha continuato Bombardieri – ha acceso oggi un riflettore sul dopo gli incidenti mortali perché come capita spesso si parla dell’incidente, si parla delle tragedie che colpiscono le famiglie, ma non si parla mai di quello che avviene dopo. E forse non se ne parla perché non succede niente. Il caso di Luana D’Orazio è emblematico: chi ha manomesso i sistemi di sicurezza portando alla morte di una lavoratrice è stato multato con 10mila euro. 10mila euro di multa? Un po’ come la patente a crediti, che fra l’altro si può applicare solo alla fine del percorso giudiziaria. Tradotto: mai”.

“Latina gode di extraterritorialità politica?”

Bombardieri ha poi parlato Satnam Singh, il bracciante morto nelle campagne della provincia di Latina dopo essere stato avvandonato in strada, con un braccio mozzato, dal suo datore di lavoro: “Non voglio pensare che Latina goda una sorta di considerazione a parte – ha detto il segretario Uil –  perché in quella zona i voti del centrodestra sono molto alti e quindi che goda di un principio di extraterritorialità politica”.

“Non bisogna più essere politicamente corretti – ha aggiunto -, bisogna dire le cose come stanno, in quelle serre lo hanno scoperto oggi che ci sono i caporali? La politica non la sa questa storia? Il nostro ministro del Lavoro, il nostro ministro dell’Agricoltura, i nostri presidenti di Regione non conoscono queste cose? Dobbiamo aspettare il prossimo morto per un intervento forte? Un intervento forte significa che è in intollerabile che non ci sia giustizia”. Secondo Bombardieri “Non c’è la voglia di dare fastidio a chi produce, in modo particolare a Latina: lì non si può dare fastidio alle associazione datoriali”. Nell’azienda dove lavorava Singh, ha poi sottolineato il segretario della Uil, “È stato sequestrato il mezzo, ma noi diciamo che va sequestrata l’azienda e che il titolare va messo in carcere”.

Zaffini (Fdi): “Quella di Bombardieri è una fine modesta e ingloriosa”

Non ci sta il senatore di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, presidente della Commissione Sanità e Lavoro di Palazzo Madama: “È la fine veramente modesta e ingloriosa di un segretario di sindacato nazionale – scrive in una nota – che fa da stampella alla Cgil, e poi, a corto di argomenti e a corto di tessere è costretto a ricorrere al gioco di chi la spara più grossa, per farsi largo tra i pastoni dei giornali e le note dei giornalisti che ormai non lo considerano più un interlocutore. Questa è la vicenda di Bombardieri. Tirare in ballo il ministro Calderone per un evento accaduto quando ministro era il suo amico Orlando, speculando per di più squallidamente e su una tragedia quale quella dei morti sul lavoro, rispetto alla quale anche i sindacati come tutti in questo paese, devono fare la loro parte di mea culpa, tutti dobbiamo fare un grande mea culpa. È veramente offensivo il tentativo di attaccare le Istituzioni da parte di una controparte sindacale che dovrebbe con serietà e competenza proporre soluzioni e affrontare insieme al Governo un dramma antico dell’Italia”.

Fonte : Today